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«Sostenibilità, innovazione e diversificazione dell’offerta per destagionalizzare»: a indicare la strada per il turismo è Domenico Fortunato, presidente di Manageritalia Puglia, Calabria e Basilicata e componente del consiglio di amministrazione del Centro di formazione per il management del terziario, alla vigilia del Forum sul turismo del titolo “Destination Management Domani” in programma da domani a sabato nella Fiera del Levante di Bari.

Presidente, ci spiega come mai avete dedicato un Forum al settore turistico e in particolare al destination management?

«Manageritalia è una associazione senza fini di lucro, nata con l’intento di diffondere la cultura manageriale e dell’innovazione delle imprese ed in Puglia il settore turistico sta assumendo un peso sempre più rilevante. Per questo abbiamo voluto dedicare questo evento agli operatori turistici interessati a comprendere come costruire e gestire destinazioni turistiche “smart” in Puglia e in tutte le regioni del Sud. La pianificazione e gestione delle destinazioni turistiche è fondamentale per promuovere le sinergie tra i diversi attori della filiera e dei sistemi turistici e del lavoro. Il nostro Forum costituirà una occasione di incontro con destination manager, esperti ed operatori pubblici e privati coinvolti nelle attività di Dmo e Dmc, enti pubblici e privati a livello regionale e nazionale»

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Secondo l’Istat il Nord-Est si conferma leader nel turismo italiano. Quali sono i dati più significativi?

«Il Nord-Est continua a essere la destinazione preferita dai turisti. Nel 2023 ha registrato oltre 76 milioni di presenze domestiche e più di 100 milioni di presenze straniere, per cui rappresenta il 39,4% del totale. Anche altre aree geografiche mostrano segnali di crescita: il Centro ha totalizzato circa 109 milioni di presenze (+14,2% rispetto allo scorso anno) e il Sud ha registrato un aumento del 10,6% rispetto all’anno precedente. Ciononostante, c’è ancora un rilevante margine di miglioramento, soprattutto per il Mezzogiorno».

Quali sono le principali sfide per il turismo nel Sud Italia?

«Una delle sfide principali è la destagionalizzazione, ovvero promuovere un’economia turistica attiva tutto l’anno. Per farlo, dobbiamo puntare su innovazione e sostenibilità, sfruttando la transizione digitale e certificando le nostre pmi. Tuttavia, per molte piccole e medie imprese è difficile investire in innovazione a causa delle loro dimensioni ridotte. Un altro aspetto cruciale è quello di diversificare l’offerta, puntando su settori come sport, cultura e turismo industriale, che possono diventare vere e proprie leve di sviluppo».

Può farci qualche esempio?

«Certamente. Eventi sportivi di rilevanza internazionale, come i Giochi del Mediterraneo, possono attirare grandi flussi di visitatori, mentre il turismo industriale – che consiste nel visitare imprese locali – rappresenta una nuova forma di attrazione turistica. Si tratta di proposte innovative che possono contribuire a destagionalizzare e a diversificare l’offerta, rendendo il Sud più competitivo».

Quanto è importante la collaborazione tra pubblico e privato?

«È fondamentale. Un caso esemplare è quello degli albergatori di Rimini, che hanno creato un forte patto di collaborazione, operando come un vero e proprio network di imprese. Questo ha permesso loro di ottenere risultati straordinari nella destagionalizzazione e nell’organizzazione di eventi convegnistici. Tuttavia, la collaborazione deve essere stimolata e guidata: il pubblico deve fare da regista, fornendo supporto, ma senza sostituirsi agli imprenditori. Creare reti e distretti produttivi è una strada vincente, ma richiede spirito di squadra e volontà di lavorare insieme».

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Formazione e turismo: quali sono le priorità?

«La formazione deve rispondere alle esigenze del territorio. Non possiamo replicare modelli di regioni come il Veneto o la Sardegna, ma dobbiamo analizzare le necessità locali per creare piani formativi adeguati. Ad esempio, non serve formare chef stellati per trattorie di paese: bisogna calibrare la formazione sulla domanda reale. Inoltre, la comunicazione e il rapporto con il cliente giocano un ruolo sempre più importante. Oggi, la personalizzazione e l’attenzione al cliente, anche tramite il digitale, fanno la differenza. Piccoli gesti, come chiamare un cliente per nome o preparargli prodotti personalizzati, possono migliorare significativamente l’esperienza».

Come vede il futuro del turismo nel Sud Italia?

«Ci sono molte opportunità, ma anche diverse criticità. Per crescere, dobbiamo puntare sulla gestione professionale delle destinazioni, valorizzando il nostro territorio e rendendolo più attrattivo. È importante ricordare che il turismo non si improvvisa: servono competenze, strategie e una visione di lungo termine».

Qual è il suo messaggio agli imprenditori del turismo?

«Fate rete, collaborate e puntate sulla formazione. Il turismo è un settore complesso e competitivo, ma con una visione chiara e un approccio strutturato, il Sud può diventare un esempio di successo».



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