Elezioni 2028 a Brescia, l’ipotesi del rientro di Del Bono: il centrodestra cerca il candidato nel civismo

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di
Pietro Gorlani e Luca Goffi

Castelletti a giugno ha detto di volersi ricandidare, ma il Pd potrebbe puntare sul ritorno dell’ex sindaco. Nell’opposizione ieri la Civica Rolfi ha cambiato nome e il suo leader Battagliola punta a farla crescere ancora.

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Nell’anno appena iniziato non ci sono appuntamenti elettorali di rilievo ma gli occhi della politica cittadina sono puntati sulla Loggia. A fine anno l’amministrazione Castelletti effettuerà il giro di boa di metà mandato e la sindaca — come da lei stessa anticipato in un pranzo con la stampa nel giugno scorso ad un anno esatto dal suo insediamento e ribadito durante gli auguri natalizi al teatro Borsoni — è intenzionata a fare una verifica di Giunta. Dire che ci saranno dei rimpasti è alquanto azzardato, visto che gli equilibri politici di una maggioranza molto più composita di quella che ha appoggiato Del Bono per un decennio, sono delicati. E toccare una casella, ovvero una delega (come ad esempio quella all’Urbanistica, o alla Casa o al Welfare) porterebbe a oscillazioni, se non a veri e propri movimenti tellurici, in maggioranza. In questo anno e mezzo le tensioni e le differenti vedute politiche dei consiglieri (e in misura minore degli assessori) di maggioranza sono state diverse: dalla Fondazione Campus Edilizia alla definizione di antisemitismo, dal Daspo Urbano fino alla recentissima questione della manifestazione antifascista del 28 dicembre in piazza Vittoria (partecipata dai consiglieri Catalano e Gastaldi ma bollata come inopportuna dal primo cittadino). Le dissonanze rispetto alla nota dominante si sono sentite.
Ora, la sindaca nel giugno scorso aveva anche fatto un’altra promessa: che era disponibile a ricandidarsi nel 2028. Una mossa fatta anche con l’intento di mettere a tacere singoli appetiti politici di esponenti Pd che stavano già cullando l’idea di prendersi una rivincita personale dopo non essere stati indicati come delfini di Del Bono, che nel 2023 aveva scelto la vicesindaco (scelta confermata in maniera sofferta anche dalla segreteria cittadina del Pd) come suo successore. Ma dopo un anno e mezzo al governo della città, senza avere un partito alle spalle che la protegge e le fa da paracadute, è possibile non sia più della stessa idea.

Ecco, Del Bono. Nelle ultime settimane è tornato attivissimo sui social a difesa dell’amministrazione Castelletti, ribattendo a chi la critica sulla questione sicurezza e rifiuti fuori cassonetto. Ma ha anche organizzato conferenze stampa dove ha attaccato Regione per gli esigui fondi al trasporto pubblico e il Governo, chiedendo (come già fatto da Castelletti) più forze dell’ordine per la Leonessa. Un’attività che a più di qualcuno pare prodromica al suo ritorno da candidato sindaco in Loggia nel 2028, quando potrebbe tenere insieme la coalizione progressista (Pd, Azione, Civica) ma forse con le forze ecologiste e più a sinistra, che potrebbero tentare una corsa in solitaria al primo turno per contarsi e apparentarsi al ballottaggio, chiedendo il vicesindaco (o assessorati pesanti).




















































Se il centrosinistra è alle prese con una dialettica interna intensa, il centrodestra è unito dall’ azione critica nei confronti della maggioranza. Ma questa unità viene un po’ meno se si va a toccare l’argomento tabù, ovvero il candidato sindaco del 2028. Sulla carta Fabio Rolfi potrebbe tentare il bis (lo fece Del Bono nel 2013 prendendosi la sua rivincita su Paroli) e il suo incarico da vicepresidente in Provincia potrebbe agevolarlo. Ma nei giorni scorsi Rolfi ha lasciato la propria lista civica (che porta il suo nome) per entrare nel gruppo della Lega (la sua militanza non è mai stata in discussione). Un passaggio prevedibile non appena gli eletti in Loggia della civica (Battagliola, Singh e Viviani sono tutti al primo mandato) avessero maturato la sufficiente esperienza. Il capogruppo Massimiliano Battagliola sarà il frontman di Brescia Civica, il nuovo soggetto politico. Nonostante si ribadisca che «ogni discussione sul candidato per la Loggia 2028 sia prematura», Battagliola ricorda che l’obiettivo «è migliorare quel 12% dei consensi ottenuti un anno e mezzo fa; consolideremo la nostra presenza nella società». Un risultato significativo, quello del 2023, se si pensa che soltanto Fratelli d’Italia con il 16,5% ha registrato una performance superiore all’interno della coalizione. Il centrodestra sa che per vincere a Brescia non può proporre un candidato troppo spostato a destra (insegnano le lezioni Beccalossi prima e Rolfi poi). L’unica volta che ha vinto è stata con un ex democristiano, Adriano Paroli, poi passato a Forza Italia. Da qui l’opportunità (se non la necessità) di individuare il futuro leader dei conservatori nel bacino della società civile, se non nell’area dei moderati (sarebbero emersi anche i nomi della forzista Simona Tironi, assessore in Regione, e dell’ex ministro Mariastella Gelmini, ma entrambe non sono di Brescia). Di certo la neonata Brescia Civica e il suo riferimento politico, Paolo Botticini, avranno un ruolo importante, al pari di Fdi, Lega e FI. «Proprio da cittadini autorevoli (ma non militanti nei partiti) possono emergere delle figure importanti, magari in grado di possedere le caratteristiche ideali per diventare il futuro sindaco di Brescia» conclude l’avvocato-artista Battagliola. Che non sia proprio lui il candidato del centro(destra) nel 2028?

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