Chivassese trovato morto dopo la truffa dei bitcoin

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L’ultimo atto della vita di Alessandro Argentini, 56 anni, residente a Chivasso in via Basso (nello stesso appartamento in cui ha vissuto con la mamma, scomparsa sette mesi fa) per i familiari l’avrebbe scritto lui stesso nel pomeriggio di venerdì 24 gennaio. La vicenda è stata trattata nella puntata di “Chi l’ha visto?”  su RAI 3 andata in onda ieri, mercoledì 29 gennaio 2025.

Chivassese trovato morto dopo la truffa dei bitcoin

Si sarebbe sdraiato sul letto, avrebbe inghiottito una manciata di pillole e sarebbe passato dal sonno alla morte, senza nemmeno accorgersene.
Una fine come tante (cause naturali, per il medico legale), le frasi di rito sui verbali dei Carabinieri, intervenuti dopo che i Vigili del Fuoco, passando dai balconi, hanno permesso il lavoro dei medici del 118, arrivati comunque troppo tardi.
Due colonne sul giornale, o forse meno, il classico caso di cronaca che si legge commentando «Povero ragazzo».
Eppure, la storia di Alessandro è molto più complicata, e grazie alla tenacia della sorella Antonella potrebbe spalancare scenari ancora sconosciuti.

La truffa

Sistemando gli effetti personali di Alessandro, informatico in NASPI da un anno, Antonella non ha potuto non notare le dieci telefonate senza risposta sul suo cellulare.
Seguendo il suo sesto senso ha sbloccato il telefono, cercato quel numero, e scorrendo Whatsapp ha trovato due chat che dimostrano come, almeno da ottobre del 2024, Alessandro fosse caduto in una truffa, quella delle cryptovalute, che di fatto ha prosciugato il suo patrimonio (almeno 150 mila euro, la liquidazione e la buonuscita dopo tanti anni di lavoro) creando poi debiti che non sono stati ancora quantificati.
In quelle chat, legate a due numeri con prefisso della Gran Bretagna, infinite richieste di denaro che avrebbero permesso di sbloccare altro denaro, quello che secondo i truffatori (e su questo ci sentiamo di avere, come la famiglia, pochi dubbi) Alessandro avrebbe dovuto ricevere come «guadagno» degli investimenti.
Una serie quasi infinita di bonifici da mille, mille 600, due mila euro, che in questi mesi il 56enne ha inviato, dal suo conto, sia su piattaforme che su Iban italiani. Un paio si ripetono: uno è intestato a Ghizlane K., in una banca di San Donato Milanese, l’altro a Luana P., che ha il conto in una filiale sul lago di Como. Complici della truffa o vittime della stessa, come Alessandro?
Più Alessandro pagava, più il suo broker, che si è presentato come Lorenzo M. (con tanto di parola d’ordina iniziale, «Francoforte»), chiedeva altri soldi, dimostrando nessuna pietà nemmeno quando Alessandro gli ha riferito i dubbi di un cugino (a cui aveva chiesto un prestito) sulla veridicità di queste azioni finanziarie.
Nel frattempo Lorenzo M. (in rete ci sono una serie di post che lo definiscono un truffatore) aveva ceduto il passo ad un altro broker, tal Pascali, che ha continuato a chiedere bonifici promettendo il saldo in un loop senza fine.
Per quattro mesi, Alessandro è stato in balia di questi personaggi (che pur scrivendo in un ottimo italiano potrebbero trovarsi ovunque nel mondo), ricevendo anche documenti e prospetti di crescita che sicuramente erano e sono carta straccia.

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L’ultimo messaggio di Alessandro…

Come carta straccia è quasi sicuramente il carteggio della Banca d’Italia inviato ad Alessandro giovedì (poche ore prima del suicidio) come conferma di un bonifico da più di cento mila euro, mai avvenuto. Per averlo, avrebbe dovuto pagare altri mille 230 euro entro il 31 gennaio.
«Ricordi – scrive Alessandro a Lorenzo M. pochi giorni prima – quanto mi parlasti di lato oscuro? Adesso l’ho trovato qui. Ho fatto quasi 8 mila euro di invii e adesso, dopo che mi hanno detto che mi facevano il bonifico, dicono che ci sono due mila euro da pagare sui guadagni UE. Mi dispiace che succeda questo, ho investito perché mi parevi affidabile, ma ti hanno trasferito. Non so più che pensare».
La famiglia
«Sono sicura che quelle persone – prosegue Antonella – stessero massacrando mio fratello da ottobre. Dietro a quelle chat c’è il nulla.
Mi diceva “Lavori troppo”, “Vedrai che adesso le cose si sistemeranno e ti farò dei bei regali”, “Devi sorridere un po’ anche tu”. L’ho invitato a Natale, e si è presentato a mani vuote. Gli ho detto di non preoccuparsi, che l’importante era stare insieme, ma non avrei mai pensato che gli avessero portato via tutto.
L’ultima volta che l’ho sentito gli ho detto “Ricordati che devi essere sincero con me”. Non so se piangere mio fratello o essere arrabbiata con lui per tutti i guai che mi ha lasciato, ma adesso voglio andare a fondo della storia per evitare che altri facciano la sua fine.
Il precedente
La scorsa settimana, guardando “Chi l’ha visto?”, ho sentito la storia di Katia Palagi, suicida dopo una truffa praticamente identica a quella subita da Alessandro. Sperando di poter arrotondare aveva iniziato ad investire in criptovalute e trading on line, ma l’unico risultato è stato quello di prosciugare i propri conti. Da qui, la decisione, nel novembre del 2024, di gettarsi da un viadotto.

L’appello

Ora, per far fronte alle spese del funerale, i famigliari di Alessandro hanno lanciato una raccolta fondi: «Nostro fratello è venuto a mancare improvvisamente sette mesi dopo nostra madre lasciandoci in una situazione di sconforto e difficoltà.
Chiunque volesse partecipare al nostro dolore con un contributo vi chiediamo di non spenderli in fiori ma di darci una mano perché Alessandro abbia l’addio che merita. Vi ringraziamo di cuore».
L’Iban per le donazioni è IT77V0503430370000000201-
273, conto intestato ad Antonella Argentini presso la banca BPM.



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