Firenze, 30 gennaio 2025 – Se la Toscana andasse al voto domani? Giani avanti di 11,5 punti su Tomasi con la formula del campo stretto e di 15 punti tondi in caso di campo largo con dentro i 5Stelle. In ogni caso, vittoria al primo turno, fortino rosso blindato e bye-bye ballottaggio. Nel vuoto cosmico della pre-tattica su tavoli e cantieri, serviva proprio un bell’antipasto che ravvivasse gli animi della campagna elettorale per le elezioni regionali.
Pur non trattandosi dell’oracolo, con il sondaggio di Emg Different commissionato dall’acquirente Toscana Tv, la partita si fa di colpo seria. Indipendentemente dall’election day, nel ’25 o ’26. Due premesse. La prima di metodo: campione base di mille interpellati tra il 20 e il 23 gennaio. Raccolta dati freschissima, che cristallizza lo stallo dei candidati schierabili: il governatore uscente Eugenio Giani per il centrosinistra e il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi per il centrodestra.
La seconda è politica: il tetris delle incoronazioni di parte risente dell’impasse delle altre regioni al voto. In Campania, il Pd di Elly è in rotta con lo Sceriffo De Luca per il terzo mandato. In Veneto, la diaspora è tra i Fratelli d’Italia in cerca del primo governatore-bandiera al Nord e la Liga di Luca Zaia, Doge dal 2010. Incastri che spiegano lo slittamento a oltranza del vertice di centrodestra toscano, che fatica a convergere su Tomasi, e il rinvio a marzo della nomina di Giani per evitare di far saltare la prova di campo largo al primo appuntamento con un nome preconfezionato. Venendo al sodo, il sondaggio Emg è su più fronti rivelatore. Intanto perché, nel comparto del trasporto pubblico regionale, il 52% del campione promuove lo spostamento su gomma, mentre il 48% alza il pollice sul servizio su rotaia di Trenitalia, nonostante le lamentele su viaggi troppo lunghi e ritardi frequenti. E poi perché la lettura politica conferma i timori del centrodestra.
In quanti possono dire di conoscere Tomasi? Il 44% degli elettori, di cui il 35% solo per ‘sentito nominare’. In quanti dicono di fidarsi di lui? Solo il 12%. Meglio il dato interno al centrodestra (19%)
Semplicemente, il paragone tra Giani e Tomasi non regge. Il primo batte cassa dopo 4 anni e mezzo passati a fare il ‘sindaco della Toscana diffusa’. Il 63% afferma di conoscerlo, il 35% di fidarsi del governatore in carica. Il 72% degli intervistati si ritiene “soddisfatto dell’operato del presidente”. Bulgaro il giudizio da 6 a 10 in pagella degli elettori di centro (80%) e di sinistra (90%). Fuorviante la risultante dello schieramento opposto: un elettore su due di centrodestra promuove Giani (49%).
Quanto a collocazione dell’elettorato, la Regione conferma la storia e tradizione ‘sinistrorsa’ (37,6% contro il 15,5% delle destre. Quella dura e pura è inchiodata al 4,7%). Ma è indubbio che l’appetito verrà mangiando guardando alle praterie lasciate da chi non vota per appartenenza (25,1%) e da chi alimenta il corpaccione d’elettorato centrista, pari al 20%. L’altro rebus riguarderà l’affluenza, stimata al 57%, cinque punti in meno della tornata 2020.
Capitolo a parte, la pesa dei partiti. Emg stima il centrosinistra al 50% rotondo. La quercia Pd vale il 33%. Con la massima postulata da Franceschini (marciare divisi per colpire uniti) i dem, da soli, non manterrebbero il governo della Regione, se non con il surplus di Avs (7%) e i voti decisivi del blocco riformista liberale. Italia Viva è data al 3,5%, Azione al 2,5%, +Europa all’1. Musica per le orecchie del (fu) Terzo Polo di Renzi e Calenda e per Giani stesso che punta alla ‘civica del presidente’ che varrebbe (almeno) il 3%. Fuori dal recinto, il M5s col suo 5,5% e il possibile terzo incomodo Del Ghingaro da Viareggio con il 4% da reclamare alla voce ‘altra lista’. E a destra come va? Il gap da recuperare di qui al voto è di 9,5 punti. Tanti ma non troppi. Meloniani primo partito al 25%, Forza Italia seconda gamba col 7%. Più indietro il Carroccio (5%) e Noi Moderati (1,5%). Più leggera l’eventuale civica reclamata da Tomasi, ferma al 2%.
Dunque? Le regole del gioco fissate dalla legge elettorale toscana – vittoria al primo turno col 40% più uno dei voti, più premio di maggioranza del 40% dei seggi alla coalizione di liste in grado di accaparrarsi il 45% dei consensi – agevolano ad oggi il bis di Giani. Comunque dato al 51% in caso di corsa a quattro con Tomasi, il candidato di rottura del fronte sinistro di Beppe Conte e un civico underdog alla Del Ghingaro, o al 55% contro il 40% del sindaco pistoiese. Una manciata di zero virgola in meno del bottino raccolto dalla sconfitta del 2020 Susanna Ceccardi, che devono già ora risuonar come campanello d’allarme a Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega: fare presto, fare meglio.
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