“Va allineato alle norme Ue”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


“Negli anni scorsi, vista la fragilità del nostro territorio anche a causa della crisi climatica, abbiamo ricordato la necessità di superare la logica emergenziale per andare verso una legge quadro, che quindi è benvenuta”. 

Così Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, ha introdotto il proprio intervento nell’audizione del 28 gennaio, presso l’ottava Commissione (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) del Senato, sul disegno di legge in materia di ricostruzione post-calamità (ddl n. 1294).

Giovannini ha illustrato le proprie osservazioni sulle diverse questioni relative al disegno di legge, partendo dal tema della ricostruzione dell’armatura urbana e territoriale: “Appare indispensabile estendere gli interventi previsti all’art. 8 lett. c) per le urbanizzazioni primarie all’intera area interessata da danneggiamenti, e non limitare gli interventi solo ai perimetri degli strumenti urbanistici attuativi, in modo da avere un approccio integrato, e non specifico”.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Un’altra osservazione ha riguardato la valutazione speditiva del danneggiamento, correntemente svolta con l’impiego della scheda AeDES (secondo il dpcm 8 luglio 2014). Il direttore scientifico ha segnalato che la scheda è stata pensata e via via corretta e integrata per rilevare il danneggiamento degli edifici, ma è di fatto inutilizzabile per la rilevazione del danneggiamento delle infrastrutture primarie e dei sottoservizi, che meriterebbero la definizione di una apposita scheda di rilevamento.

Sul rapporto tra ricostruzione e valutazione ambientale, Giovannini ha detto che “il ddl dovrebbe meglio integrare le priorità, e in particolare la priorità n. 4, del Quadro di Sendai per la riduzione del rischio disastri, in particolare in attuazione del principio del ‘Ricostruire meglio’ (Build back better)”. Il Quadro di Sendai prescrive che è necessario facilitare il collegamento tra soccorso, riabilitazione e sviluppo e che bisogna sviluppare misure quali la pianificazione dell’uso del territorio, il miglioramento degli standard strutturali e la condivisione di competenze. Bisognerebbe inoltre sviluppare, come si sta facendo, le linee guida per la preparazione alla ricostruzione.

In merito alla valutazione ambientale, Giovannini ha ricordato che l’art.8 comma 2 del ddl prevede espressamente che “gli strumenti urbanistici attuativi sono esclusi dalla valutazione ambientale strategica (Vas) e dalla verifica di assoggettabilità alla Vas”. 

Noi consideriamo che questo sia un grave errore”, ha affermato il direttore scientifico, perché è in netta contrapposizione con il principio del ‘Ricostruire meglio’. Per questo andrebbe predisposta, invece, una Valutazione Ambientale rafforzata, non l’assenza di valutazione ambientale strategica, che integri il principio europeo del Do not significant harm, con un approfondimento delle condizioni locali esogene ed endogene determinanti il disastro occorso”.

Il menzionato soddisfacimento delle esigenze di sicurezza sismica, contenimento energetico e qualificazione dell’assetto urbanistico relativo alle aree minime d’intervento indicato all’art.8 comma 8 dovrebbe in particolare definire dei livelli prestazionali non inferiori a quanto stabilito dalle norme europee, e di riflesso nazionali, quali la nuova direttiva Epbd (in Italia nota come “Case Green”). “Se non fissiamo questi limiti potremmo avere edifici costruiti a spese dello Stato che non rispettano i criteri della normativa europea, sarebbe un modo sbagliato di procedere e questo obbligherebbe le amministrazioni pubbliche o i privati a reintervenire con una duplicazione dei costi”, ha precisato Giovannini.

Sarebbe dunque auspicabile che, in caso di ricostruzione e ristrutturazione edilizia significativa (ad esempio per interventi che riguardano oltre il 25% dell’involucro edilizio), venissero rispettati il livello prestazionale e le prescrizioni della Direttiva Epbd. Queste indicazioni dovrebbero integrare in modo organico la disciplina prevista nella Sezione II del Ddl. Le infrastrutture e gli edifici pubblici dovrebbero essere ricostruiti, come dice la sezione III, rispettando i criteri più avanzati, per essere “a prova di clima e di disastro”. “Ecco perché dobbiamo pensare in modo integrato a queste operazioni, come operazioni che riducono i rischi di danni successivi”, ha sottolineato Giovannini.

Riguardo alla partecipazione della popolazione, il direttore scientifico ha raccomandato di garantire una partecipazione il più possibile inclusiva, in linea con le linee guida dell’Ocse del 2022 e le raccomandazioni del Consiglio d’Europa CM/Rec(2018)4, che indicano la necessità di coinvolgere la popolazione, le comunità e gli individui, non solo per spiegare gli interventi, ma anche per cogliere quella conoscenza diffusa che è indispensabile per fare gli interventi nel modo migliore. 

Relativamente all’efficacia delle disposizioni per le ricostruzioni in corso, in base al testo del Ddl all’art. 27 “[…] le disposizioni della presente legge non si applicano alle speciali gestioni commissariali per la ricostruzione post-calamità già istituite alla data di entrata in vigore della legge medesima”. 

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Secondo l’ASviS, sarebbe opportuno che il disposto normativo prevedesse l’adozione rapida da parte del ministero delle linee guida con raccomandazioni ai Commissari straordinari in carica, al fine di rafforzare il principio del “ricostruire meglio” introducendolo anche nelle attività già in corso, ove possibile.

Concludo”, ha detto infine Giovannini, “con un invito a seguire queste indicazioni perché il testo è così importante che non possiamo rischiare di non allinearlo alle migliori pratiche, alle nuove direttive e ai regolamenti europei, e soprattutto, visti i gravi casi degli ultimi anni, che le tante iniziative dei commissari straordinari non tengano conto di quello che già esiste. Quindi la proposta di linee guida potrebbe aiutare a rispettare il criterio indicato nel ddl di non impatto automatico sull’attività dei Commissari che stanno lavorando, ma consentirebbe ai Commissari di anticipare una serie di nuove linee guida e indirizzi che verranno adottati una volta che il ddl diventerà efficace”. 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link