Poteri per Roma Capitale, la spinta degli imprenditori: «Riforma non rinviabile»

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IL FOCUS

Seduta della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati dedicata all’analisi delle proposte di riforma per Roma Capitale con l’audizione dei rappresentanti del mondo imprenditoriale: il presidente di Unindustria, Giuseppe Biazzo e Antonio Ciucci, presidente di Ance Roma Acer.

Nei giorni scorsi, dopo che, ad inizio legislatura, sono state depositate tre proposte di legge di revisione costituzionale a firma dei deputati Morassut (Pd), Barelli (FI) e Sbardella (FdI), anche il Governo si è mosso: si sta lavorando a un disegno di legge che, partendo dalle proposte dei deputati, le superi entrando più nel merito dei poteri da attribuire alla Capitale.

Per i costruttori, la riforma dei poteri di Roma Capitale «non può più essere rimandata», ha detto Ciucci, e «riteniamo che le proposte di legge vadano nella giusta direzione, ma quelle che prevedono il passaggio in Assemblea capitolina rallenterebbero il percorso. È un bene che questa discussione avvenga a pochi giorni dall’apertura della Porta Santa. Roma è interessata oggi da un gran numero di cantieri, prodotti dai fondi del Giubileo e del Pnrr, la norma darebbe a Roma i poteri per programmare le grandi opere necessarie a una grande Capitale europea. Il confronto con altre realtà europee ci restituisce un quadro deficitario. Non parliamo soltanto di una carenza di risorse economiche ma anche umane, queste ultime sono necessarie e ne servono di qualificate per realizzare gli investimenti in tempi certi. Gli imprenditori non chiedono l’abolizione delle regole ma che questi abbiano tempi certi nella loro applicazione, per dare risposte ai cittadini e alle imprese in tempi celeri».

DEMOGRAFIA

Ciucci ha citato anche un’indagine del Campidoglio che «ha stimato la necessità di 70 mila abitazioni soltanto per affrontare l’emergenza abitativa con un investimento di decine di miliardi di euro. Secondo le rilevazioni di Assoaeroporti il traffico di Fiumicino è passato da 26 milioni del 2003 a quasi 41 milioni del 2023.

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Nel 2023, secondo l’Istat, 357mila persone ogni giorno si sono spostate dai loro Comuni di residenza verso Roma, determinando un aumento di popolazione del 12,5 per cento. Roma ha bisogno di infrastrutture per far fronte alle sfide che ha davanti come Capitale: riteniamo che si possa già ora procedere con l’attribuzione di risorse finanziarie per garantire lo sviluppo urbanistico e la rigenerazione urbana necessaria alla Capitale». Subito dopo Ciucci, ha preso la parola Biazzo. Per il presidente di Unindustria la riforma per i poteri di Roma Capitale deve innanzitutto «circoscrivere il perimetro delle materie che dovrebbero essere oggetto della potestà legislativa di Roma Capitale» perché «gli interventi delle autorità di governo per regolamentare l’economia nulla hanno a che fare con le competenze di una Capitale» come «tutto ciò che riguarda le politiche industriali e che devono essere gestite almeno a livello regionale. Le due proposte di legge costituzionale definiscono un avanzamento per il riconoscimento di poteri e risorse necessarie a Roma per la competizione all’estero. Bisogna stabilire come consentire alla Capitale di fare meglio ma non per forza trasferire in blocco poteri. Bisogna stabilire insieme chi può realizzare gli interventi necessari in tempi più rapidi, con minori costi per la collettività e con i migliori risultati. Questo richiede una revisione delle competenze frammentate tra Stato, Regione e Comune, individuando funzioni strategiche in capo a Roma Capitale».

CONCERTAZIONE

Per quanto riguarda la riforma dei poteri di Roma Capitale «è indispensabile che la discussione di oggi porti a una concertazione Regione-Comune per il trasferimento di competenze, che vada parallelamente al percorso di legge. Ribadiamo il nostro parere positivo alla riapertura della discussione, ma riteniamo che si debba entrare nel merito risolvendo i conflitti di competenza tra Stato, Regione e Capitale», ha concluso Biazzo.

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