A causa delle ultime novità in fatto di parametri e coefficienti vari, le pensioni non saranno molto generose per chi vuole ritirarsi dal lavoro nel 2025.
A seconda dell’ultimo stipendio raggiunto, il proprio assegno finale potrebbe risultare ora decisamente ricco, ora sfortunatamente ingeneroso.
Vediamo infatti a quanto potrebbe ammontare la futura pensione mensile partendo dall’ultimo stipendio percepito.
Per saperne di più in merito all’argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Wewelfare.
Pensioni 2025, quanto prenderesti uscendo quest’anno? Gli importi per ogni stipendio
Se si sta puntando alla Pensione di Vecchiaia, basteranno quest’anno solo 20 anni di contributi per ritirarsi a 67 anni.
Ma a quanto potrebbe ammontare l’assegno finale? Facciamo alcune simulazioni.
Se ad esempio, dopo una carriera “normale”, l’ultimo stipendio fosse di 1.500 euro lordi, uscendo a partire da gennaio si avrebbe una pensione mensile di circa 590 euro, praticamente la minima.
Se invece lo stipendio fosse di 2.000 euro lordi, si avrebbe circa 780 euro lordi.
Uscendo invece con una busta paga di 2.500 euro o di 3.000 euro lordi, si beneficerebbe di una pensione rispettivamente di 980 euro e di 1.170 euro.
In tutti i casi, si parla comunque di un taglio del quasi 40% rispetto all’ultimo stipendio percepito. Purtroppo con soli 20 anni di contributi (tutti versati in sistema contributivo) difficilmente la pensione potrà essere alta.
Diverso è il caso della Pensione Anticipata, con i suoi 41-42 anni e 10 mesi di contributi richiesti.
In questo caso, l’uscita non prevede alcun limite anagrafico. Il problema è che se si esce prima dei 67, si rischia di percepire un assegno davvero misero.
Con uno stipendio finale di 1.500 euro (sempre alla fine di una carriera “normale”), si avrebbe dai 1.170 euro (ritiro a 59 anni) fino a 1.370 euro (ritiro a 67 anni).
Mentre con uno da 2.000 euro si avrebbe dai 1.530 euro (ritiro a 59 anni) ai quasi 1.830 euro (67 anni).
Infine, per buste paga tra 2.500 euro e 3.000 euro si otterrebbe una pensione tra 2.080 – 2.280 euro (ritiro a 59 anni) e 2.340 – 2.740 euro (67 anni).
In questi casi, il taglio va dal 10 al 20%, anche in forza dei contributi calcolati sotto regime retributivo (pre-1996).
Ricordiamo che le stime qui sopra sono arrotondate per eccesso, dato che ogni contribuente può aver maturato durante la propria carriera un montante contributivo diverso a seconda dei vari coefficienti di capitalizzazione che si sono susseguiti nel corso degli anni.
Pensioni 2025, come aumentare l’importo dell’assegno finale
Se l’assegno finale si avvicina alle stime più pessimistiche tra quelle sopra riportate, conviene mettersi ai ripari cercando di arricchire il più possibile il proprio montante contributivo.
Anche nel 2025 è possibile migliorarlo con soluzioni come la pace contributiva (se si hanno 5 anni di buchi contributivi e diverse decine di migliaia di euro a disposizione per coprirli), il riscatto della laurea o della leva obbligatoria.
Di recente è balzata alle cronache anche l’opzione della neutralizzazione dei contributi, che permette di eliminare gli anni di retribuzione più sfavorevoli per il calcolo della parte retributiva.
Se nessuna di queste opzioni è però fattibile, l’unica soluzione è quella della previdenza complementare, anche se conviene farla almeno 10 anni prima di andare in pensione.
Pensioni 2025, rebus sugli aumenti per il futuro
Se non si ha modo di rimpinguare oggi l’assegno, difficilmente si potrà arricchirlo in altre maniere.
Anche perché, come ormai è evidente da tempo, la stagione degli aumenti è ormai finita. Dopo due anni di ricche perequazioni di fine anno, già per il 2025 l’aumento è stato misero.
E così sarà anche nei prossimi anni, visto che l’adeguamento annuale è indicizzato all’inflazione. Se questo parametro rimane basso anche nei prossimi anni, il Governo non potrà mai autorizzare nuovi aumenti sulle pensioni.
Al limite, potrebbe ridurre il cuneo fiscale su di esse, come ha fatto con le nuove aliquote IRPEF introdotte con la Manovra di Bilancio 2024. Ma anche in questo caso servirà una copertura notevole, decisamente superiore a quella disposta quest’anno per riconfermare tali aliquote.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link