di Giuseppe Tassi
Il rinascimento del marchio Fiat si affida a Grande Panda, più familiarmente Pandona. È con questo crossover, dalle linee squadrate, tipiche della Panda anni Ottanta, che Olivier Francois e tutto lo staff puntano a rilanciare nel mondo l’immagine di Fiat.
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Bella e avvincente scommessa nel segno della creatività italiana. Anche se la fabbrica della nuova nata si trova a Kragujevac, in Serbia, Pandona mostra fiera le sue radici nel Belpaese con il marchio Fiat volutamente ostentato nella plancia e nei cerchioni e la grande scritta Panda scavata sulle due fiancate.
Costruita sulla piattaforma Small Car del gruppo Stellantis, Grande Panda riapre la tradizione del gruppo torinese nel segmento B (23 milioni di unità vendute) dove trova la concorrenza della ‘cugina’ Citroen C3, di Renault 5 e Dacia Duster.
Per chi ha lanciato sul mercato Uno e Punto è una sfida stimolante e Fiat è convinta di vincerla.
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Grande Panda, perché è speciale
Le armi sono la completezza della proposta e i prezzi. La Pandona elettrica (batteria da 45 kWh, motore da 113 cv e 320 km di autonomia) arriverà subito sul mercato e la versione ibrida fra un mese.
La Hybrid monterà il motore Pure Tech 1.2 tre cilindri da 100 cv, lo stesso della 600, in abbinamento con un 48 Volt elettrico, che aggiunge 28 cv di potenza.
Entrambe le versioni avranno il cambio automatico, in omaggio a un processo di innovazione di cui Fiat vuole farsi portabandiera.
Ma Francois annuncia che l’elasticità della piattaforma multi-energia consentirà in futuro di avere anche una Grande Panda a motore termico e cambio manuale e pure una versione 4×4, mentre per il mercato brasiliano si punta sui biocarburanti.
Insomma un’auto flessibile e davvero globale, capace di soddisfare i gusti di tutti e di attrarre nuova clientela con prezzi davvero competitivi. La versione ibrida sarà commercializzata a 18.950 euro (16.950 con rottamazione), quella elettrica a 24.950 (22.950 con rottamazione).
Fiat Grande Panda elettrica, come va su strada
Il test drive di Torino, con lunghi scollinamenti fino ai piedi del Cervino imbiancato dalla neve, è focalizzato sulla versione elettrica. +
Pandona risponde fedelmente all’immagine di felicita’ e di frizzante simpatia che gli uomini del marketing Fiat le hanno cucito addosso. La forma squadrata di luci e passaruota e gli spigoli vivi della carrozzeria richiamano la Panda del 1980.
Così come il cruscotto a forma di tasca, i sedili con disegni a riquadri, l’ovale della pista del Lingotto ripresa nel display e nel tunnel centrale, e i finestroni della mitica sede Fiat richiamati nella griglia dei fanali.
L’airbag del passeggero spostato sul tetto libera spazio per un cruscotto contenitore in bambù e le lettere stampate del nome Panda possono diventare protezioni laterali per le fiancate.
E poi la gamma colori vivace con il giallo acido della vettura di lancio, il bronzo, il blu e il rosso per richiamate i paesaggi italiani.
Compatta e razionale nella distribuzione degli spazi, Grande Panda è lunga 3.99 metri e offre 13 litri di contenitori sparsi per l’abitacolo e 361 litri di bagagliaio.
Nota importante: il cavo di ricarica retrattile a forma di serpentina che si estrae dalle griglia anteriore è decisamente comodo e utilizzabile per le ricariche da casa con potenze da 7 a 11 kWh.
Per la ricarica veloce (da 20 a 80 per cento in trenta minuti) si utilizza invece la spina posteriore.
A completare l’identikit della vettura un display comodo e intuitivo da 10 pollici con grafica accattivante e l’ampio uso di materiali riciclati da cartoni per bevande a formare le morbide plastiche blu degli interni.
Alla guida Grande Panda conferma le qualità di un’auto elettrica in grado di battersi al meglio con la concorrenza. Spaziosa, agile, molto reattiva, si avvia con un giro di chiave e un tocco al selettore di guida.
Nelle accelerazioni e nei sorpassi da’ il meglio di sé, specie sulle strade che si inerpicano verso la montagna. Buono l’assetto di guida, equilibrato il molleggio, ottima la tenuta di strada e la reattività dello sterzo.
I 320 km di autonomia sono un dato reale e se in autostrada si spinge fino al limite (135 km/h la velocità massima) i consumi restano sotto controllo.
La modalità C, azionabile con un tasto, ottimizza il consumo di energia senza togliere brio alla marcia.
Insomma un’elettrica di qualità in attesa della sorella ibrida che potrebbe diventare una nuova icona del mercato italiano.
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Ultima modifica: 29 Gennaio 2025
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