L’istituzione dell’Idrosuperficie Laguna di Varano K.Fly ha suscitato reazioni contrastanti. L’annuncio ha scatenato entusiasmo, ma anche un certo scetticismo. Qualcuno si interroga sull’utilità dell’operazione, altri temono che possa impattare negativamente sull’ecosistema, spezzando l’incantesimo del lago, e invocano semmai il dragaggio. “La pace del lago verrà stravolta”, è uno dei tanti commenti in cui si arriva a bollarla come un’altra “ferita” per il Gargano. E poi ci sono gli ambientalisti, che non vedono di buon occhio il progetto.
“Mi piacerebbe che certi progetti venissero esaminati con una maggiore attenzione”, afferma oggi l’ambientalista di lungo corso Vincenzo Rizzi della Federazione dei Verdi. Non si professa contrario per partito preso, ma esprime forti preoccupazioni.
“Siccome quello è un sito Rete Natura 2000, mi sarei aspettato non soltanto lo screening ambientale, ma almeno una valutazione appropriata – prosegue Rizzi -. Significa avere una serie di studi, anche perché sappiamo tutti che uno dei principali rischi per un aereo è quello di collidere con gli uccelli”.
Il lago di Varano, oltre ad essere classificato come sito Rete Natura 2000, è anche una Zona di Protezione Speciale e ricade in Zsc (Zona Speciale di Conservazione). “Ciò significa che ci sono notevoli flussi di uccelli, alcuni anche di dimensioni abbastanza ragguardevoli: penso ai cormorani. Mi aspetterei una maggiore attenzione a questi elementi. Dopo si può anche ragionare sul progetto dal punto di vista dell’utilità o meno. Eviterei scorciatoie e punterei a irrobustire determinati progetti con studi appropriati. Questo tranquillizzerebbe tutti e terrebbe in debita considerazione anche gli aspetti ambientali, naturali e paesaggistici che un sito del genere necessita”.
Il suo è un approccio scientifico e prima di esprimere valutazioni vuole vedere i dati. “Non diciamo un ‘no’ a prescindere”, chiarisce ulteriormente. “Ci confrontiamo sui dati”. Sui social si era detto pronto a richiedere l’apertura di una procedura di infrazione comunitaria per “sensibilizzare gli enti competenti” sull’importanza di proteggere il patrimonio ambientale. “Questo potrebbe essere uno scenario, lo dico anche come Federazione dei Verdi – continua Vincenzo Rizzi –. Anche perché non c’è solo questo caso, ci sono diverse situazioni che investono il territorio della provincia di Foggia e che destano preoccupazioni dove c’è stata una sottovalutazione degli aspetti ambientali legati alla Rete Natura 2000. Penso anche alle autorizzazioni rilasciate sul Lago Salso, sia quelle ministeriali che quelle provinciali, e all’atteggiamento dell’ente Parco. Quindi, mettendo insieme tutte queste cose, si potrebbero creare i presupposti per richiedere un intervento della Commissione Europea”.
Per ora, gli ambientalisti non alzano le barricate, ma vogliono vederci chiaro. Il Wwf Foggia, appresa la notizia, ha presentato richiesta di accesso agli atti. “Appena ci risponderanno, avremo la situazione più chiara”, afferma Maurizio Marrese interpellato da FoggiaToday. Vuole conoscere meglio il progetto e le autorizzazioni rilasciate.
“Sicuramente ci muoveremo anche per le vie ufficiali con gli enti – fa sapere il presidente del Wwf –, perché la Laguna di Varano è una delle zone umide più importanti in Italia. Ed è importantissima specialmente per lo svernamento di molte specie migratrici e per la riproduzione nel periodo primaverile di molte specie”. La pensano allo stesso modo anche per il nascente Centro federale di motonautica. Del resto, come si ricorderà, l’organizzazione aveva espresso le sue perplessità anche sui mondiali di jetsurf all’ex Idroscalo e si era rivolto a ministero e Regione.
“È un ambiente talmente importante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico che, oltre a rientrare nel Parco Nazionale del Gargano, è una Zona Speciale di Conservazione a livello comunitario, una Zona a Protezione Speciale, appunto per gli uccelli, e anche IBA, che vuol dire Important Bird Area, che la dice tutta. Quindi è una delle zone più importanti e più protette a livello normativo, e questo ci lascia interdetti, non tanto per il progetto in sé, che magari può essere anche carino come ritorno a quello che era un tempo l’idroscalo di Varano. Il problema – spiega ancora Marrese – è che oggi sappiamo che quella zona è importantissima dal punto di vista naturalistico. Anche perché, proprio in quell’area, ci sono degli habitat naturali, delle fanerogame marine che crescono praticamente solo a Lesina e Varano, poi sono rarissime in altre zone della Puglia, e sono habitat protetti sempre dalla Comunità Europea. Muoversi con dei mezzi così, in queste aree così importanti, ci lascia ovviamente perplessi, anche per come gli enti, penso al Parco Nazionale del Gargano, esprimono parere favorevole per una zona che ha così tante tutele”.
Avrebbe preferito che venisse interpellato il mondo degli esperti, l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per esempio, e magari le associazioni ambientaliste, aprendo un dibattito pubblico sul progetto.
“Tra l’altro, noi stessi abbiamo partecipato ai tavoli tematici a livello regionale sulla valorizzazione dei laghi di Lesina e Varano. La laguna di Varano, negli ultimi 3 anni, vive una crisi ambientale enorme e riconosciuta – ricorda Maurizio Marrese -, tant’è che si fanno studi e approfondimenti: ci sono diversi enti, il CNR di Lesina, l’Arpa Puglia, che stanno studiando questo fenomeno dello sviluppo delle alghe fitoplanctoniche. Ecco perché si parla tanto del dragaggio e di tutte le azioni utili ad aumentare l’ossigenazione delle lagune. Fare cose del genere in un momento di crisi ecologica mi sembra un’esagerazione”.
Insomma, il progetto non convince il Wwf Foggia che taglia corto: “È una scelta che noi riteniamo scellerata in questo periodo storico. E, come al solito, queste decisioni vengono prese, oserei ridire, quasi sulla carta, senza una partecipazione pubblica e condivisione di alcune scelte”.
Comincia anche a domandarsi a cosa servano tutte queste tutele, “se poi diciamo sempre sì. Dicono alle associazioni ambientaliste che noi diciamo sempre no. In realtà, è il contrario: noi non possiamo neanche dire no, perché non veniamo proprio interpellati, invece – conclude Marrese – sono gli enti pubblici che dicono sempre sì”.
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