Le percezioni degli italiani? Più marginalità sociale, ma anche spiragli sul futuro

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In Italia la società è polarizzata: da un lato sempre più persone si sentono ai margini della società e si riaccende la sensazione di fragilità economica, dall’altro cresce la confidenza nell’avvenire. Questo è quanto emerge dal sondaggio realizzato su un campione di 800 persone tra il 30 dicembre 2024 e il 5 gennaio 2025 dal centro di analisi di mercato Swg, che rileva le inclinazioni, i comportamenti e le tendenze delle famiglie italiane.

Una società polarizzata, tra incertezze e segnali di affidamento sul futuro

Il sentimento di minore inclusione vissuto dalle cittadine e dai cittadini è misurato dall’indice di marginalità sociale, uno dei quattro indicatori elaborati da Swg per fornire informazioni sulle reazioni dell’opinione pubblica nel contesto attuale. La percezione di esclusione sociale ha avuto negli ultimi due anni un andamento stabile, che si attestava intorno al 52%. Il valore era sceso al 49% tra marzo e luglio 2024, ma a novembre dello stesso anno è risalito di due punti percentuali. In altre parole, nella nostra società, dopo un periodo di relativa diminuzione, sta tornando a crescere la sensazione di vivere in una comunità selettiva, che non permette a tutte e tutti di esserne parte attiva. 

Risulta essere in controtendenza con questi dati l’aumento dell’indice di confidenza nel futuro, ovvero il fatto che “una parte della popolazione reagisce con una lieve crescita dell’affidamento sul futuro”. Il tasso, che da aprile a luglio 2024 è passato dal 40 al 38%, è risalito a dicembre dello stesso anno al 39%. 

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Il contrasto tra questi dati rispecchia, secondo il documento, una “polarizzazione della società”, marcata da “segnali di incertezza, economici e di inclusione”, ma anche di nuove “possibilità positive”. 

Le famiglie in fragilità e la fiducia nella politica

È rilevante notare che anche un altro indicatore, l’indice di fragilità economica delle famiglie, è in diminuzione: negli ultimi due anni è passato dal 45 al 38%. Una riduzione netta, che negli scorsi mesi si è però invertita. Infatti, da luglio a dicembre 2024, si è registrato un rialzo dell’indice, che a fine anno si attestava al 39%, e che viene tradotto dal documento come “un lieve segnale di incertezza”. Tra le possibili cause, la riduzione del potere di acquisto. 

Quanto siamo felici?

La pubblicazione riporta anche come evolve il sentimento di felicità delle italiane e degli italiani. Il sondaggio evidenzia tra la fine del 2023 e quella del 2024 un calo della percentuale di chi si sente felice (dal 55 al 48%) e un aumento di chi si sente infelice (dal 25 al 32%). Questo dato evidenzia un cambiamento di tendenza: dopo un “picco di tristezza legato alla pandemia” (fine 2020), dove il rapporto era di 48% di infelici e 26% di felici, il trend è andato rapidamente migliorando, ma nel 2024 ha subito un’inversione. 

Il documento riporta anche le speranze che vengono riposte nel prossimo anno, visto dal 22% come più positivo rispetto a quello appena passato. Di contro, il 16% crede che il 2025 sarà peggiore del 2024, mentre il 62% dei rispondenti crede che non cambierà nulla. Interrogati su quali sono le attività a cui vorrebbero dedicarsi nel 2025, tra le risposte a disposizione degli intervistati spiccano la voglia di passare del tempo con le persone amate e quella di viaggiare. 

Percezioni della politica e della sostenibilità

Per quanto riguarda invece il rapporto tra cittadinanza e politica, si registra una buona notizia: nell’ultimo anno la disaffezione politico-istituzionale è calata di 4 punti percentuali, passando dal 42 al 38%. La variazione indica un giudizio “meno severo” dell’elettorato nei confronti dell’operato delle forze politiche rispetto al passato. Anche se la riduzione è stata marcata, il valore deve essere letto, secondo Swg, come un “segnale”, la cui tenuta deve essere valutata con il tempo. 

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Da notare anche come viene percepita la sostenibilità a seconda dell’appartenenza elettorale. Secondo il 45% degli elettori di centrodestra, la sostenibilità e la difesa dell’ambiente sono solo una moda. Il valore, anche se leggermente in calo rispetto all’anno precedente, conferma un andamento crescente a partire dal primo anno di rilevamento, il 2016, dove si attestava al 28%. Dall’altra parte, lo sviluppo sostenibile e la difesa dell’ambiente sono visti come una moda dal 15% dei rispondenti autocollocati come elettori di centrosinistra, un valore stabile dal 2022. 

Consulta il sondaggio

 

Copertina: Unsplash



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