Secondo uno studio recente, le auto termiche potrebbero continuare a circolare fino al 2124, nonostante lo stop dell’UE. Questa prospettiva riaccende il dibattito sul futuro della mobilità.
Il futuro delle auto termiche, ossia quelle alimentate a diesel o benzina, sembrerebbe segnato dall’avanzata delle auto elettriche e dalle normative UE sul settore. Tuttavia, uno studio condotto da Ferdinand Dudenhöffer, economista e cofondatore del CAR (Center Automotive Research), prospetta uno scenario differente: queste vetture potrebbero rimanere sulle nostre strade per almeno altri 100 anni.
L’incognita del divieto UE e il ruolo dei Governi
L’Unione Europea ha stabilito il 2035 come data chiave per lo stop alla vendita di nuovi veicoli endotermici. Tuttavia, Dudenhöffer sottolinea come il consenso politico attorno a questa misura sia tutt’altro che consolidato. In particolare, alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, stanno spingendo per una revisione del Green Deal europeo, dimostrando scetticismo sulla completa eliminazione delle auto a combustione.
La Germania ha recentemente respinto la proposta italiana di anticipare la revisione del divieto UE sui motori a combustione, evidenziando le divergenze tra gli Stati membri riguardo alle tempistiche e alle modalità di attuazione delle normative europee. Questo crescente disaccordo, combinato con l’esigenza di trovare alternative praticabili e sostenibili per tutti i Paesi, potrebbe tuttavia rallentare l’abbandono definitivo dei motori termici.
Le sfide della transizione elettrica
La transizione verso il full electric non è dunque priva di sfide. Un sondaggio condotto da McKinsey ha rilevato che una percentuale significativa di proprietari di auto elettriche negli Stati Uniti sta considerando di tornare a veicoli a combustione interna, citando preoccupazioni riguardo all’infrastruttura di ricarica e all’autonomia.
In Europa, un sondaggio delle Università di Oxford e Humboldt di Berlino insieme alla berlinese Hertie School ha rilevato che il divieto di vendita di nuove auto con motore a combustione interna è visto come una delle misure più impopolari di protezione dai cambiamenti climatici in Germania e Francia ma anche in Polonia. Un dato che evidenzia le sfide politiche e sociali legate a questa transizione.
Innovazioni nei motori a combustione: una nuova prospettiva
Nonostante le pressioni per una transizione verso veicoli elettrici, la combustione interna potrebbe non essere destinata a scomparire completamente. Al di là dei combustibili fossili come diesel e benzina, innovazioni come i motori a idrogeno stanno emergendo come alternative potenzialmente sostenibili. Questi motori offrono il vantaggio di emissioni ridotte, mantenendo al contempo alcune delle caratteristiche preferite dai consumatori, come l’autonomia e la rapidità di rifornimento.
Inoltre, l’Unione Europea sta valutando l’inclusione di diversi tipi di carburante. Ad esempio i combustibili sintetici, noti come e-fuels, sono segnalati come una possibile soluzione per decarbonizzare i trasporti senza abbandonare completamente la motorizzazione auto a combustione interna. Questi combustibili, prodotti utilizzando energia rinnovabile, potrebbero consentire l’uso continuato dei motori termici, contribuendo allo stesso tempo a ridurre le emissioni di CO2.
Auto termiche e mercato: una questione di redditività
Oltre agli aspetti normativi, le dinamiche del mercato globale dell’auto giocano un ruolo cruciale nel determinare la sopravvivenza delle auto termiche. Dudenhöffer evidenzia che, al momento, i produttori trovano più conveniente concentrarsi su veicoli a combustione interna, grazie ai margini di profitto più elevati rispetto ai modelli elettrici. Lo stop agli incentivi auto in alcuni Paesi – tra cui la stessa Italia – ha reso in particolar modo le auto elettriche meno competitive. Al contrario, le case automobilistiche offrono sconti significativi sui veicoli termici, rendendoli più accessibili e attraenti per i consumatori.
Il 2025 potrebbe però segnare un’inversione di tendenza in termini di convenienza del full electric, vista anche la prossima entrata in vigore dell’omologazione Euro 7 che constringerà le case costruttrici a maggiori investimenti per allinearsi ai nuovi standard di emissioni per le auto a motore termico.
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