La mafia dei vecchi boss: 19 arresti all’Uditore

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PALERMO – Gli arrestati nel blitz della notte sono diciannove, 17 in carcere e due agli arresti domiciliari. Fra di loro tre vecchi boss che avrebbero un forte peso nella mafia di oggi.

Franco Bonura, Agostino Sansone e Girolamo Buscemi facevano parte dell’elenco degli scarcerati eccellenti di Cosa Nostra. Nelle mappe del potere tracciate da Livesicilia negli ultimi anni comparivano anche i loro nomi tornati alla ribalta per recenti fatti di cronaca. Mafia, estorsioni e intestazioni fittizie: le accuse sono quelle tipiche del repertorio mafioso.

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Mafia e affari

I tre principali arrestati, così hanno ricostruito i poliziotti della squadra mobile guidati da Marco Basile e della Sezione criminalità organizzata, hanno un minimo comune denominatore: sono mafiosi ma anche uomini di affari nel settore immobiliare e dei lavori edili.

L’inchiesta coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Giovanni Antoci della Direzione distrettuale antimafia, ha portato anche al sequestro, tra gli altri beni, di una società riconducibile a Bonura che avrebbe potuto contare per gli affari sull’aiuto del costruttore Eugenio Avellino.

La Florens srl sarebbe la “cassaforte” del vecchio boss con una cinquantina di immobili. Sotto sequestro anche la discoteca Notr3, dove nel dicembre di due anni fa fu assassinato Lino Celesia al culmine di una lite. Il locale sarebbe riconducibile ai Sansone.

Bonura, il boss dei misteri

Bonura ha finito di scontare la pena nel 2021. Durante la pandemia Covid si scatenò un putiferio per gli arresti domiciliari che gli furono concessi. Tornò in carcere per il residuo dei 18 anni di pena che gli restavano da scontare. Costruttore mafioso era legato agli Inzerillo a cui voltò le spalle per allearsi con i corleonesi. E si guadagnò il posto di capomafia. Di lui si è tornato a parlare nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Caltanissetta che ha ripreso in mano il dossier “mafia e appalti” di Paolo Borsellino.

Nell’invito a comparire notificato all’ex pubblico ministero Gioacchino Natoli si fa riferimento ad una ipotesi di favoreggiamento. Da alcune vecchie intercettazioni riascoltate ai giorni nostri emergerebbe la messa a disposizione dell’imprenditore e politico democristiano Ernesto Di Fresco, che fu anche presidente della Provincia di Palermo, per aggiustare il processo di appello che vedeva imputato Bonura per il duplice omicidio Chiazzese-Dominici. Bonura era stato assolto in Corte di assise e in secondo grado arrivò la conferma.

Sansone e il legame con Riina

Anche Agostino Sansone, 76 anni, è un volto noto. Fino ad oggi seguiva a piede libero il processo di appello per voto di scambio politico-mafioso. Fu arrestato alla vigilia delle elezioni comunali del 2022 e assolto in primo grado, ma la Procura ha fatto ricorso. Ora ne chiede la condanna. I poliziotti lo individuano come il reggente della famiglia mafiosa dell’Uditore.

Nel frattempo ufficialmente era tornato a fare l’imprenditore edile dopo che in passato aveva scontato una condanna per mafia. I suoi fratelli, Gaetano e Giuseppe, furono arrestati nel ’93. Seguirono subito le sorti di Totò Riina. Agostino, invece, finì in cella nel 2000.

C’era molto di più agli atti dell’inchiesta sul presunto voto di scambio con Pietro Polizzi candidato per Forza Italia. Sansone abita in via Bernini. In una delle ville confiscate alla sua famiglia è sorta una caserma dei carabinieri. Si tratta dello stesso residence dove Totò Riina trascorse l’ultima parte della latitanza. Sono stati monitorati incontri con Giancarlo Seidita poco prima che quest’ultimo, boss della Noce, venisse di nuovo arrestato.

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Seidita aveva bisogno di parlare con Sansone. Di cosa? Era interessato a un capannone. Si incontrano in un bar e si scambiarono parole affettuose: “Agostino… che grande piacere?”; “È sempre mio, come siamo?; “Combattiamo sempre”.

“L’ho mandato a chiamare, però volevo parlare pure con vossia per sapere se dice è una persona che mi interessa a me lo possiamo chiamare per dirgli se…”. Seidita si rivolgeva a Sansone dandogli del “vossia”. Un gesto di riverenza da parte del boss della Noce. Un boss potente, stretto alleato dei Lo Piccolo, tornato a comandare dopo avere finito di scontare una condanna.

Buscemi e gli scappati

Girolamo Buscemi, 73 anni, piazzato dagli inquirenti al vertice della famiglia di Passo di Rigano, in passato fu processato e assolto per mafia dopo che la Cassazione annullò con rinvio la sentenza di condanna. Gli furono però confiscate le imprese edili. Girolamo è fratello di Giovanni Buscemi arrestato nel 2019 assieme agli Inzerillo di Passo di Rigano. Il blitz svelò il solido rapporto fra i mafiosi palermitani scappati durante la guerra di mafia e gli americani. Girolamo Buscemi è imparentato con i gambino di New York. Il fratello Giovanni partecipò alla riunione della nuova cupola convocata nel 2018 in una palazzina a Baida.

Tutti i nomi

In carcere sono finiti oltre a Francesco Bonura, Girolamo Buscemi e Agostino Sansone, anche Giovanni Buscemi, 67 anni; Eugenio, Dario e Giacomo Avellino, di 56, 29 e 63 anni, Alessandro e Giuseppe Costa, di 40 e 60 anni, Gaetano Manlio Porretto, 70 anni, Giuseppe Sansone, 77 anni, Gaspare Perna, 55 anni, Angelo Rosario Parisi, 70 anni, Giusto Catania, 42 anni, Domenico Salerno, 52 anni, Roberto Sansone e Mauro Pace, di 41 e 76 anni. Agli arresti domiciliari per Antonino Buscemi e Michele Spataro, di 70 e 71 anni.

I sequestri

Il gip ha disposto il sequestro di alcune società: Golden Blu Costruzioni srl, Società cooperativa Futura, la Florens srl, Ad Astra srl, Vb Immobiliare srl, Ac Milano srl (è la società che gestiva la discoteca, il cui rappresentante è Alessandro Costa ). I beni valgono 10 milioni di euro.



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