Gli interessi in gioco sono diversi e spesso confliggenti. Da una parte gli agricoltori e le società sciistiche spingono per la costruzione di nuovi serbatoi d’acqua. Dall’altra parte gli ambientalisti premono per una maggiore difesa del territorio. Una cosa è certa: i cambiamenti climatici condizioneranno sempre di più la disponibilità di acqua. E di neve. Ma attualmente in Trentino quanti «magazzini» idrici ci sono? E quanti, invece, sono in cantiere? In totale – stando ai dati forniti dalla Provincia – si contano 49 bacini o vasche di accumulo per l’irrigazione dei campi e la produzione di neve artificiale. Altri 10 sono già in corso di progettazione o realizzazione. Proprio ieri, inoltre, il Consorzio di bonifica Brenta ha fatto sapere che andrà avanti con «le fasi progettuali successive» per la tanto contestata Diga del Vanoi, al confine tra il Trentino e il Veneto.
La capienza dei bacini
Entrando nello specifico, in Trentino sono stati costruiti 30 bacini per l’innevamento e 19 per l’irrigazione. In totale possono contenere fino a 3,3 milioni di metri cubi di acqua.
I serbatoi «agricoli» hanno una capacità di quasi 2 milioni di metri cubi. «Grazie agli investimenti messi in campo dalla Provincia, oggi oltre l’80% della superficie irrigata utilizza il sistema a goccia, che consente di ridurre il consumo annuo da 600 milioni di metri cubi a soli 120 milioni. Questo è un risultato straordinario, ma sappiamo che dobbiamo fare ancora di più», spiega l’assessora provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli.
I bacini «sciistici», invece, possono immagazzinare oltre 1,3 milioni di metri di cubi, su un consumo annuo di circa 9 milioni.
I serbatoi più grandi
In campo agricolo i laghi di Coredo e Tavon (Val di Non) rappresentano il serbatoio più grande con una capienza di 768mila metri cubi. A seguire, sempre in Val di Non, il bacino Sette larici (305mila) e quello nella Val dell’Orso a Tres (211mila).
Passando all’industria dello sci, al primo posto si piazza il lago Montagnoli (Tre ville) a servizio delle piste di Campiglio: con una capienza da 200mila metri cubi, è il più grande bacino italiano per l’innevamento artificiale. Al secondo posto troviamo l’invaso in Val Mastellina (178mila), realizzato nel 2022 per le piste di Folgarida-Marilleva. Infine il serbatoio Valbiolo al Passo del Tonale (123mila), costruito nel 2021.
Il più recente è, invece, il bacino multifunzionale al Pordoi (120mila), ultimato nel 2023. Dal 2019 a oggi sono stati realizzati 6 nuovi «magazzini» con una spesa superiore ai 30 milioni di euro.
Bacini futuri: il caso Vanoi
Sono 10, invece, i bacini in corso di autorizzazione o già in fase di realizzazione. Il mondo dello sci aspetta la costruzione di cinque bacini a Pampeago (74.880 metri cubi), Andalo (60mila) e Cavalese (60mila): tutti e tre già autorizzati. Mentre sono in corso di progettazione due serbatoi a Lavarone (60mila) e in Panarotta (24mila).
Il mondo agricolo, invece, attende un invaso a Ronzo Chienis da 37mila metri cubi (Val di Gresta) e, sempre nello stesso territorio, due vasche da 16mila metri cubi complessivi. A Revò (Val di Non) è prevista la realizzazione di un invaso da 35mila metri cubi. Altri due serbatoi, Forca (10mila metri cubi) e Visegno (1.200), saranno realizzati sull’altopiano di Brentonico.
Diverso è il caso della diga del Vanoi in Primiero, che ha trovato una forte opposizione dei territori e degli ambientalisti. Ieri è stata pubblicata la relazione finale del dibattito pubblico a firma del responsabile del ministero delle Infrastrutture, Gennaro Mosca. Contestualmente il Consorzio di bonifica Brenta ha riferito che nei giorni scorsi il consiglio di amministrazione «ha espresso il suo parere favorevole all’interesse e alla necessità di dover proseguire le fasi progettuali successive». È stato annunciato anche un «piano di indagini sulla sicurezza geologica». Si lavora all’ipotesi «C»: un bacino da 20 milioni di metri cubi a servizio della pianura veneta. La Provincia di Trento, però, ha più volte manifestato la propria contrarietà alla realizzazione dell’opera, che ricadrebbe in buona parte in Trentino. Inoltre, al momento, non è previsto un finanziamento da parte dello Stato: servirebbero 170 milioni di euro.
Zanotelli: «Risorsa preziosa»
Per l’agricoltura «l’acqua è una risorsa fondamentale — dice l’assessora Zanotelli — e in una provincia come la nostra, caratterizzata da un settore agricolo di grande valore per l’economia locale, il suo risparmio e una gestione efficiente sono una priorità assoluta. L’impegno dell’amministrazione si articola su più fronti. Primo fra tutti, la revisione della legge 9 del 2007 sui consorzi di bonifica e di miglioramento fondiario, un passo fondamentale per una gestione più integrata e moderna delle risorse idriche. Allo stesso tempo — aggiunge — è in fase di elaborazione un Piano irriguo provinciale che definisce le priorità per lo sviluppo di nuovi bacini di accumulo, per il potenziamento delle connessioni tra le reti esistenti e per l’adozione di tecnologie all’avanguardia. Un piano che non si limita alla sola irrigazione, ma che prende in considerazione anche il tema della produzione di energia da fonti rinnovabili. L’acqua — conclude — non è solo una risorsa da preservare, ma anche da utilizzare con più efficienza».
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