Borgo a Mozzano, l’opposizione: “Nuova raccolta rifiuti non riciclabili, manca l’informazione”

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“Ad un mese dall’entrata in vigore del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti non riciclabili, sponsorizzata dall’amministrazione comunale su richiesta di Ascit, non vi è stata più nessuna comunicazione in merito alla cittadinanza“. A dirlo sono i consiglieri comunali del gruppo Sì, cambia di Borgo a Mozzano.

“Proprio l’amministrazione – dicono i consiglieri di opposizione – si era presa l’impegno di inviare a tutti gli utenti un formulario, con tutte le indicazioni necessarie, per una corretta differenziazione dei rifiuti. Le istruzioni per la differenziazione dei rifiuti riciclabili a discapito di quelli non riciclabili che devono essere destinati al conferimento in discarica o alla termovalorizzazione sono indispensabili per spiegare meglio e in modo dettagliato agli utenti le nuove modalità di conferimento della frazione non riciclabile. Ad oggi i punti suddetti sono lettera morta,  i cittadini sono preoccupati poiché non solo vi è una mancanza di chiarimenti sul motivo reale di questa iniziativa, così penalizzante per molti cittadini ma, ad oggi non sono ancora stati forniti i numeri relativi alle quantità dei rifiuti ritirati da Ascit nel Comune di Borgo a Mozzano e quanto incide la frazione del non riciclabile sia in termini di quantità che di costi. Nemmeno i costi reali  della raccolta e dello smaltimento dei vari tipi di rifiuti sino stati forniti , così come  la loro incidenza sulla tariffazione”.

“Senza considerare che la frequenza del ritiro per molti utenti ,asserebbe da quella settimanale, attuale, a bimestrale ed addirittura trimestrale, con enormi difficoltà anche igieniche per chi abita in un appartamento e non dispone di uno spazio idoneo – dicono i consiglieri – A nostro avviso, la marcatura con un chip del sacco che deve essere ritirato a mezzo tessera sanitaria, è un mezzo di controllo dell’utente che non può essere accettato. Chi provvede alla raccolta dei rifiuti, fornisce un servizio che fa pagare puntualmente agli utenti. Il costo del servizio è coperto in pareggio dalla Tari pagata dagli utenti. Gli utenti sono obbligati a differenziare i rifiuti secondo la regole fornite dal gestore, pertanto quelli che sono classificati non riciclabili, devono essere ritirati senza limiti di  quantità dal gestore che fornisce il servizio. Se la scusa è quella che gli utenti differenziano male, uno dei motivi principali è perché non c’è chiarezza nemmeno da parte di Ascit, non c’è una politica ecologica dell’imballaggio da parte dei produttori e da parte delle amministrazioni pubbliche, non c’è una capillare e continua informazione degli utenti su modi e metodi di differenziazione (le tipologie  di prodotti e di imballaggi sono varie e complesse)”.

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“Per questo riteniamo che prima di tutto si dovrebbero informare gli utenti in modo preciso e puntuale – dicono i consiglieri Eseguire dei  controlli a campione, sensibilizzando, chi ancora non ha capito il funzionamento (o è restio alla corretta differenziazione) e infine prevedere  un’analisi dei costi extra generati, in modo da capire bene, quanto è l’incidenza del non riciclabile mal differenziato, sul totale del costo di smaltimento. Solo dopo aver effettuato questi passaggi si possono valutare le azioni necessarie, finalizzate a ottimizzare ancora di più la differenziazione. Non è con il chip o un servizio di raccolta più restrittivo o vessatorio che si risolve il problema“.

“Il sistema di raccolta dei rifiuti urbani è nato dall’esigenza di dare un destino a tutte quelle cose, a quegli oggetti e a quei prodotti  che l’utente, non può utilizzare o conservare – concludono i consiglieri – Negli anni addietro si era diffuso il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti in ogni dove. Basta, ancora oggi andare in qualche canalone delle nostre montagne per trovare sacchi della spazzatura o vecchi elettrodomestici. Un sistema troppo vessatorio per gli utenti potrebbe, anzi sicuramente, porterà a questa vecchia pratica di abbandonare i rifiuti ovunque danneggiando in modo irreparabile il nostro ecosistema. Un altro punto che sconcerta è quello del divieto per i centri di raccolta di ritirare il materiale non riciclabile. Anche questo divieto incrementerà ulteriormente il rischio dell’abbandono dei rifiuti. In considerazione di quanto sopra chiediamo all’amministrazione comunale di riconsiderare questa scelta scellerata, intraprendendo, una volta chiariti i presupposti e gli obiettivi economici, un  percorso di informazione e formazione dell’utenza in modo da non dover ricorrere a questi metodi così meschini ed inutili”.



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