Venture capital, il 2024 è l’anno della ripresa: investiti 1,5 mld, ma diminuiscono le exit

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Il venture capital italiano torna a crescere. Solo un anno fa gli innovatori italiani facevano i conti con un anno di magra, il 2023, che aveva segnato un -37% di capitale investito rispetto all’anno prima. Nel 2024 il trend sembra invertito, anche se non sono state raggiunte le cifre del 2022: gli investimenti in startup e imprese innovative in Italia sono cresciuti del 28% raggiungendo quota 1,5 miliardi, raccolti in 417 round d’investimento.

Anche il numero di round cresce (del 31%) e stavolta il record c’è: non ce ne sono mai stati così tanti. Rimangono le caratteristiche di scarsa ‘maturità’: si investe prevalentemente nelle prime fasi della vita delle startup e ci sono state poche exit (34 contro le 43 del 2023) con un calo del loro valore complessivo. La Borsa non ha convinto quasi nessuno dei founder, con una sola IPO registrata lo scorso anno.

Lo scenario è delineato dall’Osservatorio trimestrale sul Venture Capital in Italia, realizzato dalla banca d’investimento Growth Capital e da Italian Tech Alliance, l’associazione italiana del venture capital.

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Venture capital report, l’eoluzione degli investimenti in Italia

Primi in Europa

Tra gli ecosistemi VC europei con oltre un miliardo di investito nel 2024, l’Italia si distingue per la maggior crescita annua. L’ecosistema italiano ha registrato nel 2024 la più alta crescita su base annua (+28%), seguita da Belgio (+17%) e Spagna (+16%), in uno scenario che vede l’Europa decrescere dell’8%, e i mercati di UK e Francia rispettivamente a -12% e -14%. “Nel 2024 l’Italia ha visto il lancio di 15 nuovi fondi per un totale di 1,4 miliardi attualmente raccolti, mentre sono stati 297 gli investitori attivi nel mercato italiano, di cui il 42% proveniente dall’estero, confermando l’attrattività internazionale del Paese”, dice il report.

Qualche numero sul ritardo dell’innovazione europea rispetto a quella USA – Venture capital report

Venture capital, il ritardo europeo

La situazione europea è significativa, negli anni in cui è stato ‘riscoperto’ come la competitività tecnologica del continente sia in terribile ritardo rispetto agli altri potenti del mondo. Nel 2024 negli USA si sono chiusi 15.260 mila round, per una raccolta di 210 miliardi; in Asia i round sono stati 11 mila per 70 miliardi investiti, mentre in Europa ha visto la chiusura di 9.600 round per 57 miliardi di investimenti.

Gli altri dati italiani: dove si investe

Dove investe di più il venture capital in Italia?

L’analisi per settori dell’osservatorio vede in testa il DeepTech con 64 round, seguito da Software, Life Sciences e Smart City, rispettivamente con 63, 62 e 61 round.

Le operazioni nel settore DeepTech, Software e Life Sciences crescono graze all’attività di acceleratori e incubatori.

Nell’ammontare raccolto la classifica cambia: il 2024 vede sul podio Life Sciences con 300 milioni, seguito da Smart City con 296 e Software con 262; a seguire Fintech con 175 milioni e Deep Tech con 163. Se si considerano gli ultimi 5 anni, i settori Food & Agriculture e Digital hanno visto una diminuzione dei capitali raccolti, mentre Software ha registrato un aumento costante nel tempo.

La top 5

Tra i round inclusi nel report ci sono anche quelli di giganti che sembrano aver superato da tempo la loro fase ‘startup’- Tra i top 5 deal del 2024, in testa troviamo Bending Spoons (144 milioni, Growth VC), seguita da Newcleo (135 milioni, Serie A), MMI (101 milioni, Serie C), Satispay (60 milioni, Growth VC) e D-Orbit (50 milioni, Serie C).

Venture capital report, i numeri

I tipi di round

Si conferma una predominanza, nell’ecosistema italiano, dei round di importo contenuto che si fanno all’inizio della vita di una startup.

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In Italia nel 2024 Pre-seed, Seed e Bridge rappresentano l’82% di tutti i round (rispetto al 78% del 2023). “L’incidenza dei round Late Stage sul totale raccolto (43%) sta tornando ai livelli precedenti al 2023. Nel dettaglio, i round Pre-seed sono stati 142 con 64 milioni investiti, i Seed 152 (209 milioni), i Bridge 49 (114 milioni), i Serie A 53 (459 milioni), i Serie B 12 (232 milioni) e i Serie C+ 9, per 422 milioni d’investimento”, dice il report.

Gli investitori dall’estero

I primi tre investitori in Italia sono sempre gli stessi: CDP Venture Capital, Azimut e Vento Ventures, così come è stabile il numero di investitori attivi in Italia (297). Ma nel 2024 il 42% di questi proviene dall’estero (contro il 35% del 2023). Dal 2020, 208 diversi investitori internazionali hanno partecipato a round italiani, principalmente provenienti da Regno Unito, Germania, Francia e Svizzera. “La partecipazione di investitori internazionali continua a essere preminente nei round di finanziamento più importanti, anche se il 2024 ha segnato un aumento della loro presenza in round di tutte le dimensioni”.

“L’Italia ha segnato un record nel numero di operazioni, anche se con molti round confidenziali, e ha visto un aumento del 28% su base annua nell’ammontare investito, affermandosi come il mercato in più rapida crescita tra quelli comparabili, come da nostre previsioni”, dice Fabio Mondini de Focatiis, Founding Partner di Growth Capital. “Nel 2024 l’annuncio di nuovi fondi VC per un totale di circa €1,4B ha portato il livello di dry powder a cifre mai raggiunte prima. Guardando al 2025, ci aspettiamo un incremento sia nel numero di deal che nell’ammontare investito, escludendo i mega round, la cui frequenza e dimensione restano difficili da prevedere. Questa crescita sarà trainata soprattutto dall’elevata disponibilità di capitali, dalla maggiore partecipazione di investitori internazionali e dalla crescita dimensionale dei fondi VC italiani”.

“I numeri dell’Osservatorio ci dicono che il 2024 è stato un anno di consolidamento per l’ecosistema italiano dell’innovazione, che grazie anche alle importanti novità introdotte a livello di policy, potrà ulteriormente crescere nel 2025, riducendo il gap rispetto agli altri Paesi europei. Le grandi sfide per il 2025 saranno quelle di coinvolgere maggiormente gli investitori istituzionali e di far crescere la quota di investitori internazionali nei round guidati da VC italiani. La strada da fare è ancora molta, ma i segnali positivi dell’ultimo anno ci dicono che quella intrapresa è senza dubbi la giusta via”, commenta Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance.



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