Marino Trizio, presidente di Città Plurale di Matera, ha inviato una lettera aperta al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi e all’assessore regionale Pasquale Pepe per chiedere il trasferimento degli uffici regionali nell’immobile ex Unibas di via Lazazzera. Di seguito la nota integrale.
Gent.mo Presidente
Gent.mo Assessore
Il Campus Universitario di Matera in quanto esiste, anche se ancora incompiuto, è grazie ad una petizione che tra la fine 2002 e inizio 2003, raccolse 10.876 firme, con la quale avanzammo la proposta di destinare l’intera area del vecchio ospedale di Matera con i suoi tre padiglioni all’Università, e il suo collegamento con l’area verde del parco del Castello. Una operazione di recupero e di riqualificazione di una grande area a ridosso del centro storico, che avrebbe prodotto valore aggiunto in termini culturali ed economici per la città e l’intera provincia. Sull’area c’erano già interessi, se ne stava discutendo in consiglio comunale, per utilizzare la suddetta area dell’ex ospedale per la solita speculazione edilizia. Forse o certamente, essendo giunti alla fine di una storia quasi infinita, vogliamo sinteticamente ricordare in questo frangente i fatti. Con delibera di G.R. n.372 del 23.2.04 avviene il cambio di padiglione dal 3° al 2° (padiglione Stella) per la realizzazione della casa dello Studente; l’affidamento della progettazione esecutiva è affidata all’Ufficio Edilizia della Regione, e si ribadisce che l’opera è finanziata parte con il contributo di cui alla legge 338/2000 e parte con un mutuo da contrarre con la Cassa DD.PP. da parte dell’ARDSU come autorizzato da una precedente delibera. Il MIUR con nota del 14.4.2004 n.235/R e del 30.7.2004 n.245/R in attuazione della legge n.338/2000 art.14 comma 18 comunica l’ammissione al cofinanziamento degli interventi; il progetto definitivo per il recupero del II padiglione Stella ottiene le seguenti autorizzazioni: N.O. Vigili del Fuoco 21.1.05; N.O. ASL Matera 21.2.05; N.O. Ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio Reg. Bas. 25.2.05; Permesso a costruire del Comune di Matera 22.3.05; concessione dalla Regione in comodato gratuito all’Università di Basilicata di tutta l’area con il complesso immobiliare ex nosocomio di Matera delibera di G.R. 23.2.04; approvazione del progetto esecutivo di recupero e rifunzionalizzazione del 2° Padiglione per un importo complessivo di Euro 8.131.000,00(euro 4.790.266 con fondi cofinanziamento MIUR e euro 3.340.734 con mutuo Cassa DD. e PP. da parte dell’ARDSU); nel 2007 i finanziamenti vengono persi per incuria di tutte le parti interessate. Nel 2008 viene ripresentato il progetto al MIUR. Il progetto fu riapprovato nel febbraio 2010 per un importo di 12.000.000 di euro. La Regione Basilicata rimandò la suddetta documentazione al Comune di Matera per riottenere la nuova concessione edilizia, necessaria per, salvo ulteriori imprevisti e intralci, appaltare i lavori, con l’auspicio che la gara di appalto non fosse espletata al massimo ribasso. Ciò che invece è accaduto con il ribasso del 52 per cento. Situazione che ha determinato, per tutte le conseguenti vicende, che sarebbero da chiarire, il fermo dei lavori per tutti questi lunghissimi anni. Il 5 dicembre 2024, nella conferenza stampa presso il Campus Universitario di Matera, si è appresa la notizia, attesa da oltre sedici anni, della realizzazione definitiva della Casa dello Studente, che con tutti gli scongiuri immaginabili, dovrebbe vedere la luce nel maggio 2026. Gli studenti di Matera e del comprensorio dell’Università della Basilicata potranno avere una struttura moderna con relativi servizi per 150 posti, di cui il 20 per cento destinati ai disabili. L’investimento previsto sarà di complessivi 13 milioni di euro, 7 dei quali della Regione Basilicata, e un impegno ulteriore di 900.000 euro per le attrezzature, in modo da consegnare lo studentato completo per l’inizio dell’anno accademico 2026-2027, come dichiarato in conferenza stampa. Non possiamo che sostenere con immensa soddisfazione la notizia e darvi atto di aver dato soluzione al problema. 13:52
A questo punto c’è un altro passo determinante da compiere. Innanzi tutto per poter dire che nella città di Matera vi è un vero Campus Universitario, occorre mettersi d’accordo su cosa si intende per Campus. È importante chiarire una volta per tutte il suo significato, che non deve essere identificato in una singola struttura. Il Campus, in ogni parte del mondo, è il luogo, lo spazio e le strutture dove sono concentrate le attività di didattica (aule, biblioteche), di ricerca (laboratori e strumentazione), di servizi agli studenti (alloggi, mense, uffici di segreteria) e del tempo libero (palestre, campi da gioco e luoghi di socializzazione), senza condominio con altri uffici e attività. Il Campus è un luogo dedicato alla crescita culturale, professionale e civile degli studenti. Un luogo di forte caratterizzazione per gli studi di alta qualificazione in cui gli studenti e i docenti sappiano riconoscersi ed essere parte attiva nelle scelte di sviluppo e miglioramento della qualità degli studi.
vi chiediamo pertanto, di risolvere, in maniera definitiva, una situazione che doveva essere temporanea: quella del trasferimento degli uffici regionali dall’interno del III padiglione del Campus. Condizione temporanea, come assicurò all’epoca il Presidente Filippo Bubbico. Così non è stato, nonostante i continui solleciti. Indicammo già all’epoca, l’ex struttura in Via Lazazzera che avrebbe ospitato l’Università, in attesa della conclusione dei lavori di ristrutturazione del I Padiglione (Padiglione Plasmati), come luogo idoneo al trasferimento degli uffici regionali. Proposta che Città Plurale ha sollecitato negli anni successivi.
vi chiediamo inoltre di rivedere il finanziamento regionale di 2 milioni di euro per la demolizione e ricostruzione dell’ex struttura universitaria di via Lazazzera, richiesta, al quanto sconcertante, dell’amministrazione Bennardi, decaduta in maniera non proprio decorosa lo scorso anno, da destinare a sede della Polizia Locale, Protezione Civile e Centro Operativo Misto. La struttura è l’esempio di una architettura moderna degli anni 70 progettata dagli architetti Baldoni e Lamacchia e presente nel libro a cura dell’arch. Gigi Acito “Matera Architetture del Novecento”. Un esempio di architettura da non cancellare. I due milioni di euro potrebbero essere utilizzati per ristrutturare la struttura e adibirla a uffici regionali. Non ci risulta che nel Campus Universitario di Macchia Romana di Potenza o di altri in Italia e nel mondo, ci sia la presenza di uffici pubblici o altro. La situazione, in presenza di una vera volontà politica, si può risolvere in tempi relativamente brevi. La struttura è di proprietà del Comune di Matera, che potrebbe essere data in comodato gratuito alla Regione. Area più centrale, fornita di area parcheggio, e se ha ospitato l’Università può ospitare gli uffici regionali. Per chiarezza, vogliamo ricordare che sull’ex struttura universitaria di via Lazazzera, sono state avanzate altre proposte, come quella di alcuni anni fa per una nuova divisione del Centro Sperimentale di Cinematografia e ultimamente come Casa della Cultura. Per queste due proposte, vi sono altri luoghi dove poterle realizzare. Questo è l’ulteriore passo che chiediamo se si crede concretamente in un progetto di alta formazione e in un luogo ad esso destinato. A sostegno della nostra richiesta, facciamo riferimento al dibattito a livello internazionale sul ruolo delle Università nello sviluppo urbano, recentemente arricchito di importanti studi sul contributo che le stesse possono portare ai sistemi regionali e urbani, anche dal punto di vista della conoscenza, del capitale umano e del capitale sociale. Si fa insomma strada il concetto di una Università con un forte legame civico con la città, in contrasto con quello di una Università imprenditoriale, e se ne evidenziano gli effetti in termini di mutuo beneficio per la comunità urbana e per la comunità scientifica.
Questa prospettiva non sembra essere stata presente nel discorso pubblico e nelle pratiche politiche con cui la Città di Matera ha affrontato negli ultimi vent’anni la questione nella prospettiva di essere una Città Universitaria, sempre dichiarata a parole, senza fatti concreti. Anche lo stesso Ateneo cittadino è stato finora, salvo alcune eccezioni, latitante in merito al progetto di una città dello studio e della ricerca. Crediamo che queste considerazioni valgano anche per la città di Potenza, per l’Unibas in generale. Infatti, amara constatazione, l’Università di Basilicata vive uno stato di profonda crisi nelle iscrizioni e nella sua gestione. Il Rapporto Censis 2024, dopo le cattive notizie di Bankitalia sulla situazione economico e sociale della Basilicata, ci dice che l’Unibas è al penultimo posto nella graduatoria nazionale dei piccoli Atenei. La situazione va affrontata e cambiata, non c’è altro tempo da perdere, ci sono tutte le condizioni affinché l’Università di Basilicata diventi una cosa seria, capace di ribaltare la condizione negativa in cui è precipitata, ed essere un Polo Universitario attrattivo per il centro sud e per i paesi che si affacciano sul mediterraneo, e se i lavori procederanno regolarmente, l’entrata in funzione della Casa dello Studente per l’Anno Accademico 2026/27, che porterà di conseguenza all’attivazione della struttura, già realizzata, destinata alla mensa, coinciderà, non volendo, con l’ulteriore riconoscimento di Matera a Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026 insieme alla città di Tetouan (Marocco). Gent.mo Presidente e Gent.mo Assessore, ma rivolgiamo l’appello a tutti i consiglieri regionali, facciamo della nostra Università un luogo di rilievo culturale e di alta formazione e soprattutto che i lavori per terminare la realizzazione della Casa dello Studente siano eseguiti con scrupolo e attenzione nella tempistica e gli uffici regionali vengano trasferiti nell’ex struttura universitaria di via Lazazzera. Ciò che chiediamo non è altro che il rispetto della delibera che destinò tutta l’area e i tre padiglioni per la realizzazione del Campus Universitario di Matera. Nel ribadire la soddisfazione per la notizia positiva, e la nostra disponibilità ad un rapporto costruttivo, restiamo in attesa di un Vostro riscontro, che ci auguriamo positivo.
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