Il paese natale di Sinner è stato raggiunto da fan toscani, liguri e lombardi desiderosi di vedere la finale dell’Australian Open nei luoghi natali del campione
Molti parlano la lingua di Alexander Zverev, ma i cori erano tutti per Jannik Sinner, il campione azzurro di Sesto Pusteria, dove comunque il tedesco è parlato più dell’italiano. Il tifo bilingue ha caratterizzato le tre ore della finale davanti ai due maxischermi che il primo circolo sportivo del tennista altoatesino ha allestito in vista della partita. Tantissimi concittadini pur di vederla hanno rinunciato a una domenica mattina sulla neve, ma altrettanti turisti hanno raggiunto il paese dell’Alto Adige per respirarne il clima in un momento così particolare. Una coppia dalla Liguria, una famiglia dalla Toscana, visitatori che da ogni parte d’Italia hanno dichiarato di essere venuti con il proposito di conoscere la patria del tre volte vincitore di uno Slam, più forte tennista italiano di sempre e primo numero 1 azzurro nella storia di questo sport.
Gli occhi incollati sugli schermi
Un’occasione per il sindaco stesso, Thomas Summerer, di rinnovare il proprio orgoglio per il 23enne. «Eravamo tutti al circolo — ha raccontato il primo cittadino di Sesto — con gli occhi incollati sugli schermi. Ennesima vittoria, ennesima prova di forza e ancora una volta l’umiltà e la classe con cui si è distinto, anche dopo il trionfo. Persino il sindaco di un paese vicino Varese è venuto per respirare l’atmosfera. Per noi è un orgoglio attirare tante persone con la vetrina di un ragazzo d’oro come Jannik, impeccabile dal punto di vista sportivo e umano». Il sindaco non nasconde il suo stupore, anche se Sinner non è più una rivelazione. «Che un tennista simile potesse crescere in queste vallate è qualcosa di incredibile, non so se ricapiterà mai, intanto possiamo solo esprimere grande gioia». Summerer aggiunge anche un dettaglio sui genitori, che preferiscono ancora una volta lasciar parlare le gesta sportive del figlio. «Sono molto riservati, la prova dell’etica del lavoro e dell’umiltà che caratterizza Jannik. Chissà se passerà di qui nei prossimi giorni, per la stagione che lo aspetta non sa nemmeno se riuscirà ad andare a Roma per la cerimonia del Quirinale».
Sulla fascinazione per Sesto si sofferma anche Waltraud Watschinger, presidente dell’Associazione turistica locale. «Dopo la vittoria c’è stato un brindisi collettivo in diversi alberghi del paese. Tanti turisti hanno pernottato qui per seguire la finale, mentre molti cittadini, avanti con l’età e che non hanno mai seguito il tennis, sono ormai diventati degli autentici appassionati». Poi precisa: «Da queste parti non lo fanno con tutti, ma Sinner ha due cuori. Quello dello sportivo, che non lascia scampo agli avversari, e quello dell’uomo, che mette in luce più lo sconfitto di se stesso. Lascia ancora perplessi la compostezza con la quale celebra questi trionfi».
«Un campione unico»
Non è invece riuscito a seguire la partita il presidente del Coni in Alto Adige Alex Tabarelli. «Avevamo la coppa del mondo di biathlon qui ad Anterselva — ha detto ricordando gli eventi e le discipline della tradizione sportiva altoatesina — Ma non posso che ripetere quanto stia facendo bene, sia per il suo talento, sia per l’impegno di allenarsi e migliorarsi ogni volta, anche se è già in cima alla classifica mondiale. Un campione unico, che dà ulteriore lustro a un tradizione tennistica locale che era già cominciata con Karin Knapp e Andreas Seppi. Intanto Sinner porta entusiasmo, passione e tanti iscritti nelle nostre scuole di tennis. Viene tifato ovunque e, ahimé, non possiamo più dire sia solo figlio nostro. Anche in questo si rispecchia la sua grandezza».
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