Formare gli ingegneri che progetteranno e si prenderanno cura delle infrastruttura per la mobilità del futuro. È questo l’ambizioso obiettivo della Smart infrastructures and construction academy nata dalla partnership tra l’Università degli studi di Napoli, Federico II e Autostrade per l’Italia e giunta alla sua quarta edizione che oggi, 27 gennaio 2025, ha inaugurato i corsi. L’esperienza di formazione della dodicesima academy dell’università napoletana, durerà sei mesi e i corsi si svolgeranno presso il polo universitario di San Giovanni a Teduccio, già sede di altre realtà simili. Il risultato finale sarà la formazione di alto profilo di esperti di infrastrutture stradali che, sin dall’inizio dei corsi, godono di un contratto di somministrazione in Aspi.
L’obiettivo della Sic Academy
A introdurre gli obiettivi della Sic Academy è stato il coordinatore e presidente della Scuola politecnica e delle scienze di base della Federico II, Andrea Prota. Il docente ha spiegato il ruolo dell’academy nell’ambito della “tradizione della forte scuola dell’ingegneria napoletana, nata nel 1811 con la Scuola ponti e strade. Con questo percorso siamo riusciti a inserire in un percorso lavorativo con Autostrade circa 50 giovani generando una forte attrattiva anche da fuori regione. Dei 14 nuovi discenti dell’academy, solo quattro sono campani, mentre tutti gli altri provengono da varie zone d’Italia. Il successo del progetto gli ha permesso di arrivare alla sua quarta edizione” ha sottolineato Prota. Il professore ha poi ricordato che i seminari professionali del fine settimana saranno aperti anche ai colleghi ingegneri, da tutta Italia e dall’estero, impegnati nella formazione continua professionale. Prota ha inoltre, sottolineato come “l’academy sia stata aperta a tutti i profili dell’ingegneria civile e dell’architettura per garantire un ingresso ampio in virtù di un percorso di formazione multidisciplinare”.
Se a Prota è toccata l’incombenza di iniziare i lavori, la cerimonia ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti dell’ingegneria e della politica napoletana, oltre che dei vertici di Autostrade e dei suoi partner sul territorio. È il caso dell’assessore alla Mobilità, infrastrutture e protezione civile del Comune di Napoli, Edoardo Cosenza che ha ricordato “i tempi dell’università, ‘casa madre’ che ha dato tanti amministratori alla città. L’academy è il frutto della volontà di lanciare delle iniziative che rilanciassero il Sud. Nel periodo in cui Manfredi è stato rettore sono nate le academy e la volontà di creare un polo universitario come quello di San Giovanni a Teduccio che ha come obiettivo quello di far sviluppare competenze. Si tratta di un modello vincente perché permette di adattarsi rapidamente alle esigenze formative”.
Cosenza ha sottolineato anche l’idea dei sopralluoghi notturni in Tangenziale ricordata da Prota, che fanno “vedere la fatica dei lavoratori e ricordano la vita notturna degli ingegneri civili”. Anche Emilio Nigro, direttore del dipartimento di Strutture per l’ingegneria e l’architettura della Federico II, si è complimentato con chi “ha ideato questa opportunità di formazione. L’academy è importante per il Paese perché le infrastrutture sono un elemento fondamentale per la crescita. Questa possibilità formativa permetterà ai nostri studenti di acquisire competenze spendibili in Italia e all’estero grazie al modo in cui è organizzata”.
L’allarme: “Mancano ingegneri civili”
Francesco Pirozzi, direttore del dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale della Federico II, ha ricordato “i successi in campo scientifico della scuola di ingegneria napoletana. Questa ambito rappresenta, inoltre, una possibilità di lavoro assicurato per i prossimi decenni vista la miriade di progetti previsti per l’impatto ambientale”. Pirozzi ha poi lanciato la sfida agli alunni che saranno “protagonisti di interventi che saranno un unicum, un prototipo da seguire”. Il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli, Gennaro Annunziata ha accompagnato al “grido d’allarme per la mancanza di ingegneri civili” la necessità di trovare delle soluzioni come l’academy. “È necessario accendere la capacità di sognare dei giovani studenti che con la multidisciplinarità dell’academy potranno vedere anche degli aspetti più attrattivi di questo ambito”. Annunziata ha poi sottolineato altri aspetti positivi del percorso formativo che rappresenta “sia un’opportunità di lavoro ma anche una possibilità di aggiornamento professionale per i colleghi che, attraverso la modalità online, potranno seguire i seminari che riusciranno ad accogliere fino a mille partecipanti”.
Come funziona l’academy
Altri dettagli rispetto all’academy sono stati forniti da Marta Del Zoppo, docente di Tecnica delle costruzioni della Federico II. Ha spiegato che parteciperanno, insieme agli ingegneri appena entrati, altri 14 dipendenti di Aspi. “La selezione è stata curata dall’università e da Autostrade e abbiamo scelto il rapporto di uno a uno tra interni ed esterni per alimentare un programma di mentorship che accompagnerà i nuovi entrati. Ognuno di loro avrà un tutor che lo aiuterà nell’inserimento in azienda e lo seguirà nei progetti a lui assegnati. Il percorso didattico avanzato sarà basato su corsi, laboratori seminari e visite tecniche. Verranno affrontati vari temi come i droni, l’intelligenza artificiale, il rischio idrogeologico, la fibra ottica e i dati satellitari”. Gli alunni parteciperanno a 100 ore di formazione didattica e 20 ore in azienda fino a fine luglio.
Amedeo Gagliardi, vice direttore generale corporate di Autostrade per l’Italia, ha parlato dell’“importanza delle scienze ingegneristiche che sono al centro del sistema Paese. Il lavoro di oggi riguarda soprattutto la manutenzione e la rigenerazione delle infrastrutture in un contesto complesso di tremila chilometri di cui l’età ne evidenzia i limiti. Questa è la sfida delle infrastrutture per il Paese che può vincerla solo con la preparazione degli ingegneri. Questa esperienza vi metterà a contatto con i valori etici di questo lavoro e con l’evoluzione delle cose che succedono sul campo”. Il presidente di Tecne, Ennio Cascetta ha spiegato ai giovani ingegneri che “viviamo un momento bellissimo per chi si occupa di strutture e infrastrutture.
Si tratta di un momento storico, per circostanze oggettive e organizzative, di cui voi potete essere protagonisti rivoluzionari. A Napoli abbiamo colto per primi una stagione di cambiamenti perché siamo arrivati alla certezza che le infrastrutture durano, per certo 50 anni, dopo i quali non possiamo garantirne la sicurezza se non attraverso la cura e la rigenerazione. Questa consapevolezza è arrivata dopo il crollo del ponte Morandi e la cura delle strutture e infrastrutture deve diventare un tema europeo anche se l’Europa non sembra averlo ancora capito”.
La testimonianza di un’ex alunna
Francesca Paudice, alunna della prima edizione della Sic Academy, ha portato la sua testimonianza rispetto a ciò che ha rappresentato quell’esperienza tre anni fa e come ha impattato sulla sua crescita lavorativa. “Per me è stata una tappa fondamentale che mi ha dato sia possibilità di approfondire temi già studiati all’università ma anche di approcciarmi a temi nuovi. Ho acquisito competenze trasversali e ho avuto la possibilità di vederne l’applicazione pratica in concreto. Mi ha permesso di entrare in una realtà aziendale grande in maniera serena e sicura e di gestire in autonomia in poco tempo progetti e partecipazione alla redazione di studi o pubblicazioni. Inoltre mi ha fatto conoscere una rete di professionisti a cui mi sono affidata nei momenti di difficoltà”.
Tomasi (Ad Aspi): “Le infrastrutture sono il vero abilitatore di ricchezza del Paese”
Le ha definite, invece, “infrastrutture del benessere” Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, richiamando il ruolo che hanno nel futuro delle prossime generazioni. Tomasi ha ricordato il discorso di Moro nel giorno dell’inaugurazione dell’Autostrada del Sole in cui sottolineava come stesse unendo il Paese. “Nel 2021 eravamo diversi e in pochi anni ci siamo trovati di fronte a una rivoluzione. Grazie alla conoscenza dell’infrastruttura autostradale ci siamo resi conto che avevamo una percezione distorta- Ancora adesso ci stiamo rendendo conto della portata delle scoperte attraverso le verifiche profonde sulla rete. Un mondo di conoscenze scientifiche di cui voi sarete interpreti”. Tomasi ha poi raccontato con i dati scientifici questo cambiamento.
“Attraverso il rigore scientifico dobbiamo affrontare un cambiamento nella mobilità delle persone. Autostrade ne ospita 1,5 miliardi all’anno. Il 25% è rappresentato dalla mobilità pesante visto che il 90% dei trasporti avviene su gomma. Studiando i dati ci siamo resi conto che non si sarebbero raggiunti gli obiettivi che l’Europa si era posta perché al momento mancano sia costrutto industria che infrastruttura per raggiungerli. Con l’aumento dei record del 2024 abbiamo avuto la prova che i problemi cresceranno in maniera esponenziale così come i volumi di movimento. Dovremo fronteggiare la complessità di comprendere e gestire questi volumi in contesti di traffico sempre più elevati. Dobbiamo sviluppare l’ingegneria realizzativa corretta perché non abbiamo la capacità industriale necessaria al momento. Ingegnerizzare il processo ci permetterà di sostenere la mobilità del futuro che, stiamo già vedendo, avviene attraverso la gestione dei dati. La guida autonoma sarà complessa ma possibile ed è certamente il futuro. Dovremo essere in grado di dare alla politica e ai cittadini la visione di cui siamo convinti, dopo anni di studio, per investire nelle infrastrutture, vero abilitatore di ricchezza del Paese” ha concluso Tomasi.
Manfredi: “Infrastrutture servono a eliminare differenze”
Sull’importanza delle infrastrutture come strumento per eliminare le differenze tra Nord e Sud, grandi centri e periferie, si è soffermato anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “Sono contento di ascoltare parole che per anni sono state prospettive e oggi diventano fatti concreti. Per anni chi parlava di manutenzione programmata e progettazione per durabilità sembrava parlasse di cose lontanissime. I fatti hanno, invece, superato le applicazioni delle conoscenze che abbiamo. Ho inaugurato l’academy nel 2021 da ministro e adesso da sindaco ho anche una prospettiva diversa. Voglio sottolineare due aspetti: da una parte bisogna investire nelle infrastrutture per lo sviluppo economico. Senza infrastrutture moderne e sicure questo Paese non cresce.
Per anni si è investito poco sia in sviluppo che manutenzione. Dall’altra desidero ricordare che le infrastrutture incidono sull’equità nel Paese. I cittadini hanno diritto alla qualità della rete di infrastrutture per muoversi, perché muovendosi accedono ai servizi. Così avremo meno disuguaglianze tra Nord e Sud, tra grandi centri e periferie e combatteremo lo squilibrio creato dalla desertificazione di alcune aree a cui sono negate anche opportunità culturali. È un problema di diritti delle persone. Il diritto alla mobilità giusto, equo e democratico. La politica fa un po’ fatica a capirlo, abbiamo bisogno di una nuova stagione di sviluppo del Paese attraverso un sistema di infrastrutture, diffuso, efficiente e ben manutenuto” ha concluso Manfredi.
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