Pesaro, l’ex carcere va all’asta (per ricavarne appartamenti). Una valanga di firme per salvare il “Menga”

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PESARO È da anni un punto di riferimento per tutta Pesaro e non solo a livello musicale, ma l’asta dell’ex carcere minorile rischia di spegnere le luci di uno degli spazi più iconici della nostra città, il circolo Mengaroni. Conosciuto a livello nazionale, il “Menga” – come tutti lo chiamano – da 17 anni occupa un’ala del vecchio e fastiscente discolato, uno dei 4 immobili di proprietà pubblica che andranno all’asta il prossimo 30 gennaio. Un’alienazione per un valore complessivo (a base d’asta) di 1.161.990 euro, di cui circa 770mila riguardano proprio il degradato complesso di via Bertozzini, dove ci sarà la possibilità al piano terra di ricavare servizi, uffici o negozi e al primo piano appartamenti. Il bene, di proprietà del Comune per il 43,16% (del resto è proprietaria la Provincia) è in una zona strategica del centro storico. 

Il precedente

Lo stabile dell’ex carcere minorile era già finito all’asta ma un anno fa non c’era stata nessuna offerta. Tuttavia nei mesi successivi il Comune ha ricevuto da alcuni privati tre manifestazioni d’interesse per l’acquisto. Da qui la decisione di rimetterlo all’asta con la sensazione che questa volta il bando non andrà deserto. Anche perchè nel frattempo con l’apertura dell’Auditorium Scavolini la zona è diventata appetibile per il mercato immobiliare. Vendere oggi l’ex carcere e ristrutturarlo vorrebbe dire anche riqualificare l’asse di collegamento centro e mare che attraversa piazzale Primo Maggio e viale Marconi, valorizzando quindi anche l’Auditorium Scavolini. Per il “Menga”, che è inglobato nell’area del vecchio discolato il destino si fa quindi molto incerto, dato che questa volta l’acquirente potrebbe saltar fuori.

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Fino ad oggi sono state raccolte oltre 600 firme, condivise anche fuori Pesaro: occorre ricordare che il “Menga” è un punto di riferimento importante della nostra città «invidiato da tutti», come racconta Roberto Baioni che lo gestisce da 23 anni, fin da quando il locale era in via delle Vetrerie, non lontano dall’attuale sede. «È un locale sociale – prosegue – a cui la gente si è affezionata. Una socialità trasversale che va dai giovanissimi fino ai 60enni. Un locale pulito che organizza eventi, mostre, concerti nazionali ed internazionali. Forse sfugge la percezione di cosa significhi la serenità dei pesaresi e non solo. Nell’immaginario pesarese esiste ed è sempre esistito come punto di riferimento importante».

La salvaguardia

Un vero e proprio bene da salvaguardare che è in procinto di celebrare anche diversi anniversari, come quello dedicato ad Andrea Guagneli a breve. «Abbiamo sempre collaborato con le istituzioni – prosegue – anche in occasione dell’ultimo dell’anno durante la pandemia, registrando qui uno special per il 31 dicembre con musica e interviste, per far sentire meno sole le persone e dare speranza. Le nostre collaborazioni sono sempre state in accordo con le istituzioni, i privati, le etichette musicali nazionali e una marea di artisti. Eventi e socialità, questo ci ha sempre rappresentato. Ma abbiamo bisogno di risposte ora, perché sono mesi che non sappiamo cosa fare, se continuare a programmare eventi o fare le valigie. Siamo sulla graticola». E si può tranquillamente sottolineare come lo stesso riconoscimento di Pesaro Città della Musica Unesco sia avvenuto anche grazie all’incessante lavoro del “Menga” nel tenere viva quella scena musicale che ha fatto sì che Pesaro venisse soprannominata la Seattle italiana. «Abbiamo persone che vengono da Milano, Roma, Bologna, Cesena, da tutta Italia per seguire i nostri eventi», conclude Baioni «è un fiore all’occhiello della nostra città. Quello che vorremmo è avere delle risposte». Le possibilità di utilizzo dello stabile potrebbero essere diverse. Se il “Menga” in questi anni ha ottenuto un posto di rilievo nelle cronache nazionali un motivo c’è: è uno spazio preso ad esempio per le diverse attività culturali realizzate ed una delle ultime voci rimaste che sanno parlare di musica e arte, ma che, soprattutto, riescono a fare convivere diverse generazioni nel segno della pura socialità. I

Certezze e incertezze

Il sindaco Andrea Biancani, ha sottolineato che «ancora non è certa la vendita del fabbricato», si rende conto dell’importanza di questa realtà «ma al momento non ci sono soluzioni anche perché non è facile trovare locali disponibili» assicurando «che faremo di tutto per trovare una soluzione, che però al momento non abbiamo, sempre nel caso della vendita».





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