Perché i pm chiedono gli arresti domiciliari per Boeri e Zucchi: chat e telefonate «sospette» prima dell’assegnazione dei lavori per la Beic

Mancano 41 minuti alla riunione della commissione del Comune di Milano che il 5 luglio 2022 deve decidere a quale tra i 44 studi di architettura di tutto il mondo assegnare la progettazione della Beic, la Biblioteca europea di informazione e cultura, per 8,6 milioni di euro. L’archistar Stefano Boeri, ideatore del famoso Bosco verticale di Milano che presiede la commissione, parla al telefono con il collega Pier Paolo Tamburelli coinvolto nel progetto che poi vincerà. È una delle interferenze registrate dalla procura di Milano che per questo ha chiesto gli arresti domiciliari per i due professionisti e per Cino Paolo Zucchi, altro architetto famoso che faceva parte della commissione comunale, accusandoli di turbativa d’asta.

In base alla recente riforma voluta dal ministro della giustizia Nordio, la richiesta dovrà essere valutata dal gip Luigi Iannelli che, non ritenendo ci sia rischio di inquinamento probatorio, dovrà interrogare preventivamente gli indagati (4 febbraio) per valutare quello di reiterazione. Appuntamento che Boeri attende fiducioso per «poter chiarire finalmente la mia posizione», afferma.

I contatti tra gli indagati sono stati frequentissimi, secondo le indagini della Gdf coordinate dai pm Giancarla Serafini, Mauro Clerici, Paolo Filippini e dall’aggiunto Tiziana Siciliano. «Collusioni» che la legge vieta per impedire conflitti di interesse ed incompatibilità che, se ci sono, devono essere denunciati da commissari e da concorrenti. Cosa che né Boeri né Zucchi avrebbero fatto, i quali per questo sono accusati anche di falso dalla procura che chiede al gip anche che siano interdetti dalla professione Angelo Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi, i due concorrenti di Onsitestudio con i quali Tamburelli ha collaborato come rappresentante dello studio Baukuh nel progetto vincitore.

 Lunati e Floridi, tra l’altro, sono ricercatori nella facoltà di Architettura di Milano in cui insegnano Boeri e Zucchi. La questione del conflitto di interessi, annotano i pm, preoccupa i funzionari del Comune che, quando un architetto aveva denunciato al proprio ordine i sospetti sull’assegnazione, commentano in chat preoccupati e si danno una qualche giustificazione arrivando alla conclusione che, dato che «non è possibile che architetti famosi non abbiano incontrato colleghi», allora «si dovrebbe annullare tutto. Ma un altro concorso rivedrebbe potenzialmente la stessa situazione». È proprio quello che sarebbe dovuto accadere in nome della trasparenza, dicono i pm, e di fronte al rischio di mettere in pericolo l’imparzialità e l’indipendenza dei commissari.

Nei giorni che precedono l’assegnazione del progetto della Beic, che dovrebbe sorgere nel 2026 in zona Porta Vittoria, le chat tra gli indagati sono intense, il che per l’accusa confermerebbe ulteriormente l’irregolarità dei loro rapporti. Il 23 giugno 2022, l’architetto Tamburelli invia a Zucchi e Boeri l’immagine della determina con cui il Comune li ha nominati commissari e che, per i pm, dimostrerebbe il suo interesse diretto alla loro presenza nel concorso, oltre all’esistenza di una comunicazione vietata. Nelle carte viene riportata anche una chat di gruppo cui partecipano Lunati, Tamburelli e altri che è chiamata «viale Molise», una «delle vie lungo cui sorgerà la Beic».

Ci sono poi messaggi, forse goliardici, tra Zucchi e Tamburelli con allegate, in una, l’immagine di un libro con dentro un ventaglio di banconote da 50 euro e, in un’altra, la foto di un «tycoon» che ride maneggiando biglietti di banca. Dopo la richiesta trasmessa dai pm, il gip ha bocciato le interdittive per altri due indagati e il sequestro preventivo di quasi 5,3 milioni ai sette coinvolti e a due studi di architettura.

Vai a tutte le notizie di Milano

Iscriviti alla newsletter di Corriere Milano