Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
La Lega in trent’anni ha determinato la crisi di ben due Governi di cui faceva parte, ambedue presieduti dall’alleato storico Silvio Berlusconi. L’ingrata sorte è toccata al primo Governo dopo l’inattesa vittoria del 1994. La seconda volta ci è andato di mezzo l’ultimo Governo del Cav. Al Berlusconi 1 come al suo quarto Governo seguirono due Esecutivi tecnici presieduti rispettivamente da Lamberto Dini e da Mario Monti che vararono le due più importanti riforme delle pensioni che tentarono di mettere ordine in un sistema che stava andando alla deriva.
I trend demografici, strangolati dall’incremento dell’attesa di vita e dal fenomeno crescente della denatalità, mettevano a nudo l’insostenibilità del pensionamento di anzianità, l’istituto che era difeso più strenuamente dalla Lega e dalle organizzazioni sindacali e che era servito durante la grande ristrutturazione degli anni ’80-’90, a realizzare la stagione dei prepensionamenti in cui erano stati coinvolti almeno 400mila lavoratori. Per anni la Lega (e i sindacati) hanno affrontato la questione delle pensioni assegnando una discutibile priorità alle questioni del pensionamento anticipato, per motivi abbastanza banali: il settore dell’anticipo era accessibile in prevalenza all’occupazione industriale, maschile, sindacalizzata e residente al Nord. Addirittura Quota 100 venne adottata per un triennio nel 2019 dal Governo giallo-verde (dove alla discrezione della Lega era stato affidato il campo delle pensioni) e si poneva l’obiettivo di facilitare ancora di più l’esito anticipato con l’obiettivo di favorire l’occupazione giovanile in sostituzione di quella anziana. Anche l’ultima trincea che affidava il futuro del sistema pensionistico alla c.d. Quota 41 (anni di versamenti a prescindere dal vincolo anagrafico) restava nell’ambito del trattamento anticipato, come se in questo istituto si riassumesse tutta la problematica del sistema pensionistico in base alla logica dello specchietto retrovisore, in forza della quale contava soltanto quanto a lungo una persona avesse lavorato e non il tempo durante il quale avrebbe percepito la prestazione: un dato che non poteva non prendere in considerazione il tema cruciale dell’età alla decorrenza del trattamento.
Strada facendo l’adozione di Quota 41 come criterio generale si è rilevato troppo oneroso per essere adottato. Nello stesso tempo però, alla fine del triennio di sperimentazione di Quota 100, i Governi si sono trovati nella necessità di gestire una fase di transizione introducendo un regime di quote in cui era previsto un requisito di età anagrafica (dai 62 anni di Quota 100 ai 64 di Quota 102). Quando si è preteso di ripristinare il requisito di 62 anni nell’ambito di una Quota 103, il Governo, per far quadrare i conti è stato costretto ad appesantire gli altri requisiti col ricalcolo contributivo, la riscossione parziale dell’assegno fino al compimento dell’età di vecchiaia, compensate in teoria dall’incentivo a ritardare il pensionamento. Questa misura ha praticamente reso impraticabile la via d’uscita tramite Quota 103 con effetti sui numeri dei pensionamenti che, tuttavia, potevano contare fino a tutto il 2024 sui requisiti bloccati dell’anticipo ordinario a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne.
Nonostante che questa via d’uscita rivelatasi principale abbia continuato a funzionare, la demolizione di Quota 103 ha prodotto qualche effetto virtuoso. Prendiamo il flusso dei pensionamenti di vecchiaia anticipata degli ultimi anni. I numeri sono indicativi dei percorsi normativi che abbiamo descritto.
Pensioni anticipate in tutte le gestioni
Anno 2019: pensioni anticipate 299.770
Anno 2020 pensioni anticipate 292. 379
Anno 2021pensioni anticipate 278.358
Anno 2022 pensioni anticipate 241.339
Anno 2023 pensioni anticipate 255.119
Anno 2024 pensioni 215.058
Si noti soprattutto il passaggio tra il venire a scadenza Quota 100 alla fine del 2021 e gli andamenti che seguono durante la gestione del Governo Meloni.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link