Ho cercato in tanti modi di dare il mio contributo a proposito di una politica che si consuma tra diatribe, purtroppo sempre verso il “No” e che in realtà si dimostrano poco attente, indisponibili e non tutelano al meglio il lavoro e il futuro della città.
La politica, invece, presenta al cittadino la visione di una Città immaginaria, visionaria, accogliente ed inclusiva, mentre sostanzialmente, “Essa” vive in uno stato di crisi insopportabile e quasi perenne da decenni.
È opinione comune che la colpa sia del Post-modernismo ma la crisi ricade sulla collettività. Nella Comunità si ravvisa lo spopolamento che è diventato insostenibile e che investe il manifatturiero industriale e sociale.
Le Riforme sul Nuovo mercato del lavoro non offrono la possibilità a dare soluzioni a una vita adeguata, capace di affrontare la povertà e che incide sulle cure necessarie alla rimozione delle barriere.
Le Aziende si trasferiscono e fermano gli impianti ma, purtroppo, le PMI cittadine sono costrette a chiudere i cantieri, i commercianti abbassano le saracinesche dei negozi e i giovani si allontanano dai loro genitori, ormai “anziani”.
La causa è nella cultura politica, che non può essere fatta di promesse quasi sempre non mantenute, in quanto si assiste nei tavoli di confronto alla costatazione che queste sono dei Blà Blà verbali oppure dei contenuti che restano sulla carta e che non si traducono in impegni e diritti.
In particolare a tal proposito, voglio parlare della Chimica. Essa ha bisogno di equilibrio nella necessità di una cultura condivisa e di rinnovamento sostenibile per essere in itinere, qualità inclusiva ed integrata nelle attività produttive.
La linea guida per la nostra città è nella Cultura della condivisione che si integra nel confronto ed accoglie il Protocollo del Metodo Brindisi. La sua apertura pone fine alle incertezze: “Mette insieme, Avvia, Riapre e non Spezzetta”.
Essa, a Brindisi, ha bisogno di essere compatta. La politica deve comprendere che il riferimento è nella tutela del sociale, che è Sicurezza, Occupazione ed Attività Produttive per i cantieri e per i lavoratori diretti e indiretti che devono, necessariamente, tutelare sé-stessi e le loro famiglie.
I timori che sono preoccupanti, provengono dalla chiusura degli impianti, mentre purtroppo come si dice, è vivo lo spostamento in altri Siti di territori diversi.
Mi chiedo allora del perché non si evitano i fallimenti? Del perché non si fa nulla sulle incertezze? Non si può, infatti, assistere inermi alle arroganze sul mancato rispetto del dialogo, avendo fermato l’impianto del P 30 B, nel mezzo del confronto, che non è mai successo. In altri tempi si diceva “Zero a Zero e Palla al Centro”.
Le evidenze sono nei programmi produttivi ed occupazionali, che sono sostitutivi alle attuali produzioni, denunciati anche da Enel, condivisi e suggeriti dal governo, ma che non tranquillizzano nessuno.
Cosi come è importante nella visione utopica della Nostra Città, “dare vita ad un Nuovo Presente di Rinnovamento al Post De-carbonizzazione, previsto anche dal Protocollo Metodo Brindisi”.
Il richiamo è che Brindisi necessita di avere vita in una Cultura Condivisa sul confronto e sull’integrazione, ma la sua realtà è in una società frammentata, dovuta ad un Assenteismo istituzionale liquido nella politica-socio-economica, la quale è sovrastante, ma non salva nessuno a ogni livello.
Non vorrei che nella nostra Città, dopo Versalis possa arrivare anche il De Profundis di Basell e che, forse, potrebbe trascinare la Jindall!
A tal proposito, mi viene spontaneo chiedere: “Che fine ha fatto il Progetto Enel Logistic tanto discusso?”
Alla luce di quanto sopra espresso, ritengo che le diatribe e le continue politiche del “No” siano la causa di liquidità istituzionale e della mancanza di assumersi impegni e responsabilità su ciò che sta accadendo e che lascia fallimenti ed incertezze per il futuro.
Lo spopolamento industriale, bancario e sociale sono indicativi dei fallimenti. La città ha bisogno di essere inclusiva ma questo richiede attenzione, aperture, coraggio e determinazione sul Confronto inclusivo, che è bisognoso di una Cultura Condivisa e di rinnovamento. Il mio auspicio è anche nel prossimo Tavolo Regionale che potrebbe essere ricco e promotore di contenuti da presentare al MIT (Ministero Infrastrutture e Trasporti) e che dovrebbe rappresentare al meglio il Territorio Brindisino.
Tonino Licchello
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