Lasciati a bocca asciutta dalla manovra, i parlamentari provano a rifarsi inserendo finanziamenti e norme settoriali, nei provvedimenti ora al vaglio delle Camere. L’ultimo esempio va in scena con il decreto Cultura del ministro Giuli.
Stretta nei rigidi vincoli di bilancio, l’ultima manovra ha lasciato a bocca asciutta gli appetiti dei partiti, che nei tempi passati si manifestavano sotto forma di una pioggia di emendamenti per chiedere questa o quell’altra misura a favore di territori, enti, associazioni, etc… Deputati e senatori stanno allora cercando di “rifarsi”, provando a infilare le loro proposte negli altri provvedimenti che arrivano in parlamento. L’ultimo esempio di questo tipo si sta materializzando nel cosiddetto decreto Cultura, ora all’esame della Camera.
Il decreto contiene una serie di misure considerate urgenti, in materia di valorizzazione del patrimonio culturale, editoria, formazione, etc… Nel corso del passaggio in Commissione, alle “urgenze” del ministro Giuli si sono aggiunte quelle dei parlamentari, che hanno presentato 275 emendamenti al testo. Alcuni di questi si occupano di interi settori dell’industria culturale del Paese, altri di aspetti più specifici. Tanti chiedono al governo di finanziare festival, eventi, manifestazioni di vario tipo. In molti casi, i deputati presentano richieste per soggetti che operano nelle aree del Paese dove vivono o dove sono stati eletti.
Le richieste dei parlamentari
Facciamo qualche esempio. Fratelli d’Italia chiede un fondo da un milione di euro l’anno per tutelare e valorizzare i prespi viventi e 200mila euro a favore delle Deputazioni e Società di Storia Patria. Fdi propone anche istituire il Comitato promotore per le celebrazioni del quarto centenario dalla morte del poeta Giovan Battista Marino.
Forza Italia invece tra le altre cose vorrebbe di destinare 30mila euro alla digitalizzazione e diffusione dei documenti relativi all’attività del Parlamento delle Due Sicilie e 1,2 milioni per i lavori il Museo della vita e del lavoro della Maremma settentrionale. Sempre i forzisti chiedono un milione di euro l’anno per promuovere le imprese che si occupano di luminarie artistiche tradizionali nel Mezzogiorno. Nel gruppo di Tajani si segnala poi l’attivismo del deputato Paolo Emilio Russo che propone una serie di interventi di riqualificazione e sviluppo di ville, teatri e musei a Como, sua città d’origine.
Non mancano anche le richieste dell’opposizione. Il Partito Democratico chiede ad esempio 200mila euro per il Museo Arte del Vino e della Viticultura di Castelfranci, 500mila euro per celebrare il centenario della nascita dello scrittore Rocco Scotellaro e altrettanti per la Fondazione artistica Orestiadi di Agrigento. Mentre il rappresentante delle Minoranze Linguistiche Franco Manes vorrebbe destinare due milioni di euro annui alla valorizzazione dei carnevali storici.
E spuntano altri i condoni
Tra gli emendamenti se ne trovano molti altri di questo tenore. Si tratta va detto di tutte proposte coerenti con la materia del provvedimento e vedremo quali di queste verranno ritenute necessarie dal parlamento, per garantire il funzionamento dell’industria culturale del Paese.
C’è però anche chi non perde l’occasione per provare a infilare nel decreto un qualche tipo di condono. Come il deputato di Fratelli d’Italia Jimmy Cangiano, che disegna un programma straordinario di restituzione volontaria dei beni archeologici detenuti illegalmente da soggetti privati. Con l’eliminazione per chi aderisce di ogni responsabilità penale e amministrativa, salvo i casi in cui siano accertati atti dolosi o finalizzati al traffico illecito.
Sempre Cangiano chiede di istituire una procedura straordinaria di regolarizzazione per gli edifici in zone sottoposte a vincolo paesaggistico sprovviste di autorizzazione, se costruite prima della legge del 1984, che dichiarava l’interesse pubblico di una serie di aree naturali come coste, montagne, foreste e parchi etc…
Infine un paio di emendamenti di Fratelli d’Italia sono pensati per aumentare le poltrone dentro al ministero della Cultura, con l’occasione del lancio del Piano Olivetti, pensato dal ministro Giuli per valorizzare la filiera culturale del Paese, specie nelle zone periferiche. Per favorire l’attuazione del piano, i deputati meloniani propongono la costituzione di una specifica unità di missione dentro al Mic, da finanziare con 866mila euro all’anno, composta da otto unità. A cui andrebbe aggiunto un nuovo dirigente all’interno del gabinetto del ministro, che dovrebbe seguire lo sviluppo del programma.
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