Etichette e raccolta differenziata: toglierle o lasciarle?

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Separare o non separare le etichette dagli imballaggi? Una domanda che molti si pongono quando devono disfarsi di vasetti di yogurt, bottiglie o sacchetti compostabili. La risposta, come spesso accade, non è univoca ma varia a seconda del tipo di etichetta e del materiale dell’imballaggio. Fare la scelta giusta è importante per garantire un corretto riciclo.

Grazie all’aiuto degli esperti di Junker app abbiamo quindi provato a fare chiarezza realizzando una guida pratica per capire come comportarsi in ogni situazione.

Le etichette adesive: di norma, non vanno separate

Le etichette adesive, come quelle completamente incollate su bottiglie di plastica, flaconi, vasetti in vetro o pellicole per alimenti, generalmente non devono essere separate dall’imballaggio a prescindere dal materiale del contenitore.

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Facciamo qualche esempio. Rientrano in questa categoria alcune etichette adesive di carta o plastica attaccate sulle bottiglie d’acqua o sui flaconi di shampoo e le etichette incollate sulle pellicole trasparenti per alimenti.

I moderni impianti di riciclo sono in grado di gestire queste etichette e rimuoverle durante il trattamento, senza compromettere la qualità del materiale riciclato dell’imballaggio primario. Lasciate quindi l’etichetta al suo posto e conferite l’imballaggio perché questo è il modo giusto di fare la raccolta differenziata senza rischiare peraltro di farvi male visto che, per rimuoverle, servirebbe un coltello o una forbice.

Leggi anche: UE, scatta l’obbligo per le bottiglie con il 25% di plastica riciclata

Le eccezioni: le etichette “adesive ma non troppo” che si possono separare

Alcune tipologie di etichette possono essere separate, ma non è indispensabile farlo. Si tratta, ad esempio, delle etichette di carta sui barattoli di metallo come quelle utilizzate per i pelati che spesso sono incollate solo in uno o due punti. Queste etichette vengono eliminate durante il riciclo del metallo quindi non è obbligatorio rimuoverle, ma solitamente è semplice farlo. Se si riesce a staccarle con facilità, queste carte possono essere destinate alla raccolta differenziata di carta e cartone.

Non è possibile quindi dare una regola valida per tutti i casi, ma ci permettiamo di dare un consiglio: se è facile separarle, fatelo e smaltitele nella carta. In caso contrario, lasciate le etichette sul barattolo e conferite il contenitore nella raccolta del metallo.

Le etichette non adesive: segui le istruzioni per separarle

Foto: Junker

Le etichette non adesive, come quelle in cartoncino o plastica che avvolgono un imballaggio, vanno rimosse quando possibile. Possono, infatti, interferire con il processo di riciclo, ad esempio impedendo ai selettori ottici di riconoscere il materiale dell’imballaggio principale.

Uno dei casi è quello delle fasce in cartoncino che avvolgono un contenitore di plastica (come spesso avviene per vasetti di yogurt in plastica). In tali ipotesi non vale il principio del materiale prevalente e, per legge, sulla confezione dovrebbe essere scritto come separare e differenziare correttamente i diversi materiali.

L’altro esempio frequente nel nostro carrello della spesa è quello degli imballaggi di plastica rivestiti da un diverso tipo di plastica. Per usare un termine tecnico in tal caso siamo di fronte ad un packaging in cui sleeve (etichette coprenti in plastica) ricoprono bottiglie o flaconi di plastica. 

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Flacone etichette differenziata
Foto: Junker

Alcune persone sono portate a pensare che, trattandosi in entrambi i casi di plastica, non sia necessario separarle, ma ciò sarebbe un errore. Le due componenti sono fatte da plastiche diverse e, quindi, devono essere separate prima di essere conferite nella raccolta differenziata perché altrimenti gli sleeve rischiano di impedire il corretto riconoscimento del polimero da parte dei selettori ottici.

Avete qualche dubbio? A tranquillizzare ci sono le istruzioni. Sullo stesso imballaggio per norma dovrebbe essere indicato se è necessario separare l’etichetta e come smaltirla correttamente (ad esempio, plastica per gli sleeve, carta per le fasce in cartoncino).

Bottiglie delle bevande: quando l’etichetta non va mai tolta

Le bottiglie di plastica delle bevande possono essere schiacciate (in lungo) ed inserite con tappo ed etichetta nel raccoglitore. A differenza dei flaconi di detersivi con le sleeve, le etichette in questo caso ricoprono solo parzialmente l’imballaggio primario (la bottiglia) e i macchinari riescono a individuare il materiale. 

Se generalmente può essere lasciata l’etichetta presente sulle bottiglie di plastica delle bevande (anche perché spesso sono adesive e rientrano nella prima serie di esempio), questo gesto diventa un “dovere” quando le bottiglie sono destinate alle reverse vending machine. Questi dispositivi, sempre più diffusi fuori dai supermercati o nelle fermate delle stazioni della metropolitana, consentono di restituire le bottiglie vuote ottenendo, in cambio, incentivi come sconti o depositi cauzionali. Queste macchine identificano le bottiglie e, quindi garantiscono che vengano correttamente accettate e smistate, attraverso la lettura del codice a barre presente sull’etichetta. In questo caso, quindi, l’etichetta è essenziale per chiudere il cerchio del riciclo!

Le etichette dei sacchetti compostabili per l’ortofrutta

pellicola etichette differenziata
Foto: Junker

I sacchetti utilizzati per i prodotti ortofrutticoli, per legge, devono (o dovrebbero) essere compostabili e, quindi, possono essere utilizzati per la raccolta differenziata della frazione organica. Spesso, però, presentano un elemento estraneo al sacchetto: l’etichetta. Se l’etichetta viene fissata nella parte inferiore della busta è quasi impossibile toglierla senza bucare lo shopper rendendola quindi inutile per il conferimento dell’organico. La domanda solitamente posta è, quindi, “va staccata o no?”.

Anche in questo caso la risposta è “dipende”. Questo accade perché non tutte le etichette sono uguali. Alcune catene di supermercati forniscono targhette compostabili e, in questo caso, viene scritto direttamente sulla linguetta di carta. Possono quindi essere conferite col sacchetto e non vanno staccate. Se, però, l’etichetta non è dichiarata compostabile, va rimossa per evitare di contaminare la raccolta dell’organico. Per poter utilizzare quel sacchetto per la raccolta dell’umido, è quindi opportuno attaccare l’etichetta sui manici del sacchetto così sarà più facile staccarla (e buttarla nel secco residuo) senza danneggiare il sacchetto stesso.

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E le etichette sulla frutta?

Rimanendo in tema di corretta raccolta differenziata dell’organico, un’ultima raccomandazione riguarda le etichette applicate direttamente sui frutti (ad esempio mele, banane, arance). Come ci spiegano da Junker App, vanno rimosse dalla buccia e gettate nel secco residuo visto che spesso sono anche plastificate. 

Etichette e cartellini dei vestiti

Gli esempi potrebbero essere infiniti ma vogliamo concludere la carrellata indicando un’altra fattispecie nella quale più o meno tutti ci imbattiamo periodicamente ovverosia quella delle etichette e dei cartellini appese agli abiti nuovi. Di regola sono di carta e quindi andranno conferite nella raccolta di carta e cartone, ma non prima di averle separate dal cordoncino o dalla giuntura con cui solitamente sono legate al capo di abbigliamento. In alcuni casi si tratta di un filo di plastica e, rientrando nel confezionamento (e quindi nell’imballaggio) potrà essere conferito nella differenziata. Lo stesso avviene nel caso in cui sia una spilletta di metallo che, però, può essere riutilizzata. 

Come vedete le regole sono tante e le eccezioni forse anche di più. Tuttavia, poiché anche un’azione semplice come separare un’etichetta può fare la differenza per un futuro più sostenibile, salvate il link di questo articolo tra i preferiti!

Le statistiche sulle ricerche effettuate in app e le domande che riceviamo direttamente dagli utenti sui nostri canali social registrano frequenti incertezze su come conferire correttamente le etichette”, sottolinea Noemi De Santis, cofondatrice e responsabile comunicazione di Junker. Alcune tipologie in particolare, come le etichette non adesive che avvolgono gli imballaggi e che devono essere separate manualmente, vengono percepite come degli orpelli, che complicano la differenziazione dei rifiuti domestici senza apparenti motivi pratici, estetici o igienici e rischiano, su larga scala, di compromettere la qualità della raccolta. Auspichiamo quindi regole più stringenti sul fronte dell’ecodesign, come presupposto imprescindibile per minimizzare l’impatto dei packaging”.

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