Cuccagna Jazz Club
Il rito del Jazz I concerti di febbraio 2025 al Cuccagna Jazz Club
Ogni martedì dal 4 febbraio h 19:30 e 21:30 c / o un posto a Milano in Cascina Cuccagna
Jazz Lab per ascoltare, giocare e forse capire cos’è il jazz (o almeno provarci!)
I CONCERTI DEL MESE
Martedì 4 febbraio, h 19:30 e 21:30 FULL OF CURTIS – ØSTRIK QUINTET Simone Capitaneo, trombone Oliseh Obiarinze, trombone Christian Scaffidi, basso elettrico Raffaele Garramone, pianoforte Nicola D’Auria, batteria
Martedì 11 febbraio, h 19:30 e 21:30 I LOVE STANDARDS Nicoletta Tiberini, voce e ukulele Daniele Pozzi, chitarra
Martedì 18 febbraio, h 19:30 e 21:30 LOVE SONGS – NOMAD SILENCE JAZZ PROJECT Claudio Niniano, chitarra e voce Jonathan Norani, sax tenore Luca Caiazza, basso Marco Zacco , batteria
Martedì 25 febbraio, h 19:30 e 21:30 FRANCESCO SENSI QUARTET Francesco Sensi, chitarra Davide Cabiddu, pianoforte Enrico Palmieri, contrabbasso Marcello Repola, batteria
Ingresso libero, se volete prenotare un tavolo potete farlo qui!
“Il rito del jazz” alla Cascina Cuccagna di Milano dal 4 al 25 febbraio con l’Østrik Quintet, Nicoletta Tiberini & Daniele Pozzi, il Nomad Silence e il quartetto di Francesco Sensi!
Si comincia martedì 4 febbraio, protagonista l’Østrik Quintet, formazione in cui spicca la presenza di due trombonisti (Simone Capitaneo e Oliseh Obiarinze). Il gruppo, completato da Christian Scaffidi (basso elettrico), Raffaele Garramone (pianoforte) e Nicola D’Auria (batteria), presenterà il progetto “Full of Curtis”, omaggio all’album “Groovin’ With Golson” del sassofonista Benny Golson e, al tempo stesso, tributo al trombonista Curtis Fuller, pioniere del periodo hard bop. Tra i fondatori del Jazztet (con Benny Golson e Art Farmer), Fuller ha collaborato con i più grandi jazzisti della sua epoca, da Dizzy Gillespie a Art Blakey, da John Coltrane a Count Basie, distinguendosi per il suono fluido e il fraseggio sciolto. Non a caso, il trombonista statunitense, oltre che leader di alcune formazioni, è stato anche uno dei più appezzati sideman nella storia del jazz e ha sempre capito come entrare nella mente dei compositori e dei suoi compagni di viaggio. Ne è un esempio lampante proprio il disco “Groovin’ With Golson”, in cui ha dato il meglio di sé. I brani rivisitati verranno presentati dall’Østrik Quintet in una chiave più moderna, mettendo in risalto le melodie iconiche dei soli di Fuller.
Martedì 11 febbraio, per il secondo appuntamento del mese, spazio a Nicoletta Tiberini (voce e ukulele) e Daniele Pozzi (chitarra), che porteranno in scena il progetto “I love standards”. Gli amori illusori, a senso unico, gli incontri e gli sguardi sono alcuni dei temi che si trovano nei testi delle canzoni proposte da questo duo, nato nel 2016. Tiberini e Pozzi mescolano in modo spontaneo sonorità jazz e brani originali con influenze dalla tradizione italiana del cantautorato e dal musical. Il repertorio, scritto in buona parte dai due musicisti, ha un sapore quasi teatrale, talvolta melodico e raffinato, talvolta moderno, con l’improvvisazione che gioca sempre un ruolo centrale.
Martedì 18 febbraio si esibirà il Nomad Silence Jazz Project, quartetto formato da Claudio Niniano (chitarra e voce), Jonathan Norani (sassofono tenore), Luca Caiazza (basso) e Marco Zacco (batteria). Il gruppo, che è nato nelle aule dei Civici Corsi Jazz di Milano e che si è già esibito su palcoscenici prestigiosi come quello di JAZZMI e del festival City of Guitars di Locarno, presenterà per lo più brani originali composti da Claudio Niniano e poi arrangiati dalla band al completo, in un dialogo continuo tra pagina scritta e improvvisazione.
Infine, martedì 25 febbraio, per l’ultimo concerto del mese, riflettori puntati sul quartetto guidato dall’emergente chitarrista e compositore Francesco Sensi. Formatosi prima presso il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia e poi al Conservatorio G. Verdi di Milano, dove ha completato gli studi, Sensi ha pubblicato l’anno scorso il suo album d’esordio “In Abstracto”, lodato dalla critica e dagli addetti ai lavori. I brani originali del disco sono influenzati, in gran parte, dalla scena jazz newyorkese di fine anni ‘90. I principali punti di riferimento per i quattro giovani musicisti della band sono artisti come Aaron Parks e Kurt Rosenwinkel: l’idea del gruppo (completato da Davide Cabiddu al pianoforte, Enrico Palmieri al contrabbasso e Marcello Repola alla batteria) è quella di trovare un punto d’incontro tra il jazz moderno e altri generi musicali, mantenendo sempre un legame con la tradizione.
Un progetto a cura di: Musicamorfosi, Un posto a Milano e Cascina Cuccagna In collaborazione con I-Jazz Con il patrocinio del Municipio 4, Comune di Milano Drink Partner: St. Germain
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link