Conbipel, a rischio 70 posti di lavoro in sede a Cocconato

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In calendario lo scorso 22 gennaio, è slittato a giovedì 6 febbraio l’incontro al Ministero delle imprese e del Made in Italy per decidere il futuro della Conbipel, storico marchio di abbigliamento con sede a Cocconato.
Attualmente in crisi, l’azienda era stata acquisita nel 2022 dalla BTX Italian Retail and Brand SpA (con una partecipazione dell’Agenzia di Stato Invitalia). Parte della holding Eapparels Ltd, la BTX si era aggiudicata marchio, sede, magazzino e punti vendita.
Al tavolo di Roma si siederanno proprietà, sindacati ed esperti che stanno seguendo la procedura di Composizione negoziata di crisi, avviata dall’azienda a causa del trend economico negativo che sta vivendo.

Le parole di Francesco Di Martino (Uiltucs Uil)

«In vista dell’incontro che è stato rimandato – spiega Francesco Di Martino, segretario generale provinciale Uiltucs Uil – si è tenuto recentemente un incontro a Roma tra noi sindacalisti (coinvolti i vertici nazionali e provinciali di Uiltucs Uil, Fisascat Cisl e Filcams Cgil) e la proprietà. E’ emerso ufficialmente che prima di Natale sono state depositate cinque proposte di acquisto vincolanti della Conbipel, con gli interessati orientati verso una proposta in particolare, approvata dal consiglio di amministrazione e dagli esperti che stanno seguendo la procedura, ovvero quella che garantisce la maggiore salvaguardia occupazionale. Peccato che i “numeri” non ci convincano comunque. Infatti la proposta prevede il mantenimento di 88 negozi sugli attuali 140 e una riduzione del 50% dei 139 lavoratori della sede di Cocconato. Numeri non accettabili».
Di Martino esprime poi un’altra necessità. «Vogliamo conoscere l’investitore. Sembra siano due soci, con il mantenimento del 49% in mano ad Invitalia».
I sindacati attendono quindi con impazienza l’incontro. «Il nuovo investitore ha chiesto più tempo per presentare il piano industriale – precisa Di Martino – che intendiamo conoscere nel dettaglio. A rischio, tra negozi e sede, è il futuro di 300 lavoratori».

Cassa integrazione e preoccupazione per il futuro del magazzino

Intanto è stata chiesta, ma non ancora attivata, la cassa integrazione per tutti i dipendenti della sede. Ed è stata aperta a livello nazionale la mobilità per i dipendenti dei 17 negozi la cui chiusura è prevista entro la fine di questo mese.
Di Martino, poi, non nasconde il rammarico per la cessione del magazzino Conbipel a DHL nel novembre 2023, riguardo a cui è sempre stato contrario. «Temo che le ripercussioni della crisi Conbipel – afferma – coinvolgeranno anche quella realtà, che conta 80 dipendenti. Tra l’altro vogliamo capire le intenzioni di BTX, che pare voglia riorganizzare la logistica interna a Conbipel. Per questo abbiamo chiesto un incontro territoriale».

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Il commento Pepè Sciarria (Filcams Cgil)

Sul futuro dell’azienda interviene anche Laura Pepé Sciarria, componente della segreteria provinciale Filcams Cgil e dipendente Conbipel da 28 anni. «Come sindacato non abbiamo avvallato quella cessione – afferma – in quanto il magazzino era considerato un fiore all’occhiello dell’azienda. Certamente siamo contenti per i dipendenti, dato che lavorano per una solida multinazionale, ma riteniamo che la Conbipel sia stata penalizzata da questa cessione».
La sindacalista descrive anche lo stato d’animo dei lavoratori a Cocconato. «Siamo in attesa dell’incontro al Ministero. Il faro che ci guiderà sarà la salvaguardia occupazionale. In sede si respira aria di preoccupazione, incertezza e anche stanchezza per una situazione di difficoltà che si protrae da anni, almeno dal 2017. Attendiamo con impazienza che venga presentato il nuovo finanziatore, anche perché il passaggio dovrà essere approvato entro marzo».

L’intervento dei consiglieri regionali Pentenero e Isnardi

«Diciamo no a questi tagli così drastici di personale che impoveriscono le famiglie del nostro territorio e un marchio storico per il Piemonte».
E’ il commento della presidente del gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero e del consigliere regionale Fabio Isnardi in vista dell’incontro al Ministero delle imprese e del Made in Italy per discutere i dettagli sulla nuova proprietà del marchio Conbipel.
Gli esponenti dem si uniscono alle preoccupazioni dei rappresentanti sindacali, che chiedono chiarimenti sul piano occupazionale e sul rilancio della società.
Nel 2022 BTX aveva promesso di salvaguardare il 93,3% dell’occupazione, cioè 1.368 addetti e 167 punti vendita sul totale di 185. Ora, l’ennesimo piano di ristrutturazione non salverebbe più di novanta negozi, mentre per Cocconato si parla di tagli fino al 50% dei 139 addetti.
«Stiamo parlando di numeri che rappresentano famiglie e persone: non si può dimenticare che, senza lavoratori, le aziende non sono che gusci vuoti. In ballo – ricordano – ci sono la vita quotidiana e la dignità di tutti loro, oltre alle ricadute che potrebbe subire un territorio già depauperato di molte sue imprese».
Se la nuova proprietà dovrà effettuare le cosiddette “ristrutturazioni”, ovvero tagli al personale, Pentenero e Isnardi chiedono di ricorrere agli ammortizzatori sociali nella misura massima consentita e di promuovere percorsi di riqualificazione professionale per aggiornare e valorizzare le competenze dei lavoratori.
Da qui il monito. «La Regione e il Governo vigilino affinché ogni futura operazione finanziaria relativa al marchio sia fatta nell’interesse dei lavoratori», concludono.

 





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