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Vigevano (Pavia), 26 gennaio 2025 – Qualcuno aveva salutato l’annuncio della marcia in favore del sindaco leghista di Vigevano Andrea Ceffa, 51 anni, dal 28 novembre agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione, con ironia. Invece ieri mattina erano almeno in 350 a sfilare per le strade del centro storico di Vigevano – la seconda città per dimensione della provincia di Pavia con 62mila abitanti – fino a raggiungere il palazzo municipale per esprimere “solidarietà umana” al primo cittadino e alla sua famiglia. In testa al corteo, uno striscione che era un invito a resistere: “Forza Andrea”. Una solidarietà già tempestivamente incassata anche da parte del segretario della Lega, Matteo Salvini, che si era affrettato a difendere il “suo“ sindaco sin dal giorno dell’arresto: “Conosco Andrea Ceffa come persona onesta e corretta e all’esclusivo servizio del bene della sua città – aveva detto il vicepremier –. Io e tutto il partito siamo al suo fianco”.
La libertà negata
Ceffa, eletto con una maggioranza di centrodestra, in queste settimane di libertà limitata ha chiesto per tre volte di vedersi revocare la misura cautelare e per altrettante volte, due il Gip e una il Tribunale del Riesame, gli hanno risposto picche. “Ringrazio tutte le persone che sono intervenute – ha detto ieri Barbara Pazzaglia, moglie del primo cittadino – per la vicinanza umana, che in questo momento è la cosa più importante, e per la fiducia dimostrata in mio marito». Quella che lo vede coinvolto è una vicenda complessa e non del tutto chiarita. Ceffa è accusato di avere disposto una consulenza da 6mila euro lordi alla consigliera di maggioranza Roberta Giacometti per assicurarsi il suo voto all’interno di un Consiglio comunale i cui equilibri erano diventati delicatissimi dopo la “congiura di Sant’Andrea”, quella con la quale il 30 novembre 2022 la minoranza e una parte degli esponenti di maggioranza avevano deciso di dimettersi provocando la caduta del sindaco. In quella circostanza però, la notte precedente la presentazione delle rinunce all’ufficio Protocollo del Comune, il consigliere di maggioranza Riccardo Capelli aveva deciso di fare dietro-front. Nelle ore concitate che erano seguite quella mattina il foglio con le sue dimissioni firmate era sparito nel nulla. Nei giorni successivi la minoranza aveva presentato un esposto che il prefetto aveva respinto salvando di fatto l’amministrazione e il primo cittadino.
Pesi e contrappesi
Da allora però gli equilibri in Consiglio comunale erano diventati delicatissimi e in quell’ottica, secondo le ipotesi dell’accusa, Ceffa avrebbe tentato di blindare il voto di Giacometti, unica eletta della sua lista di supporto “Vigevano Riparte”. Poi il 28 novembre scorso il terremoto con gli arresti (tutti ai domiciliari, poi revocati) della consigliera Giacometti, dell’amministratore unico di Asm Vigevano Veronica Passarella, del direttore amministrativo sempre di Asm, Alessandro Gabbi, e dell’amministratore di Vigevano Distribuzione Gas, Matteo Ciceri. Indagati (e accusati di aver avvicinato almeno un consigliere comunale per proporgli 15mila euro in cambio delle sue dimissioni) erano stati anche l’imprenditore Alberto Righini, vice presidente regionale di Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili, e l’ex europarlamentare del Carroccio, Angelo Ciocca, per anni vero e proprio ras leghista delle preferenze nel Pavese. L’unico ancora soggetto a misure cautelari è però Ceffa, il quale sembra comunque ben determinato a non voler fare alcun passo indietro. Una vicenda che ricorda da vicino quella del governatore della Liguria, Giovanni Toti, finito in una bufera che lo ha poi comunque condotto alle dimissioni.
Per i sostenitori di Ceffa, l’ex sindaco è al di sopra di ogni sospetto
Il sindaco pro tempore nel mirino
Al momento Vigevano è retta dalla vicesindaco Marzia Segù, negli ultimi giorni finita nel mirino dei LiberalConservatori: il gruppo di minoranza ha annunciato l’avvio di una petizione per chiederne le dimissioni. “L’evento a sostegno di Ceffa – osserva Piero Marco Pizzi, portavoce del gruppo civico Vigevano Prima di tutto – ha evidenziato la profonda frattura tra la Lega, presente con tutti i suoi esponenti istituzionali, e il resto del centrodestra vigevanese che non ha inviato alcun rappresentante alla manifestazione. Anche la vicesindaco ha evitato di partecipare. Solo con un passo indietro l’amministrazione potrà consentire a Vigevano di avere una guida stabile in un momento di grande difficoltà”.
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