Quando Meloni diceva che “L’Arabia Saudita è uno Stato fondamentalista”

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Negli scorsi giorni la premier ha incontrato il principe Bin Salman con cui ha concluso intese per il valore di 10 miliardi di euro. Sono ormai passati i tempi all’opposizione, quando Meloni definiva l’Arabia Saudita “una nazione fondamentalista” e criticava duramente Renzi per i suoi legami con Riad.

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Sarà pure una “fase completamente nuova”, ma quella di Meloni nei confronti dell’Arabia Saudita di Mohammed Bin Salman pare piuttosto una giravolta. Nel weekend la premier ha incontrato il principe saudita con cui ha siglato una serie di accordi di collaborazione per il valore di 10 miliardi di euro. 

Un modo per elevare le relazioni tra Roma e Riad a “partenariato strategico”, ha detto Meloni che ha parlato di “una nuova era” in cui “non faremo solo affari, ma ragioneremo e coopereremo insieme, da Nazioni leader nel Mediterraneo allargato”. Dopo tre ore di colloquio con il suo omologo la premier si è detta pronta a “confrontarci e ragionare insieme, anche sulle nostre differenze ed essere in grado di ascoltare”.

Meloni tesse le lodi di un Paese che definisce “attore di primo piano” nel Mediterraneo e mostra tutto il suo pragmatismo quando ricorda che lo “scontro non conviene a nessuno“, ma anzi “il dialogo” per trovare una soluzione equilibrata anche assieme agli alleati americani di fronte alla minaccia trumpiana di nuovi dazi.

Sono ormai passati i tempi all’opposizione, quando la leader di Fratelli d’Italia parlava di “follia” davanti all’ipotesi di far entrare i sauditi nel consiglio di amministrazione della Scala di Milano e criticava aspramente il Paese per le forti limitazioni dei diritti fondamentali, soprattutto di minoranze e donne. Salman infatti, è noto per governare con metodi repressivi ed è considerato dall’intelligence statunitense il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Kashoggi.

“In Arabia Saudita c’è la pena di morte per apostasia, per adulterio, per omosessualità e zero diritti per le donne. È una Nazione fondamentalista, e noi vogliamo permettere che finanzino i nostri luoghi culturali? Follia!”, gridava nel 2019.

Nel mirino della premier c’era soprattutto Matteo Renzi, che con il primo ministro saudita aveva sviluppato un legame amichevole, come testimoniato dalla sua partecipazione a diversi eventi e conferenze nel Paese. Contro l’ex premier che ringraziava il “grande” Bin Salman e definiva il suo regime autoritario “un baluardo contro l’estremismo islamico”, Meloni rivolgeva parole sprezzanti.

“Vergognose e inaccettabili le parole di Renzi che esaltano regime Arabia Saudita. Pd e M5S non fingano di scandalizzarsi visto che da sempre sono compiacenti con Stati fondamentalisti islamici. Questa sinistra non può avere in mano le sorti della Nazione”, scriveva su X.

Anche una volta salita a Palazzo Chigi, Meloni non ha smesso di lanciare qualche stoccata a Renzi per il suo rapporto con il principe saudita. Non troppo tempo fa, nel corso di un dibattito al Senato sull’aumento del prezzo della benzina, Meloni replicava così all’interrogazione del leader di Italia Viva: “Il costo della benzina come lei sa dipende soprattutto dalle scelte che fanno i Paesi che detengono il petrolio: se ci vuole dare una mano con il suo amico Mohammed Bin Salman, forse ci aiuta ad abbassare il prezzo, visto che avete buoni rapporti”.

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Ora però pare tutto dimenticato. “L’opposizione mi rinfaccia qualsiasi cosa, ma non c’e’ contraddizione tra quello che io dicevo ieri e quello che faccio oggi”, sostiene Meloni. “Italia e Arabia Saudita sono due nazioni che hanno interesse a stringere accordi strategici in materie come l’energia, il rapporto con l’Africa, la difesa, e gli investimenti. Altro tema, che io ho posto in passato è la questione eventualmente di chi dovesse favorire attività di proselitismo in Europa, su questo io non ho cambiato idea ma non mi pare che ci sia nulla di tutto questo nel lavoro che abbiamo fatto in questi giorni”, ha ribadito. Insomma lasciamoci alle spalle i vecchi ricordi, sono acqua passata.





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