“Premi Flaiano punta dell’iceberg, scelte guidate da una gestione ‘Mascista’”

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Il taglio dei fondi ai Premi Flaiano che ora rischiano concretamente di lasciare Pescara almeno per l’edizione 2025, sono solo la punta dell’iceberg di una gestione dei fondi di una gestione “Mascista” e cioè incentrata su ciò che il sindaco e la sua giunta decidono o meno di sostenere.

A coniare il termine è il consigliere comunale del Pd Marco Presutti che con gli altri consiglieri del gruppo a cominciare dall’ex assessore comunale alla cultura Giovanni Di Iacovo, denunciano sei anni di amministrazione tra prima e seconda consiliatura, in cui la città e i luoghi della cultura di Pescara, tra i più rilevanti, sarebbero stati “spogliati” di fondi e ruolo. Una denuncia cui fa il paio l’impegno l’impegno a continuare a portare avanti la battaglia che le opposizioni stanno portando avanti nella sessione di bilancio nonostante molti degli emendamenti presentati al dup (documento unico di programmazione) siano stati respinti.

Dup in cui, rimarca il consigliere Presutti, tra i festival citati “compare solo il Festival del Liberty nato “dall’esigenza di una cerchia amicale del sindaco su un genere musicale ignoto non solo a Pescara, ma a tutto il mondo e che costa 110mila euro l’anno”. Proprio il fatto che a tre eventi e cioè Festival del Liberty, Notte dei Serpenti e Festival dannunziano l’amministrazione destini 310mila euro “lasciando a tutti coloro che vogliono organizzare eventi in città solo 70mila euro a disposizione”, rimarca Di Iacovo, sarebbe dunque per i consiglieri Pd la testimonianza di un “modus operandi” sbagliato e “illiberale” della cultura. Cultura che, rimarca ancora Presutti, “normalmente in una città una buona amministrazione non prevede che il Comune imponga le sue scelte, ma che questo la sostenga in quanto espressione della società”.

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Un quadro quello delle critiche sollevate in cui non da meno, aggiunge il capogruppo Pd Piero Giampietro, è “la ricostruzione che qualcuno ha cercato di fare dicendo che i 20mila euro destinati ai Premi Flaiano con un taglio di 30mila per il 2025, fossero stati fatti dopo che la Regione ne ha destinati alla manifestazione 30mila. Parlano gli atti: nel bilancio comunale sono stati inseriti il 12 dicembre, mentre la Regione ha ratificato il contributo il 30 dicembre per cui, al massimo, sarebbe stata quest’ultima a ‘porre rimedio’ a quanto deciso dall’amministrazione comunale”.

Quel che è certo è che se “certamente è drammatico l’abbandono del Flaiano”, dichiara Di Iacovo, questo, “è solo uno dei tasselli della devastazione e desertificazione culturale che avviene da sei anni in questa città”, aggiunge parlando delle scelte di sostenere tre iniziative su tutte mentre al resto, in sostanza, di lascia poco e niente.

“Parliamo di tanti festival che ora non si possono più tenere, che non hanno più nessun sostegno da parte del Comune di Pescara come ad esempio – incalza Di Iacovo – l’Indie Rocket o di fondazioni come la Fondazione Genti d’Abruzzo che gestisce importanti musei della città come il Museo Cascella e tutte le sale che conosciamo nel Bagno Borbonico che ha visto quasi dimezzati i fondi che riceve da questo Comune”.

Quindi, prosegue l’ex assessore, le strutture a cominciare dal teatro d’Annunzio chiuso per inagibilità e “cuore di questa città è spento e chiuso e non sappiamo quando potrà riaprire così come il circolo Aternino, luogo che ha ospitato tantissime iniziative culturali, oggi è chiuso e al cui interno nessuno può fare più niente”.

“Di fronte a questa enorme indifferenza di questa amministrazione verso la viva, vivace e intensa scena culturale pescarese vediamo invece continuati a dare grandi risorse sempre al solito festival dannunziano che la città mostra di non avere nessun interesse di e in questo modo si tagliano le risorse a tutte le altre iniziative che questa città vuole proporre. Il grave danno alla cultura di questa città è un danno che impoverisce l’intera città, l’intera comunità di Pescara. Cerchiamo fino all’ultimo di fare sì che possa fermarsi questa continua aggressione alla vita culturale”, chiosa il consigliere comunale.

Altra verità è che però, in sede di sessione di bilancio, gli emendamenti delle opposizioni stanno cadendo, per la gran parte nel vuoto per cui a Di Iacovo chiediamo cosa si aspetta dal proseguo del dibattito e in particolare quando questo interesserà il bilancio vero e proprio.

“Noi – risponde – continuiamo fino all’ultimo secondo di questa battaglia consiliare per questo per il bilancio a cercare di far capire che non possono amministrare una città ignorando quella che è la capacità, la partecipazione culturale che la città vive. La città l’ho già dimostrato reagendo fortemente alla questione dei Premi Flaiano. La città, basta andare in giro, è spenta, è vuota e noi fino all’ultimo ci batteremo perché rimettano al centro o almeno non tengano così nell’indifferenza tutto quello che è la cultura di Pescara”.

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Una gestione completamente “sbagliata” dunque ribadisce Presutti che respinge la definizione di “critiche feroci” parlando di una opposizione “esigente perché non va bene il fatto che la cultura non sia qualcosa che è espressione della società. Nella cultura il Comune deve sostenere quello che liberamente esce come elemento di valore da parte della società pescarese. Nell’amministrazione Masci – invece – è il Comune che predetermina quello che vale, quello che non vale. Dice: nella cultura bisogna fare questo”.

Riporta quindi ancora una volta l’esempio del Festival del Liberty che con altri due eventi finanziati con le maggiori risorse, assorbe “un quarto del totale delle risorse messe a disposizione dell’amministrazione. Anzi, a dire la verità su 400mila euro per le libere iniziative fatte dalla città di Pescara, le sue tradizioni di premi e le iniziative varie, ci sono poco più di 70mila euro. I restanti 320mila sono tutti appaltati per cose che ha deciso il sindaco e qualche altro suo amico. Ecco – conclude Presutti – questa è una visione completamente illiberale del modo di gestire la cultura. È qualcosa che va male, che va completamente rivista, perché la cultura deve essere libera e non deve essere ‘Mascista’”.

Ultima domanda che poniamo è se contatti ne hanno avuti con la Tiboni dopo l’annuncio dell’arrivederci a Pescara. A rispondere è ancora una volta Di Iacovo: “certo, con lei e con tutti gli operatori culturali che sono fortemente contrari a quello che sta accadendo qui. Lei è sicuramente una figura importante, ma quello su cui poniamo l’attenzione – ritorna a denunciare – è su tutti gli aspetti che riguardano la cultura il volto di questa città è sotto attacco da troppi anni. Si vede andando in giro: c’è rimasto ben poco”.

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