Numerosi gli espositori pratesi che parteciperanno alla 96a edizione di Pitti Filati « Pagine Tessili

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La 96a edizione di Pitti Filati, dedicata alla primavera-estate 2026, è prossima al via: l’appuntamento fieristico più atteso per i filati da maglieria si svolgerà a Firenze alla Fortezza da Basso dal 28 al 30 gennaio.

Il numero delle aziende pratesi è in lieve aumento rispetto alla corrispondente edizione dell’anno scorso: 29 filature (cui si aggiungono altre imprese di settori collaterali e di servizio) contro le 28 di gennaio 2024. In aumento la proporzione degli espositori pratesi sul totale delle imprese presenti in fiera, a testimonianza della forte attenzione delle filature del distretto per la promozione in generale e per Pitti Filati in particolare.

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“Esporre a Pitti Filati significa essere invitati a far parte di una comunità d’eccellenza, riconosciuta come tale da tutti nel mondo della moda – commenta Stefano Borsini, imprenditore del settore, espositore e componente il Comitato tecnico di Pitti Immagine -. E’ l’alto livello dei prodotti il tratto che accomuna gli espositori, per il resto talvolta anche profondamente diversi fra loro per caratteristiche tecniche e stilistiche. Ma Pitti Filati è una fiera di grande prestigio anche perché costituisce, con la sua importante e qualificata area tendenze, una finestra sulla moda che i consumatori si vedranno proporre fra ben tre stagioni: un vero e proprio battistrada per l’intero settore. L’organizzazione di Pitti Immagine è stata anche quest’anno attivamente impegnata ad animare la manifestazione promuovendo, con il supporto di ICE, gli incoming di nuovi clienti internazionali, soprattutto extraeuropei, interessanti già oggi o potenzialmente tali: un modo per costruire e coltivare relazioni importanti anche in prospettiva futura. Nonostante il momento non brillante, le aspettative sono buone: il successo di Pitti Uomo, pur con le sue collezioni invernali non pienamente indicative per i filati per maglieria che si proiettano nella stagione successiva, fa pensare a un risveglio di interesse per prodotti moda di livello elevato.”

Il contesto in cui si muovono le filature pratesi e l’intero comparto è quello complesso che sta vivendo in generale il settore moda. Il Centro studi di Confindustria Toscana Nord – anticipando parte dei dati della rilevazione congiunturale sul 4° trimestre 2024 che viene effettuata su tutti i settori del territorio e che sarà resa pubblica nei prossimi giorni – evidenzia tuttavia per i mesi scorsi un andamento positivo dei volumi di filati prodotti nel distretto pratese.

“Il 4° trimestre 2024 registra nel distretto tessile pratese un volume di produzione di filati a quota +4,5% rispetto allo stesso trimestre del 2023. Un risultato però distorto almeno in parte dal fatto che in quest’ultimo periodo si verificò la rovinosa alluvione che colpì anche molte aziende del nostro comparto: il termine di confronto è quindi poco significativo – chiarisce Gabriele Innocenti, coordinatore del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. Il segno positivo sul 4° trimestre fa sì che la contrazione complessiva nella produzione dell’anno scorso risulti abbastanza contenuta: -4,5% rispetto a un 2023 che a sua volta segnò un arretramento rispetto all’ottimo 2022. Per quanto riguarda l’export, i dati Istat dell’ultimo trimestre 2024 non sono ancora disponibili: limitandoci quindi al periodo gennaio-settembre 2024, si registra una significativa contrazione, pari a -14%. E’ possibile comunque che il dato risulti meno negativo una volta acquisiti i risultati del 4° trimestre, per il quale, peraltro, la rilevazione del nostro Centro studi evidenzia per il portafoglio ordini estero dei segnali positivi.

E’ evidente che anche il nostro comparto non sfugge alla stasi che caratterizza l’intero mondo della moda italiano, e non solo questo. Il 2024 ha risentito degli effetti dello smaltimento dell’overstocking dei grandi marchi della moda, ma non dobbiamo nasconderci che alcuni cambiamenti potrebbero essere strutturali o comunque di lunga durata, dovuti a riposizionamenti delle catene globali del valore. Preoccupano molto alcuni fenomeni che potrebbero minare profondamente la competitività dei nostri prodotti, a cominciare dai costi energetici che si sono abbattuti sulle nostre aziende e sulle lavorazioni della filiera: un’emergenza assoluta per la quale si auspicano interventi rapidi ed efficaci. Cruciali anche i temi europei, dall’EPR all’End of waste ad altri che investono, non sempre con impostazioni appropriate, l’ambito della sostenibilità. Seguire questi dossier, che implicano conoscenze forti e sempre aggiornate, rapporti da coltivare e grande dispendio di tempo ed energie, è possibile solo grazie all’impegno determinante della struttura della nostra associazione, che tengo a ringraziare.

Risulta evidente che le previsioni per il 2025 non possono che essere difficili sia per noi che per i nostri stessi clienti; un dato positivo che emerge dalle nostre rilevazioni è la stabilità per quanto riguarda l’occupazione, segno che i cali che registriamo sono ritenuti, o quantomeno auspicati, come temporanei.

In questo quadro così incerto è fondamentale che le imprese tengano la barra dritta sulle scelte strategiche. Una di queste, che riguarda collettivamente i produttori di filati di Confindustria Toscana Nord che ne finanzia i costi, è quella legata alla qualificazione delle filiere, con il progetto per la diffusione della certificazione autonoma GRS nelle lavorazioni terziste locali. GRS, lo ricordo, certifica il contenuto di materiali da riciclo nei prodotti sia intermedi che finiti, la tracciabilità dei processi e il rispetto delle norme ambientali e sociali dalla fase del riciclo stesso delle fibre fino all’etichettatura. Avevamo parlato diffusamente di questa iniziativa in occasione dell’edizione di giugno di Pitti Filati, sottolineandone l’eccezionalità: non ci risultano precedenti di operazioni del genere nell’ambito di interi sistemi distrettuali. Già a giugno era stato individuato un primo nucleo sperimentale di 25 aziende delle nostre filiere che, assistite da un consulente, avrebbero verificato in fase di pre-audit la loro conformità ai requisiti richiesti per certificarsi. Ebbene, quasi la metà di queste sono oggi in una fase avanzata del percorso verso la certificazione GRS o, in alcuni casi, sono già arrivate all’obiettivo: un tassello che va in direzione di una più agevole tracciabilità dei prodotti.”

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Sono 80, con 2.000 addetti diretti, le imprese produttrici di filati del distretto pratese. Il fatturato 2023 – l’ultimo disponibile – ammonta a 670 milioni di euro, in contrazione del -10% rispetto al 2022. Mediamente il 40% del fatturato del settore è realizzato con l’estero; i produttori di filati per maglieria esportano oltre la metà della produzione in valori, mentre i filati da tessitura sono assorbiti per lo più dal mercato interno e l’incidenza del fatturato estero è inferiore. I principali paesi di destinazione dei filati pratesi rimangono quelli europei, sia come importatori propriamente detti sia come luoghi di lavorazione e riesportazione: Germania, Romania, Francia, Portogallo, Bulgaria e Spagna rappresentano da soli quasi la metà del totale dell’export.

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