VARESE – La dinastia Kangur continua. L’esordio in biancorosso lunedì 7 ottobre al PalaFamila di Seveso nel derby contro Cantù. Poi le partite con le squadre Under 17, Under 19 e Next Gen. Robert, guardia mancina classe 2009, ha lasciato l’Estonia (dove aveva esordito in A-2 a 14 anni e disputato una pre season con la serie A-1 di Tallin) per iniziare la sua avventura a Varese. Squadra nella quale papà Kristjan è stato giocatore in tre apparizioni diverse, mito e capitano (nella stagione 2014-2015, l’anno di Pozzecco-Caja). Ora tocca a Robert. Questione di orgoglio. Questione di legacy.
Robert, facciamo un primo bilancio di questi primi mesi a Varese
Mi trovo bene e tutto sta andando per il verso giusto. Ho incontrato compagni di squadra felici di essere qui, che sono già diventati buoni amici. Anche con gli allenatori mi trovo benissimo.
Under 17, Under 19, Next Gen. Un impiego su più fronti
Con la Under 17 stiamo affrontando una buona stagione, che per ora ci ha dato un record di 16 partite vinte e nessuna persa. Adesso arriva la parte più impegnativa, ma daremo il massimo per arrivare fino in fondo e cioè alle Finali Nazionali di categoria. Con l’Under 19 è più difficile, perché siamo sotto età e anche dal punto di vista fisico paghiamo un pò, ma stiamo lavorando bene e adesso andiamo meglio. Con la Next Gen ho partecipato solo alla prima tappa. A Varese non abbiamo giocato insieme. La seconda tappa di Santarcangelo l’ho vista da youtube perché ero impegnato con la Nazionale dell’Estonia, ma i ragazzi sono stati bravissimi e abbiamo giocato come una squadra. Solo la differenza canestri ci ha estromesso dalla finale di Brescia.
Hai deciso di venire a Varese. Una scelta non facile lasciare la famiglia così giovane. Peraltro il tuo italiano è già praticamente perfetto
Ovviamente non è mai facile lasciare la famiglia, però qui a Varese c’è la mia seconda casa. Ho incontrato dopo qualche anno persone che conoscevo già, sicuramente se fosse stata un’altra città sarebbe stato più difficile.
Come hai trovato il livello fisico e tecnico del basket italiano?
C’è grande differenza con l’Estonia. Il livello dei giocatori è più alto, soprattutto per talento. La differenza la sento ogni giorno, in allenamento e in partita. Questo è un percorso di adattamento che continua. Al momento non riesco ancora a fare tutto quello che vorrei, devo sempre alzare l’asticella delle mie prestazioni. Una bella sfida.
Com’è la tua esperienza in foresteria e nel mondo Pallacanestro Varese?
In foresteria mi trovo benissimo. Vivo con compagni di squadra autentici, con i quali è bello trascorrere momenti extra sportivi. E in campo va tutto alla grande.
Dici Kangur, dici basket. Soprattutto a Varese. Qual è la legacy che lega te e papà Kristjan?
Mi piace portare il cognome Kangur. Papà Kristjan qua ha lasciato un marchio e per me è un enorme piacere portare avanti quello che ha incominciato lui. Giocare a basket al massimo delle mie possibilità e lasciare un buon ricordo alle persone di Varese.
La palla da basket l’hai presa in mano proprio qui a Varese. Eri ancora un bambino
E’ così. Non mi ricordo tanto di quel periodo perché ero molto piccolo. La prima volta che sono tornato è stato a Pasqua 2024, quando ho giocato il Trofeo Adamant di Ferrara in prestito con la Under 15 guidata da Giovanni Todisco. Ho ritrovato compagni del minibasket come Federico Bottelli e Marco Gandini ed è divertente esserci ritrovati a giocare insieme.
Prima l’Italia e poi il ritorno in Estonia. Com’è stato in tuo percorso là?
I primi anni sono stati difficili. Non avevo amici e ho dovuto reimparare la lingua. Ho giocato con compagni di due anni più grandi e ho dovuto cambiato squadra. Poi mi sono inserito bene e negli ultimi anni ho trovato continuità con il coach che avevo a Tallin e in Nazionale. A 14 anni ho esordito in serie A-2 e ho fatto la pre season con la squadra di A-1.
Chi ti conosce dice che tu abbia testa, personalità e leadership di primo livello. Quali sono gli aspetti fisici e tecnici su cui vuoi migliorare?
Voglio migliorare su tutto. Difesa, attacco, approccio mentale… Sono ancora giovane e devo lavorare su ogni singolo aspetto. Gli allenatori che ho qui a Varese mi aiuteranno nel percorso di miglioramento.
Domanda scontata. Vedremo un altro Kangur in serie A?
E’ la cosa che vorrei di più. Devo ancora lavorare tantissimo, devo stare concentrato sul basket e poi vediamo come andranno i prossimi anni. Il mio obiettivo è arrivare in serie A.
Dinastia Kangur. Dopo papà Kristjan, l’esordio di Robert con Varese
Robert Kangur Pallacanestro Varese – MALPENSA24
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