In pensione a 68 anni entro il 2040: novità e previsioni

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  • Entro il 2040 l’età minima per lasciare il lavoro e andare in pensione potrebbe salire a 68 anni, cioè richiedere 13 mensilità in più rispetto ai requisiti attuali.
  • I dipendenti delle pubbliche amministrazioni potrebbero rimanere al lavoro fino a 70 anni.
  • Secondo le stime della Ragioneria di Stato, tra 15 anni potrebbe scattare il primo aumento della soglia previdenziale, in adeguamento alla speranza di vita.

L’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita media della popolazione continua ad essere un argomento di attualità molto discusso in ambito politico. Secondo le recenti stime della Ragioneria di Stato1, l’età minima per lasciare il lavoro potrebbe gradualmente alzarsi nel corso dei prossimi anni sino a raggiungere 13 mensilità in più.

Entro il 2040, infatti, i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata potrebbero cambiare: per lasciare il lavoro occorrerà avere almeno 68 anni e un mese di età, rispetto ai 67 previsti attualmente. Per i dipendenti pubblici, invece, la stretta è già scattata grazie a una misura introdotta dalla Legge di Bilancio e fortemente criticata.

Scopriamo quali sono le prospettive future, come potrebbero cambiare i requisiti di accesso alla pensione e chi ne pagherà le conseguenze. Si andrà in pensione a 68 anni?

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In pensione a 68 anni: cosa cambierà nei prossimi anni

Le proiezioni demografiche più recenti fornite dall’Istat hanno permesso alla Ragioneria di Stato di prevedere quali saranno i requisiti minimi per accedere alla pensione nei prossimi anni. Ad oggi è possibile lasciare il lavoro a 67 anni di età, ma questo limite potrebbe presto innalzarsi in conseguenza dell’aumento della speranza di vita media in Italia.

Speranza di vita 2022 2030 2040 2050 2060 2070
Uomini 80,6 81,8 83,2 84,3 85,2 85,8
Donne 84,8 85,8 86,9 87,8 88,5 89,2

Il primo incremento si vedrà già dal 2027 (a meno che il Governo non decida di congelare l’adeguamento), quando i requisiti minimi di accesso alla pensione anticipata saliranno a:

  • 43 anni e 1 mese per gli uomini;
  • 42 anni e 1 mese per le donne.

Ma l’aumento più significativo si vedrà entro il 2040, quando occorreranno almeno 68 anni e un mese di età per accedere alla pensione. Sulla base dello stesso calcolo in base all’aspettativa di vita, entro il 2051 si andrà in pensione non prima dei 70 anni.

Se la speranza di vita media dovesse continuare ad aumentare, secondo i dati, nel 2070 vivremmo mediamente 85,8 anni per gli uomini e 89,2 anni per le donne. Nel 2080, infine, crescerà fino a 5 e 4,5 anni in più: 86,1 anni per gli uomini e 89,7 anni per le donne. Tutto questo comporterà ulteriori incrementi sull’età pensionabile.

Pensione di vecchiaia e anticipata non prima dei 70 anni

L’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia, nei prossimi anni e sempre secondo le previsioni della Ragioneria di Stato, potrebbe salire fino a 70 anni in adeguamento all’aspettativa di vita media della popolazione.

Infatti, nel 2067 l’Istat prevede un aumento della speranza di vita media di 4,7 anni per gli uomini e 4 anni per le donne rispetto al 2023, che porterebbero l’età media a 85,8 anni per gli uomini e 89,2 per le donne. Ciò significa che l’accesso alla pensione di vecchiaia spetterebbe ai lavoratori con almeno 70 anni.

Riassumendo, le soglie minime per accedere alla pensione di vecchiaia e anticipata nei prossimi anni potrebbero essere le seguenti.

Anno di riferimento Pensione di vecchiaia Pensione anticipata
2027 67 anni e 3 mesi 43 anni e 1 mese (uomini)
42 anni e 1 mese (donne)
2029-2030 67 anni e 5 mesi 43 anni e 3 mesi (uomini)
42 anni e 3 mesi (donne)
2039-2040 68 anni e 1 mese 43 anni e 11 mesi (uomini)
42 anni e 11 mesi (donne)
2067-2068 70 anni 46 anni (uomini)
45 anni (donne)
2083-2084 70 anni e 8 mesi 46 anni e 6 mesi (uomini)
45 anni e 6 mesi (donne)

Dipendenti pubblici in pensione a 70 anni

Facciamo un passo indietro e torniamo ai giorni nostri. Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha già firmato un provvedimento che prevede lo slittamento della pensione a 70 anni per i dipendenti pubblici, a parità di specifiche condizioni.

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I lavoratori delle pubbliche amministrazioni, con valutazioni di performance “ottime” o “eccellenti”, possono essere trattenuti in servizio fino ai 70 anni per fronteggiare il ricambio generazionale. Questo è quanto previsto in linea generale dalla misura introdotta dalla manovra 2024.

Tuttavia, devono sussistere una serie di condizioni affinché ciò avvenga:

  • certificazione delle esigenze organizzative, cioè le amministrazioni devono specificare nei propri documenti di programmazione (nel Piano integrato di attività e organizzazione, PIAO) l’esigenza di mantenere in servizio quel lavoratore per quella data mansione;
  • criteri di selezione, che limitano il trattenimento ai soli lavoratori considerati eccellenti per il servizio pubblico;
  • durata flessibile, nel senso che il trattenimento può essere più o meno lungo (entro i 70 anni) a seconda delle esigenze della Pa.

Il provvedimento del ministero, quindi, ha come finalità quella di mantenere in servizio i lavoratori con prestazioni ottimali per assicurare un accompagnamento e una formazione efficace dei neoassunti.

Stretta sulle pensioni anticipate: i dati INPS

Nel frattempo, l’INPS ha pubblicato i dati sui flussi di pensionamento2, constatando che il numero di pensioni anticipate erogate nel 2024 è diminuito del 15,7% rispetto all’anno precedente, passando da 255.119 a 215.058.

Resta invece stabile il numero di pensioni di vecchiaia erogate nel 2024 rispetto al 2023. Tutto questo è una diretta conseguenza del passaggio al sistema contributivo per Quota 103 e dell’allungamento delle finestre pensionabili.

Nonostante tutto, è importante sottolineare come l’importo medio alla decorrenza sia superiore rispetto allo scorso anno: secondo i dati INPS sono stati erogati assegni da 1.245,64 euro al mese nel 2024 (mentre nel 2023 erano di 1.230,76 euro).

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