Nell’ultimo articolo avevamo parlato in maniera approfondita dei principali acronimi utilizzati nel campo della sostenibilità. Partendo dagli ESG e gli SDG, ossia i due più conosciuti, anche in ambito sportivo, siamo arrivati alla direttiva CSDDD, gli ESRS e la NFRD. Nel seguente articolo, invece, ci dedicheremo ad altri tre fondamentali indici, vale a dire: la TBL, il CDP ed il GRI. I tre indici, in particolar modo gli ultimi due, hanno lanciato alcune novità operative per aumentare l’analisi e il livello di dati sulla protezione della natura, dato che la perdita di biodiversità è una questione che sta diventando sempre più urgente. Affinché il tema della protezione della biodiversità possa essere affrontato in modo scientifico, è di fondamentale importanza migliorare la base dati sulle metriche che misurano gli impatti delle attività umane a proposito della conservazione della natura e delle specie nonché la definizione di standard più condivisi.
Il Triple Bottom Line
Il concetto di Triple Bottom Line è stato introdotto per la prima volta da John Elkington nel 1994[1]. Si tratta di un approccio alla gestione aziendale che si concentra non solo sul profitto economico ma anche sugli impatti sociali e ambientali delle attività aziendali[2].
Conosciuto anche come “le tre P” (People, Planet, Profit)[3], la ratio di questa teoria consisteva nell’incoraggiare le società ad operare nel contesto economico di riferimento attraverso strategie e decisioni che fossero in grado di valorizzare simultaneamente l’ambiente, il contesto sociale e l’aspetto economico-finanziario[4].
Ciò significa che le organizzazioni che adottano i framework TBL sono responsabili di tutti gli stakeholder e non solo degli azionisti. Dunque, massimizzando tutte e tre le bottom lines, le organizzazioni hanno maggiori probabilità di avere un impatto positivo sul mondo, migliorando al contempo le prestazioni finanziarie.
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I tre pilastri della TBL
Il profitto rimane un elemento essenziale per la sostenibilità di un’azienda, prova ne sia che, senza una redditività solida, un’azienda non può sopravvivere nel lungo periodo. Tuttavia, l’approccio del TBL va oltre la semplice massimizzazione del profitto: si tratta, infatti, di creare valore economico in modo responsabile e sostenibile, prendendo in considerazione gli impatti sociali e ambientali delle decisioni aziendali.
Un chiaro esempio di ciò può essere trovato negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite[5]. A livello organizzativo, questo può variare dalla garanzia di pratiche di lavoro eque, sia all’interno che presso i fornitori, all’adozione di politiche orientate allo sviluppo che sostengano la creazione di posti di lavoro, l’imprenditorialità e l’innovazione.
Il secondo pilastro del TBL riguarda le persone, ovvero i dipendenti, i clienti, i fornitori e le comunità in cui opera l’azienda. Una gestione oculata delle risorse umane, un ambiente di lavoro sano e sicuro, il rispetto dei diritti dei lavoratori e la promozione di politiche di inclusione e diversità sono tutti elementi chiave per un business sostenibile.
Come base di partenza, un’azienda che cerca di seguire un framework TBL basato sulle “persone”, potrebbe assicurarsi di non sfruttare il capitale umano con cui l’organizzazione interagisce o su cui influisce, adottando pratiche di lavoro eque e sostenendo un ambiente di lavoro sicuro[6]. Garantire che l’equità sociale comprenda pratiche sia interne che esterne, può essere più facile come la partnership con organizzazioni no-profit che incoraggiano il volontariato dei dipendenti o più complicato come riconfigurare le supply chain[7] per garantire pratiche commerciali eque[8].
Il terzo pilastro del TBL riguarda la responsabilità ambientale delle imprese.
Per fare un esempio, possiamo pensare a quando cerchiamo delle strategie per andare a limitare il consumo di energia o utilizzare fonti di energia rinnovabili per ridurre l’impronta di carbonio e sostenere obiettivi di net zero[9]; ridurre gli sprechi razionalizzando i processi e il riciclaggio o passando a materiali di origine etica, possono contribuire al livello di sostenibilità ambientale di un’organizzazione.
Detto ciò, anche le aziende più piccole possono apportare modifiche per ridurre il proprio impatto ambientale negativo e gli effetti del cambiamento climatico[10].
Perché è importante adottare la TBL? Analisi dei cinque vantaggi
Adottare la Triple bottom line è un requisito fondamentale per le aziende moderne.
L’attenzione agli aspetti sociali migliora le relazioni con la comunità e aumenta l’engagement dei dipendenti. Inoltre, le aziende che adottano questo approccio sono spesso più resilienti ai cambiamenti del mercato e meglio preparate per le future regolamentazioni ambientali e sociali[11].
Ma perché appare necessario adottare la TBL? Sicuramente per ottenere una migliore reputazione: queste aziende spesso hanno maggiore successo perché dimostrano di avere uno spiccato interesse nei confronti della società e dell’ambiente.
E’ utile menzionare anche la finanziabilità, poiché, un’azienda che si dimostra particolarmente attenta nei confronti delle “3P”, avrà maggiore facilità nel trovare investitori, considerato che molti di loro sono interessati proprio a finanziare organizzazioni che generano un impatto positivo sulla società[12].
L’attrazione di talenti, in quanto le aziende sostenibili attraggono spesso i migliori talenti, perché molti lavoratori cercano opportunità in aziende che fanno la loro parte per il benessere sociale e ambientale;
L’economicità e la stabilità finanziaria: L’adozione delle pratiche sostenibili della TBL può contribuire a ridurre i costi sul lungo termine. Per esempio, non sono certamente rari i significativi impatti in ottica di risparmio energetico o di riciclo dei materiali.
L’ultimo vantaggio, ma non certo sottovalutabile, è il beneficio in termini di stabilità finanziaria, per cui, le aziende che seguono i principi TBL sono quelle che, più di altri, riescono a gestire meglio i rischi e sfruttare efficacemente le opportunità[13].
Grazie al concetto di Triple Bottom Line e ai fattori ESG, le tematiche sociali e ambientali ricoprono un ruolo di crescente importanza nel settore economico, e la loro valutazione rappresenta un passaggio imprescindibile nelle strategie di investimento sostenibili e responsabili delle imprese[14].
Infatti, l’adozione di una strategia Triple Bottom Line, porta numerosi vantaggi tangibili e intangibili: sul fronte finanziario, può portare ad una riduzione dei costi operativi attraverso l’efficienza delle risorse e l’innovazione sostenibile, mentre, dal punto di vista del mercato, migliora la reputazione aziendale e rafforza la fedeltà dei clienti sempre più attenti alla sostenibilità[15].
Carbon Disclosure Project
Il CDP, è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che pone la trasparenza al centro e si impegna a promuovere la trasparenza e la gestione di tutte le informazioni inerenti le emissioni di gas serra, ai rischi e alle opportunità legate al cambiamento climatico e alla sostenibilità delle aziende e delle città[16].
Nel 2018 più di 6.300 imprese e oltre 500 città in tutto il mondo hanno rilevato le proprie emissioni di gas effetto serra e analizzato i rischi e le opportunità legati al climate change attraverso la metodologia CDP; inoltre, l’organizzazione è supportata da oltre 650 investitori istituzionali, che gestiscono oltre 87 mila miliardi di dollari[17].
Attualmente il CDP detiene il più grande database di informazioni sui rischi connessi al cambiamento climatico e sulla gestione delle acque e delle risorse naturali[18].
Uno sguardo alla storia di CDP
Lanciata a Londra nel 2000 con il nome di Carbon Disclosure Project, CDP richiedeva inizialmente la rendicontazione delle emissioni di gas serra come un modo per consentire la condivisione delle informazioni tra le aziende e gli stakeholder, come gli investitori[19].
I fondatori speravano che rendere disponibili tali dati ambientali potesse incoraggiare le iniziative per contrastare il cambiamento climatico[20].
Un decennio dopo, l’organizzazione ha abbreviato il suo nome in CDP per riflettere il suo più ampio ambito di divulgazione delle informazioni ambientali e la diversità delle entità con cui collabora. Oltre a richiedere informazioni sull’impronta di carbonio, CDP richiede anche informazioni relative alla deforestazione, alla sicurezza idrica e all’uso della plastica. Inoltre, ora la sua portata si estende oltre le aziende includendo città, stati e regioni[21].
In cosa si concentra l’azione di CDP?
L’azione di CDP si concentra su quattro obiettivi strategici, che si pongono come fine il raggiungimento di un sistema economico globale che sia attento alla propria sostenibilità ambientale e in grado di prevenire i dannosi effetti del cambiamento climatico[22].
- Aumentare la trasparenza delle aziende sull’impatto ambientale, collaborando a stretto contatto con gli analisti finanziari per identificare le realtà a maggiore rischio e fornendo ai cittadini informazioni in grado di orientare le decisioni di acquisto ed investimento
- Rendere la performance ambientale centrale nelle decisioni di business e investimento, adeguando le modalità di reportistica ambientale alle esigenze del settore finanziario e spingendo gli investitori a riconoscere l’importanza dei programmi di limitazione delle emissioni nella valutazione delle imprese.
- Aiutare le città a ridurre l’inquinamento e a sviluppare modelli di adattamento al cambiamento climatico, favorendo la diffusione a livello globale di best practice e sostenendo programmi di gestione dell’impatto ambientale delle aree urbane.
- Stimolare politiche e leggi a difesa dell’ambiente, lavorando al fianco di governi ed organizzazioni sovranazionali, fornendo dati a supporto delle decisioni in materia regolatoria e diffondendo la consapevolezza sull’influenza delle aziende nelle scelte politiche legate all’ambiente[23].
È utile menzionare, inoltre, che il CDP collabora attualmente con oltre 7.000 imprese, 630 città e 120 regioni e stati subnazionali in tutto il mondo1, fornendo loro un efficace strumento per la rendicontazione, supporto e opportunità di approfondimento e dialogo tra i diversi settori.
Nel 2018, sono state 43 le imprese, tra le maggiori in Italia, ad aver risposto ai questionari CDP nel Programma Climate Change, 7 nel Programma Water, 2 per il Programma Forest.
Nello stesso anno 25 città, tra cui grandi città come Roma, Milano, Venezia, Firenze, Torino, ma anche comuni più piccoli come Lucca, Massa Marittima e Oristano, e 9 regioni hanno monitorato i propri impatti e rendicontato le proprie azioni per il clima con l’ausilio della piattaforma CDP[24].
Il rapporto con MATTM
Il Ministero italiano dell’Ambiente (MATTM) ha siglato un Memorandum of Understanding (MoU) con il CDP nell’aprile 2013 al fine di favorire un mutuo supporto e scambio di informazioni in materia di gestione delle emissioni da parte di aziende e municipalità.
Tale MoU, è stato in seguito rinnovato e rifocalizzato nell’ambito delle attività previste dalla Marrakech Partnership for Global Climate Action istituita dalla COP22 nell’ambito del processo interazionale UNFCCC di negoziato sui Cambiamenti Climatici.
In virtù della collaborazione in essere il CDP assicura al MATTM l’accesso ai dati ed alle informazioni in forma aggregata (anche tramite specifici report e documenti su richiesta MATTM) fornite da aziende e municipalità italiane attraverso i questionari sulla gestione delle emissioni che annualmente ricevono.
Il CDP inoltre facilita la raccolta e diffusione di informazioni circa la partecipazione italiana alla Marrakech Partnership for Global Climate Action[25].
CDP e GRI collaborano per semplificare la rendicontazione ambientale e migliorare l’accesso ai dati
Di seguito alcuni risultati ottenuti alla luce di questa collaborazione:
- Maggiore efficienza di reporting: CDP e GRI hanno firmato un protocollo d’intesa per semplificare la rendicontazione ambientale, migliorando l’accesso a dati comparabili.
- Allineamento per chiarezza: La partnership comprende esercizi di mappatura per allineare il questionario del CDP agli standard tematici del GRI per clima, acqua e biodiversità.
- Supporto per l’azione globale: Questa collaborazione aiuta le aziende a comunicare dati allineati al GRI, promuovendo trasparenza e responsabilità nella rendicontazione dell’impatto ambientale.
Questo nuovo passo, formalizzato tramite un Memorandum of Understanding (MoU) firmato alla Conferenza sui cambiamenti climatici COP29 di Baku, mira a semplificare i processi di divulgazione e ad aumentare l’accesso a dati comparabili per le aziende[26].
La collaborazione consente alle aziende di segnalare dati allineati a GRI tramite il questionario annuale di CDP, fornendo preziose informazioni agli stakeholder e ai mercati.
Cristina Gil White, CEO ad interim di GRI, ha sottolineato l’importanza di questa partnership: “Per oltre 25 anni, GRI è stato un catalizzatore per le organizzazioni per comprendere e segnalare i loro impatti, consentendo loro di sbloccare valore sostenibile e apportare cambiamenti positivi. La sinergia con CDP, in termini di ambizioni condivise per una rendicontazione aziendale degli impatti ambientali più completa ed efficace, è evidente”[27].
Global Reporting Initiative
Il GRI è il punto di riferimento internazionale per la redazione di report sulla sostenibilità ambientale, sociale e di governance delle organizzazioni.
Sempre più diffuso nel mondo del business, offre alle aziende un quadro per riferire in modo trasparente sui loro impatti economici, ambientali e sociali.
GRI è un ente internazionale senza scopo di lucro nato con il fine di definire gli standard di rendicontazione delle performance ESG di aziende e organizzazioni di qualunque dimensione, appartenenti a qualsiasi settore e paese del mondo[28].
Il GRI fu fondato a Boston nel 1997 dalla collaborazione di Robert Massie, il direttore esecutivo del Coalition for Environmentally Responsible Economies (CERES) e dall’amministratore delegato del Tellus Institute, Allen White[29].
Inizialmente consisteva in una divisione del CERES creata per sviluppare un sistema di contabilità che permettesse alle organizzazioni di effettuare un rendiconto ambientale, perseguendo i principi di condotta socialmente responsabile propri del CERES[30].
Questo fu possibile con l’istituzione del dipartimento di progetto nominato “Global Reporting Initiative” che sviluppò un quadro di riferimento (framework) i cui destinatari iniziali erano investitori, e, solamente in seguito alla creazione del Comitato Esecutivo per lo sviluppo delle Linee Guida, la reportistica GRI assunse il suo predominante carattere di approccio multidimensionale, estendendo così l’ambito di rendicontazione alla sfera sociale, economica ed ambientale[31].
Come Funziona la GRI?
Il GRI ha sviluppato e continua a aggiornare un insieme di linee guida per il reporting di sostenibilità, conosciute come GRI Standards. Questi standard sono progettati per essere utilizzati dalle organizzazioni per rendere conto in modo chiaro e coerente del loro impatto sostenibile.
I GRI Standards sono organizzati in serie e si dividono in tre categorie: Universali, Tematici Specifici, e Settoriali.
Gli standard Universali sono applicabili a tutte le organizzazioni, mentre quelli Tematici Specifici e Settoriali permettono di affrontare questioni di sostenibilità particolari e settori specifici.
La GRI stabilisce principi fondamentali per guidare le organizzazioni nel processo di reporting. Questi principi includono l’approccio stakeholder, il contesto di sostenibilità, la materialità, l’integrità, e altri, per assicurare che i report siano rilevanti, accurati e affidabili[32].
Le organizzazioni che adottano gli standard GRI seguono un processo che inizia con l’identificazione delle parti interessate e delle questioni materiali, per poi raccogliere dati e informazioni, fino alla preparazione e pubblicazione del report di sostenibilità.
L’obiettivo finale della GRI è promuovere la trasparenza e la responsabilità delle organizzazioni riguardo al loro impatto sostenibile. I report basati sugli standard GRI consentono di confrontare le performance di sostenibilità nel tempo e tra diverse organizzazioni[33].
Perché sono stati rivisti gli Standard universali?
La revisione degli standard universali, approvata nel luglio 2021 dal Due Process Oversight Committee del GSSB (Global Sustainability Standards Board)[34], è partita dalle raccomandazioni del Comitato tecnico del GRI sulla divulgazione dei diritti umani.
Il progetto si è avvalso anche del feedback ricevuto dal GSSB durante la transizione dalle Linee guida G4 agli Standard GRI, dei commenti ricevuti dalle organizzazioni di reporting e da altri stakeholder e delle informazioni raccolte dall’esame dei report di sostenibilità che utilizzano gli Standard GRI[35].
Nel complesso, la revisione mira a incorporare le informazioni obbligatorie sui diritti umani per tutte le società che redigono rapporti, integrare il reporting sulla due diligence negli Standard GRI, fornire una maggiore chiarezza sui concetti chiave contenuti negli Standard GRI e garantire il loro allineamento con i recenti sviluppi in materia di condotta aziendale responsabile, promuovere un’applicazione coerente, incoraggiare una rendicontazione più pertinente e completa e migliorare la fruibilità complessiva degli Standard GRI.
Le revisioni degli Standard universali sono state sviluppate in base a un Protocollo di Due Process che fornisce una serie di requisiti obbligatori per lo sviluppo di uno standard. Questo processo è supervisionato dal Due Process Oversight Committee e garantisce che gli aggiornamenti siano sviluppati seguendo un processo trasparente e multi-stakeholder[36].
GRI: perché è importante?
L’adozione degli standard GRI da parte delle organizzazioni porta numerosi benefici: Innanzitutto, per le aziende, migliora la comprensione dei rischi e delle opportunità legate alla sostenibilità, rafforza la fiducia con stakeholder e consumatori, e può portare a miglioramenti operativi e strategici.
Per la società e l’ambiente, promuove pratiche aziendali più sostenibili e responsabili.
In conclusione, possiamo affermare che la Global Reporting Initiative rappresenta uno strumento cruciale per le organizzazioni che aspirano a essere trasparenti riguardo al loro impatto sostenibile.
Con il suo approccio standardizzato e globale, la GRI facilita la comparazione e l’analisi delle performance di sostenibilità, promuovendo allo stesso tempo pratiche aziendali che rispettano principi di sostenibilità e responsabilità. In un mondo dove la sostenibilità è sempre più al centro dell’attenzione, la GRI si conferma come un punto di riferimento indispensabile per il reporting di sostenibilità[37].
Note
[1] https://johnelkington.com/archive/TBL-elkington-chapter.pdf, Enter the Triple Bottom Line.
[2] https://www.greenmarketingitalia.com/triple-bottom-line-e-sostenibilita/
[3] https://www.previti.it/dal-concetto-di-triple-bottom-line-ai-fattori-esg-le-nuove-politiche-globali
[4] https://www.henryandco.it/faq/glossario-acronimi-sostenibilita/
[5] L’obiettivo numero otto mira a promuovere “una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti”.
[6] https://www.peekaboovision.com/triple-bottom-line/
[7] https://www.allthingssupplychain.com/designing-a-sustainable-supply-chain-based-on-the-triple-bottom-line-of-people-planet-profit/
[8] https://www.lancialatuastartup.it/triple-bottom-line-il-metodo-per-creare-un-business-sostenibile/
[9] https://www.reteclima.it/net-zero/, Net Zero emission: cosa significa? Come arrivare?
[10] https://sustainability-success.com/it/tripla-linea-di-fondo-triplo-bilancio-della-sostenibilita/
[11] https://strategiaebusiness.com/triple-bottom-line-strategia-sostenibile-per-azienda/
[12] Strategia e Business, TBL, il business sostenibile per la tua azienda.
[13] https://www.startupgeeks.it/triple-bottom-line/
[14] Studio Previti, Associazione professionale, Dal concetto di Triple Bottom Line ai fattori ESG: le nuove politiche globali.
[15] Vd. nota 12.
[16] https://www.mase.gov.it/pagina/carbon-disclosure-project-cdp
[17] CDP, CDP can support your environmental journey – turning data into Earth-positive impact.
[18] https://investiresponsabilmente.it/glossario/carbon-disclosure-program-cdp/
[19] L’organizzazione no profit ha rilasciato il suo primo questionario CDP, che chiedeva alle aziende di divulgare i dati sulle loro emissioni di carbonio, nel 2003.
[20] U2Y.Io, Carbon Disclosure Project (CDP): di cosa si tratta e come funziona lo score CDP.
[21] https://www.ibm.com/it-it/topics/carbon-disclosure-project
[22] https://www.mase.gov.it/node/10256/printable/print
[23] https://www.mase.gov.it/pagina/carbon-disclosure-project-cdp.
[24] https://www.enelx.com/it/it/aziende/sostenibilita/consulenza-energetica/carbon-disclosure-project
[25] Vd. nota 23.
[26] https://esgnews.com/it/cdp-gri-semplifica-la-rendicontazione-ambientale-e-migliora-l%27accesso-ai-dati/
[27] https://esgnews.it/environmental/cdp-gri-dati-biodiversita/
[28] https://www.globalreporting.org/how-to-use-the-gri-standards/gri-standards-italian-translations/
[29] https://www.globalreporting.org/information/about-gri/gri-history
[30] https://www.ceres.org/
[31] https://economiacircolare.com/ceres-piattaforma-digitale-formazione-economia-circolare/
[32] Wolters Kluwer, Una guida ai framework e ai requisiti ESG.
[33] https://www.esg360.it/normative-e-compliance/global-reporting-initiative-cose-come-funziona-e-perche-e-cosi-importante/
[34] https://www.globalreporting.org/standards/global-sustainability-standards-board/gssb-due-process.
[35] GRI Standards Pdf, GRI 1: Principi di rendicontazione 2021.
[36] https://esgnews.it/governance/gri-standard-cosa-sono-e-novita-dal-2023/#Perche_sono_stati_rivisti_gli_Standard_universali
[37] https://messagegroup.it/it/blog/standard-gri-benefici-e-implementazione
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