Il Brasile scopre che il calcio è un affare

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Lo stadio Maracanà a Rio de Janerio, in Brasile

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Il Brasile è la Premier League del Sudamerica. A sostenerlo è nientemeno che The Economist e non a caso, visto che la spiegazione è economica prima che sportiva: dal 2021 il Paese lusofono ha aperto il proprio sistema calcistico al mercato, autorizzando i club a diventare società per azioni (sociedades anônimas de futebol, in breve SAF) e non più semplici associazioni col superato modello del tifoso- socio. Le squadre possono dunque trasformarsi in imprese a scopo di lucro, come in Europa, ed essere acquistate da imprenditori stranieri o da fondi di investimento, e persino quotarsi in Borsa, una cosa impensabile fino all’altro ieri.

La riforma è stata voluta dall’allora presidente Jair Bolsonaro e ora vorrebbe imitarlo l’alleato liberista e presidente argentino Javier Milei, importando il modello SAF nel suo Paese. E ne ha tutte le ragioni, visto che club argentini storici come River Plate e Boca Juniors sono sommersi dai debiti e ormai in Coppa Libertadores le prendono regolarmente dai rivali brasiliani. Ad attirare l’attenzione del The Economist è stata soprattutto la parabola del Botafogo di John Textor, magnate statunitense che nel 2022 ha acquistato il club che fu di Garrincha per 66 milioni di dollari e che oggi è proprietario anche del Crystal Palace e del Lione attraverso la sua holding Eagle Football. Riconosciuto manager nel campo dei media, il 59enne del Missouri ha immediatamente dimezzato il debito di oltre 1 miliardo di reais e ribaltato la gestione: grazie ad una attenta attività di scouting, ha tra l’altro scovato uno dei nuovi talenti del calcio brasiliano, il centravanti Luiz Henrique, già convocato nella Seleção e nel mirino della Fiorentina. Risultato: i bianconeri, che non vincevano il campionato dal 1995 e non erano mai arrivati in finale di Libertadores, nel 2024 hanno fatto doppietta, e quest’anno guideranno la folta rappresentativa brasiliana al Mondiale per club. Su sei club sudamericani qualificati al torneo della Fifa, infatti, quattro sono brasiliani: Palmeiras, Flamengo, Fluminense e Botafogo, cioè le vincitrici (in questo ordine) delle ultime quattro Coppe Libertadores, la Champions League sudamericana. Le ultime sei edizioni del torneo continentale sono state vinte da squadre brasiliane, e in quattro casi la finale è stata un derby, compresa l’ultima, disputata lo scorso novembre, che ha visto il Botafogo sfidare l’Atletico Mineiro allenato da Gabi Milito, fratello di Diego, e di proprietà di una banca, Banco Master. Eppure in Sudamerica non è stato sempre così: prima di questa sequenza l’Argentina aveva 25 coppe contro le 18 del Brasile. Textor, il gringo che non spiccica mezza parola in portoghese, potrebbe aver aperto una nuova era della quale sta già lui stesso beneficiando, visto che la vittoria della Champions sudamericana è valsa al Botafogo un assegno da 23 milioni di dollari. E non è l’unico ad aver fiutato le opportunità offerte dalla nuova normativa.

Nel 2021 Ronaldo, il Fenomeno, che ora vuole candidarsi a presidente della Federcalcio, ha comprato per 70 milioni di dollari il Cruzeiro, rivendendolo lo scorso anno per 100 milioni dopo averlo riportato in Serie A. E ancora: il Bragantino è entrato nella scuderia Red Bull e il suo patron è l’austriaco Mark Mateschitz, a cui Forbes attribuisce un patrimonio di oltre 30 miliardi di dollari; il Bahia, che da piccolo club è diventato una big in un lampo, è dello sceicco Mansour, lo stesso di Manchester City, Girona e Palermo; il Vasco de Gama è andato al fondo 777 Partners, come Genoa e Everton (anche se è finita male, come in Liguria). L’effetto SAF non è solo sui conti. Il movimento sta diventando sempre più attraente, tanto che idoli locali consacratisi in Europa come Thiago Silva e Marcelo, solo per citarne due, per chiudere la carriera hanno preferito tornare in patria che andare in Arabia o negli Usa. Persino Neymar sta lasciando il Medio Oriente per tornare al Santos, mentre lo stesso percorso hanno fatto campioni come Luis Suarez (prima di raggiungere Messi a Miami è stato Mvp col Gremio) e Memphis Depay, rimasto senza squadra dopo gli ultimi Europei con l’Olanda. Ora si parla addirittura di Pogba e Sergio Ramos. Con buona pace del mercato, però, un po’ di romanticismo resiste anche nel futebol: i tifosi del Corinthians, il club della Democracia di Socrates e ultima squadra brasiliana campione del mondo (nel 2012), hanno lanciato una colletta online per saldare il debito monstre che la proprietà non ha ancora onorato per la costruzione del nuovo stadio, la Neo Quimica Arena, inaugurata per i Mondiali del 2014 e costata la cifra record di 1,2 miliardi di reais, di cui 700 milioni da saldare. Ad oggi il fundraising ha raccolto 35 milioni di reais, lontanissimo dalla quota prefissata, ma la vaquinha, come la chiamano in Brasile, andrà avanti fino a maggio. Sempre che nel frattempo non intervenga il John Textor di turno.





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