Il 5 febbraio la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare

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Il tema scelto per quest’anno è “Tempo di agire”: l’obiettivo è raggiungere e sensibilizzare la società, dalle istituzioni alle aziende, dalle scuole ai cittadini, intorno alle strette implicazioni fra spreco alimentare e impatto ambientale.
L’iniziativa nasce nel 2014 a partire dalla campagna di sensibilizzazione per l’economia circolare e lo sviluppo sostenibile Spreco Zero di Last Minute Market, fondata dall’economista Andrea Segrè, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e il patrocinio di istituzioni internazionali e RAI per il Sociale.
Oltre a numerose iniziative a livello locale e nazionale, la campagna “Spreco zero” mette a disposizione lo Sprecometro, un’applicazione gratuita che permette di monitorare gli sprechi domestici e fornisce informazioni sulle iniziative antispreco.

I numeri dello spreco

Lo spreco di cibo è la perdita di alimenti ancora perfettamente commestibili durante tutta la filiera produttiva, commerciale e domestica.
I dati dello spreco alimentare domestico nel 2024 sono cresciuti rispetto all’anno precedente: gli italiani sprecano mediamente oltre mezzo chilo di cibo a settimana, per un totale di quasi 7,5 miliardi di euro, che arrivano a oltre 13 miliardi se si considerano anche gli sprechi nella filiera produttiva e nella distribuzione.
L’analisi dei dati conferma che lo spreco di cibo si lega alle disuguaglianze sociali: chi si dichiara “in difficoltà economiche” ha accesso a cibo di qualità peggiore e ne spreca di più (+17%), e questa situazione non fa che aumentare gli effetti della povertà.
(dati tratti dal Report “Il caso Italia” 2024 fonte “Osservatorio Internazionale Waste Watcher-Campagna Spreco Zero su elaborazioni DISTAL-Università di Bologna e Ipsos”).

Lo spreco di cibo rappresenta un problema non solo economico ma etico, sociale e ambientale.
Come dice chiaramente l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, non si può immaginare di affrontare i grandi temi globali come la fame, le disuguaglianze sociali, i cambiamenti climatici e la perdita di integrità biologica del pianeta senza affrontare contemporaneamente il problema della perdita e dello spreco degli alimenti, tema che porta a riflettere sul più ampio concetto di sostenibilità.
Lo spreco alimentare è responsabile dell’8-10% delle emissioni globali di gas serra (GHG) e utilizza circa il 28% della superficie agricola mondiale, un’area più grande della Cina e dell’India messe insieme. Questi terreni potrebbero altrimenti essere destinati ad accrescere la sicurezza alimentare, il ripristino dell’ambiente e la biodiversità. L’UE deve raddoppiare il ritmo di riduzione delle emissioni di gas serra per raggiungere il suo obiettivo del 55% di riduzione entro il 2030. Rappresentando circa il 15% dell’impronta totale del sistema alimentare dell’UE, lo spreco alimentare ricopre un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi climatici.
(fonte: European Week for Waste Reduction – campagna 2024)

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Due esempi su tutti: il fumo porta a sottrarre terreno alle coltivazioni, consumare ingenti quantità di acqua per la produzione di sigarette e altri derivati e inquinare suolo e acque con le microplastiche prodotte dalla decomposizione dei mozziconi; la “fast fashion” fa sì che la filiera della moda sia al 3° posto per impatto ambientale dopo il settore dei trasporti per depauperamento delle risorse naturali, emissioni di CO2, inquinamento.

(fonti: WHO – World No Tobacco Day 2022 e World No Tobacco Day 2023European Environment Agency)

Lo spreco alimentare comporta, inoltre, un aumento di rifiuti connessi agli imballaggi per alimenti, che svolgono un ruolo fondamentale nella protezione e nella conservazione dei prodotti lungo il loro ciclo di vita. Gli imballaggi contribuiscono alla produzione di gas serra in diversa misura: per il ciclo di vita di ogni tonnellata di imballaggio in plastica sono emesse 1,8 tonnellate di CO2-equivalenti (CO2e), seguono carta/cartone e vetro, che hanno emissioni rispettivamente di 809 e 565 kg di CO2e per tonnellata.

Per ulteriori approfondimenti consulta il sito dedicato alle Settimane Europee per la Riduzione dei rifiuti.



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