I Laghi di Doberdò: un tesoro carsico del Friuli Venezia Giulia

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Nel cuore della provincia di Gorizia, i Laghi di Doberdò e Pietrarossa rappresentano un indiscusso gioiello del Friuli Venezia Giulia. Cosa fare.

Nel cuore della provincia di Gorizia, tra paesaggi incantevoli e fenomeni naturali unici nel loro genere, i Laghi di Doberdò e Pietrarossa rappresentano un indiscusso gioiello del Friuli Venezia Giulia. Immersi nell’omonima Riserva Naturale che si estende per 727 ettari, infatti, emergono come rarità geologiche: sono due delle pochissime testimonianze di laghi carsici in tutta Europa.

Situati in depressioni naturali del Carso, vedono il livello d’acqua in continuo mutamento, un balletto orchestrato dai fiumi Vipacco e Isonzo, le cui portate determinano la vita stessa di tali preziosi ecosistemi.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Nel Lago di Doberdò, le sorgenti si trovano a ovest, mentre a est gli inghiottitoi trasformano l’acqua in un flusso invisibile che scompare nelle viscere della terra. Durante le stagioni più secche, il lago si riduce a un mosaico di pozze cristalline e ricrea uno spettacolo tutto da ammirare. Qui, il connubio tra terra e acqua svela l’essenza del carsismo, un fenomeno naturale che modella la pietra con la pazienza del tempo.

Un viaggio tra natura, storia e cultura al Centro Visite Gradina

Alle porte del borgo di Doberdò del Lago, il Centro Visite Gradina è il punto di partenza ottimale per scoprire i segreti della Riserva. Un tempo cava di calcare, è stato trasformato in un centro multifunzionale che ospita un museo storico-naturalistico, una sala conferenze, una foresteria e un ristorante.

Il museo offre un’esperienza immersiva e interattiva. Dalla scoperta dei laghi carsici e dei loro inghiottitoi, si passa alla storia millenaria del Carso: ricostruzioni e pannelli didattici illustrano le trasformazioni del paesaggio e la vita delle popolazioni preistoriche. Si prosegue poi tra ambienti ricostruiti, come la landa carsica e il bosco, fino ad arrivare al racconto delle vicende belliche che hanno lasciato segni profondi su queste terre.

Un piccolo cinema interno offre la possibilità di immergersi, grazie a immagini mozzafiato, nelle bellezze naturalistiche della Riserva. Al termine della visita, il ristorante del centro permette di assaporare i piatti tipici della zona, mentre il negozio di souvenir propone oggetti artigianali che raccontano l’anima del territorio.

Percorsi e panorami: gli itinerari da non perdere

I sentieri che attraversano la Riserva invitano a camminare in sintonia con la natura. Ecco i percorsi che faranno la gioia degli appassionati.

Percorso ad anello breve

Un’escursione semplice e piacevole, ideale per chi desidera godersi un breve momento nel verde. Si parte imboccando la carrareccia dietro al Centro Visite. Dopo pochi passi, si raggiunge il suggestivo sito della vecchia cava Solvay, da cui si apre un panorama emozionante: la pianura si estende fino alla laguna di Grado, e si scorgono l’aeroporto di Ronchi dei Legionari e la netta linea di confine tra Carso e pianura.

Proseguendo, si sale brevemente per raggiungere la sommità della cava. Da qui, un sentiero conduce al centro della boscaglia, tra carpini neri, querce e ornielli, in un paesaggio interrotto da pietraie e tronchi secchi, ricordo di un incendio passato. Lungo la strada forestale, una scorciatoia riporta al punto di partenza, chiudendo il cerchio dell’itinerario in circa 30 minuti.

Percorso ad anello lungo

Un itinerario più impegnativo e ricco di punti di interesse, pensato per chi cerca una connessione più profonda con il territorio. Si parte sempre dalla carrareccia dietro il Centro Visite Gradina (127 m), per poi raggiungere la cava Solvay e il suo spettacolare belvedere. Il percorso prosegue lungo un sentiero che costeggia il versante del Colle Nero, con tratti rocciosi e panorami sulla conca del lago.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Seguendo i segnavia CAI 77, si giunge a Casa Cadorna (118 metri), storica testimonianza della Prima Guerra Mondiale. Da qui, un breve cunicolo conduce a un punto panoramico sopra il lago, dove è possibile ammirare il bacino principale e le sorgenti nascoste tra i pioppi.

Salendo verso la cima del Colle Nero (155 metri), il sentiero attraversa l’antico Castelliere prima di tornare al punto di partenza seguendo il segnavia CAI 72. L’escursione richiede circa 1 ora e 30 minuti.

Percorso fino al Lago di Doberdò

Partendo dal Centro Visite, si attraversa la cava Solvay per poi scendere lungo il versante del Colle Nero, seguendo il CAI 77 fino a Casa Cadorna. Da qui, una discesa porta alla strada comunale e, oltrepassandola, il sentiero si immerge nella zona ripariale, laddove salici e pioppi annunciano la vicinanza del lago.

Il percorso si snoda lungo il bosco fino al pontile panoramico, un luogo perfetto per osservare oche, anatre e la flora acquatica. Tornando indietro, è possibile proseguire verso il paludario (non agibile) o optare per la strada comunale che conduce all’abitato di Doberdò del Lago. L’escursione dura circa 1 ora e 15 minuti.

Percorso della Riserva

Si tratta di un itinerario completo, della durata di 4 ore, al cospetto delle differenti anime della Riserva. Dopo aver visitato la cava Solvay e Casa Cadorna, si prosegue lungo il sentiero CAI 72, scendendo nella zona ripariale e costeggiando il Lago di Doberdò.

Attraversata la strada comunale, il sentiero conduce verso il Lago di Pietrarossa, regalando scorci unici sul Monte Debeli e sulle sue fitte pinete.

Seguendo il CAI 81, si raggiunge il Centro Visite Pietrarossa (non agibile), da cui si prende la carrareccia CAI 82 per tornare al punto di partenza. Un itinerario adatto agli escursionisti esperti, che unisce natura, storia e il fascino totale del paesaggio carsico.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Sentiero Italia: Gradisca d’Isonzo – Centro Visite Gradina

Un tratto breve ma suggestivo, lungo 11 chilometri, che parte da Gradisca d’Isonzo (33 metri) e attraversa l’Isonzo per avventurarsi sulle alture del Carso. Tramite il sentiero CAI 070, si giunge al Centro Visite Gradina, con un dislivello contenuto che rende il percorso adatto a tutti.

Sentiero Italia: Centro Visite Gradina – Malchina

Questo tratto di 18,6 chilometri conduce verso il mare, lungo una stretta lingua di terra tra il Carso e la costa triestina.

Partendo da Gradina, si costeggia il Lago di Doberdò lungo il versante occidentale, passando sotto le pendici del Monte Cosici, per poi proseguire fino a Malchina (178 metri).

Punti di interesse Casa Cadorna e il Castelliere

Come accennato, Casa Cadorna rievoca le vicende della Prima Guerra Mondiale. Edificata dalle truppe italiane durante il conflitto, fu gravemente danneggiata ma rinacque grazie all’impegno del CAI di Gorizia, che la restaurò e la inaugurò nel 1977. Oggi si erge come presidio di una suggestiva palestra di arrampicata, meta di incontro per gli amanti dello sport e della storia.

Salendo invece lungo il sentiero 72, si arriva alla cima del Colle Nero, dove il passato si svela in tutta la sua imponenza. Qui, nonostante i segni lasciati dalla guerra, emergono ancora i resti di un’antica muraglia che delimitava un Castelliere.

Gli insediamenti fortificati, posti in maniera strategica su alture ben difendibili, venivano costruiti da comunità indoeuropee di origine balcanica dedite alla pastorizia, che si insediarono sul Carso fin dall’età del Rame e continuarono ad abitare la regione per millenni, passando attraverso l’età del Bronzo e del Ferro.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link