“Grandi Langhe”: “Piemonte” in etichetta. Parte il progetto della “Menzione Geografica Allargata”

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Il Piemonte è senza dubbio una delle Regioni più importanti del vino mondiale. Ma se alcune delle sue denominazioni più celebri sono conosciute nel mondo, dal Barolo al Barbaresco, dal Roero alla Barbera del Monferrato, dall’Asti all’Alta Langa, passando per Gavi, per esempio, altre, in una regione che conta 60 vini Dop, di cui 19 Docg e 41 Doc, non lo sono, e alcune, per notorietà, non varcano i confini regionali. Ma se vale il vecchio adagio che “l’unione fa la forza”, e considerando che Piemonte, nel mondo del vino, è un “brand” conosciuto e che è sinonimo di qualità del vino, si capisce perché c’è unanimità, tra i Consorzi che tutelano tutte queste denominazioni, nell’appoggiare la proposta della creazione di una “Menzione Geografica Allargata” che porterà anche la menzione “Piemonte” in etichetta, facoltativa a scelta dei produttori, nei vini di tutte le Denominazione. Idea lungimirante, che, peraltro, nasce proprio nella Regione in cui per prima, in Italia, sono arrivate le Menzioni Geografiche Aggiuntive nelle denominazioni, nel Barbaresco prima e nel Barolo poi, in un percorso seguito, dopo anni, da altre denominazioni italiane. A parlare del progetto, a Winenews, da “Grandi Langhe e il Piemonte del Vino”, dove oggi e domani, alle Officine Grandi Riparazioni (Ogr), a Torino, con oltre 500 cantine da tutta la Regione, sono in primi promotori del progetto, ovvero Piemonte Land, l’associazione che riunisce tutti Consorzi del vino del Piemonte, guidata da Francesco Monchiero, il Consorzio di Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Ettore Germano, ed il Consorzio del Roero, Massimo Damonte, e l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni.
“Dobbiamo ringraziare i Consorzi di Barolo e Roero che hanno dato vita a “Grandi Langhe”, evento al quale abbiamo unito tutte le altre denominazioni del Piemonte. E qui è la prima risposta al “perchè” di un progetto di “Menzione Geografica Allargata”, perchè se è vero che nella Regione ci sono denominazioni già conosciute in tutto il mondo – spiega Francesco Monchiero, presidente Piemonte Land – altre non lo sono ancora, ed il nome Piemonte in etichetta rafforza tutti. Il percorso per arrivarci prevede un accordo di fondo tra tutti i Consorzi che nei fatti c’è già, poi serviranno le assemblee per arrivare alla modifica dei disciplinari”.
“Ci sono denominazioni già famose nel Piemonte del vino, ma non vale per tutte, e la menzione Piemonte è identificativa di una Regione che è conosciuta perchè da molti anni fa grandi vini. Dobbiamo unire le forze per valorizzare tutte le nostre produzioni, e la menzione “Piemonte” in etichetta non toglie nulla a nessuno ma aggiunge qualcosa a tutti, e offre anche una pluralità di chiavi di comunicazioni in più”, aggiunge dal canto suo Ettore Germano, presidente del Consorzio del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani.
“Il Piemonte del vino deve fare gruppo, e la Mga Piemonte in etichetta è quel qualcosa in più a disposizione di tutti, capace di far crescere le possibilità di comunicazione ma anche il lavoro di coesione tra denominazioni. Sarà facoltativa per i produttori, ma crediamo che aderiscano in tanti, da subito”, commenta il presidente del Consorzio del Roero, Massimo Damonte.
“Ci sono centinaia di migliaia di bottiglie di vino delle nostre denominazioni che vanno in tutto il mondo, sono un veicolo straordinario di promozione del territorio, ed il brand “Piemonte”, perchè tale è, in etichetta, diventa sempre più fondamentale. Con i vini che, con la loro eccellenza, raccontando il Piemonte, diventano anche un vettore che fa da traino ai tanti prodotti tipici regionali, Dop, Igp e non solo, con la nostra Regione che ne rappresenta il 25% del totale italiano”, sottolinea l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni, che sostiene con convinzione il progetto.
Una “Menzione Geografica Allargata”, quella del Piemonte, che potrebbe valorizzare ulteriormente, dunque, quello che è già un enorme patrimonio vinicolo, visto che si parla di 44.471 ettari di vigneto, quasi il 7% del totale italiano, che comprendono i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, con una produzione 2024 stimata in oltre 2,25 milioni di ettolitri, di cui 2,1 (il 93%) a Dop, con un valore alla produzione (dato 2023) di 1,2 miliardi di euro, su un totale di 9 miliardi di euro dell’intera Italia. E con un valore delle esportazioni di 1,18 miliardi di euro nel 2023, pari al 15,3% del valore totale del Belpaese, e con un dato dei primi 10 mesi 2024 in linea allo scorso anno, secondo l’Istat. Un patrimonio che il nome “Piemonte” in etichetta aiuterà a valorizzare ed a far crescere ancora di più.


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