Le parole del ministro dell’Industria francese, Marc Ferracci, dimostrano la convergenza dell’Eliseo sulle posizioni italiane. Donazzan (Ecr-FdI): “L’Italia è guida per i partner europei sui temi strategici: la difesa della competitività industriale e la salvaguardia delle filiere produttive”. Polato: “Si allarga il fronte aperto dal ministro Urso a favore di una revisione del Green Deal europeo”
26/01/2025
La forte e convinta convergenza del governo francese verso le posizioni italiane in tema di politica industriale per il settore automotive è un elemento che potrebbe determinare una svolta decisiva verso un riequilibrio della decisioni prese da Franz Timmermans sul 2035. Le parole espresse in queste ore dal ministro dell’Industria francese, Marc Ferracci, lo dimostrano e caratterizzano per certi versi anche una postura pragmatica di Parigi su un tema che è stato ideologizzato nella precedente legislatura europea e che ha portato sconvolgimenti precisi nelle strategie industriali delle grandi case (senza dimenticare i licenziamenti causati dalle chiusure di poli in Germania). I conservatori di Ecr si preparano ad offrire un contributo per la revisione del Green Deal impegnandosi ad ascoltare tutte le parti in causa, ma ricordando che in passato sono stati i primi a sollevare forti perplessità.
Qui Bruxelles
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sarà a Bruxelles mercoledì 29 gennaio per incontrare i commissari europei che seguono le politiche industriali, Teresa Ribera, Apostolos Tzitzikostas e Wopke Hoekstra. A seguire il 4 febbraio, in occasione del Consiglio informale Competitività-Commercio di Varsavia, sarà ricevuto dal vicepresidente esecutivo e commissario per l’industria, Stéphane Séjourné, proprio per discutere di automotive. Le posizioni italiane di aspra critica verso un provvedimento che consegnerebbe il settore auto europeo alla dipendenza dalle batterie cinesi registrano quindi appoggi da partner che, fino a ieri, sembravano di idee differenti e che ora, probabilmente a causa della crisi dei grandi marchi tedeschi, ne sta comprendendo tutti i rischi (industriali e anche geopolitici).
La convergenza francese
Lo ha spiegato chiaramente il ministro francese quando ha osservato che Italia e Francia condividono l’idea “di promuovere una politica industriale più assertiva, meno ingenua, per proteggere alcuni dei nostri settori chiave, in particolare l’ automotive”, aggiungendo che “con il ministro Urso siamo allineati”. “Dovremmo essere proattivi e indipendenti rispetto a quanto succede negli Stati Uniti o in Asia”. La transizione? Serve “valutare a ogni passo le conseguenze socio-economiche delle nostre scelte” e annuncia di voler prendere “una posizione ferma contro le sanzioni imposte ai nostri produttori automobilistici, noi vorremmo mantenere l’obiettivo di vietare i veicoli termici entro il 2035, ma è il percorso che va messo in discussione, soprattutto per quanto riguarda i vincoli imposti ai produttori automobilistici, che dovrebbero essere rivisti”, ha affermato dalle colonne de La Stampa.
Qui Ecr
“Grazie a Meloni e Urso l’Italia è guida per i partner europei” commenta Elena Donazzan, eurodeputata di Fratelli d’Italia- Ecr, vicepresidente della commissione Industria al Parlamento europeo e da poco eletta vicepresidente dell’Intergruppo Sky and Space. “Da tempi non sospetti il nostro governo – spiega – è una guida per i partner europei sui temi strategici: la difesa della competitività industriale e la salvaguardia delle filiere produttive”. Le parole del ministro francese, aggiunge, rappresentano una vittoria del governo italiano e di Fratelli d’Italia, “che in Europa, dal giorno zero del mandato all’Eurocamera e alimentando una virtuosa sinergia con l’esecutivo rispetto ai dossier posti sui tavoli internazionali, ha rivendicato una politica industriale più assertiva, meno ingenua, per proteggere l’automotive ma non solo”. In questo senso auspica che le istituzioni europee siano più determinate, attive e indipendenti “per non ritrovarsi schiacciate nella morsa fra l’Est e l’Ovest del pianeta, anche su questo il ruolo dei Conservatori sarà determinante”.
L’Italia traccia la strada, aggiunge il suo collega di Ecr FdI Daniele Polato, secondo cui si allarga il fronte aperto dal ministro Urso a favore di una revisione del Green Deal europeo, mettendo l’accento su un punto: “L’Italia si conferma attore centrale nelle dinamiche europee: è la dimostrazione che le nostre posizioni non solo sono fondate, ma stanno diventando un punto di riferimento per altri governi europei.”
Tra l’altro il gruppo dei conservatori europei aveva giorni fa commissionato un sondaggio a Polling Europe su cosa pensano i cittadini europei della crisi in atto nel settore automotive: i risultati raccontano tutti i dubbi dei cittadini europei nei confronti delle politiche nate dopo la svolta Timmermans, su cui si abbatte anche la recente inchiesta del quotidiano olandese Telegraf sui fondi Ue che sarebbero stato dati alle lobbie green, così come aveva in passato denunciato Coldiretti.
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