Behrouz Ehsani e Mehdi Hassani sono stati trasferiti dalla prigione di Evin alla prigione di Ghezel Hesar e si trovano a un rischio imminente di esecuzione
Tre settimane fa, la Corte Suprema del regime dei mullah ha confermato le condanne a morte di questi due prigionieri con l’accusa di appartenenza all’OMPI (Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano)
Domenica mattina, 26 gennaio 2025, gli sgherri di Ali Khamenei hanno trasferito con la forza i prigionieri politici condannati a morte, Behrouz Ehsani e Mehdi Hassani, dalle sezioni 4 e 8 del carcere di Evin alla prigione di Ghezel Hesar senza alcun preavviso.
Le esecuzioni di queste sentenze disumane vengono effettuate nella prigione di Ghezel Hesar, a Teheran.
Successivamente, i detenuti della sezione 4 del carcere di Evin si sono radunati in protesta, scandendo slogan come:
• “Questo è il messaggio finale; se eseguite, ci sarà una rivolta,”
• “Morte al dittatore,”
• “Con il sangue dei nostri compagni, resistiamo fino alla fine,”
• “Ucciderò chi ha ucciso mio fratello.”
Le condanne a morte di questi due prigionieri sono state inizialmente emesse il 16 settembre 2024 dal famigerato “Iman Afshari,” capo della Sezione 26 del Tribunale Rivoluzionario di Teheran. Le accuse includevano: “ribellione contro lo stato, inimicizia contro Dio, diffusione di corruzione sulla terra, appartenenza all’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (PMOI/MEK), raccolta di informazioni riservate, cospirazione contro la sicurezza nazionale e possesso illegale di armi da fuoco e munizioni.”
Tali condanne sono state successivamente confermate il 7 gennaio 2025 dalla Corte Suprema del regime dei mullah.
Behrouz Ehsani, prigioniero politico settantenne dagli anni ’80, è stato arrestato a Teheran il 6 dicembre 2022 e trasferito nella sezione 209 del carcere di Evin, dove è stato sottoposto a torture.
Dopo aver ricevuto la condanna a morte, ha inviato un messaggio al popolo iraniano:
«…Questo regime basato sulle esecuzioni non può offrire altro. Non scenderò a compromessi sulla mia vita con nessuno e sono pronto a sacrificare la mia insignificante esistenza per la liberazione del popolo iraniano…»
Mehdi Hassani, prigioniero politico di 48 anni e padre di tre figli, è stato arrestato l’11 settembre 2024 a Zanjan e successivamente trasferito nella sezione 209 del carcere di Evin, dove anche lui ha subito torture.
Urgent Call to Action:
Reports indicate that Behrouz Ehsani and Mehdi Hasani have been transferred from Evin to Ghezel Hesar Prison, a facility known for carrying out executions. Reports indicate that prisoners in Evin are protesting following the transfer of Ehsani and Hasani.… pic.twitter.com/0aSYWmrbum— People’s Mojahedin Organization of Iran (PMOI/MEK) (@Mojahedineng) January 26, 2025
Amnesty International, nei suoi appelli del 16 e del 23 gennaio, ha richiesto l’immediata cancellazione delle loro condanne a morte, dichiarando:
«Behrouz Ehsani e Mehdi Hassani sono stati condannati per “inimicizia contro Dio” (moharebeh) e “corruzione sulla terra” (efsad-e fel-arz) e condannati a morte nel settembre 2024 in relazione al loro presunto sostegno all’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (PMOI), un gruppo di opposizione vietato. Dopo i loro arresti nel 2022, sono stati sottoposti a torture e altri maltrattamenti, inclusa la reclusione in isolamento prolungato, per costringerli ad autoaccusarsi. Il loro processo presso un Tribunale Rivoluzionario di Teheran è stato gravemente iniquo.»
Il 23 gennaio, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che condanna la “repressione sistematica dei diritti umani in Iran.” La risoluzione ha chiesto il rilascio dei prigionieri politici, in particolare di coloro condannati a morte, e ha richiesto l’abolizione della pena di morte. Ha inoltre esortato il Consiglio Europeo “a estendere le sanzioni dell’UE a tutti i responsabili delle violazioni dei diritti umani, inclusi il Leader Supremo Ali Khamenei, il Presidente Masoud Pezeshkian, il Capo della Magistratura Gholam-Hossein Mohseni-Eje’i,…”
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
26 Gennaio 2025
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