Agricoltura toscana in forte sofferenza. Cia in mobilitazione, Berni: Serve cambio di passo

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FIRENZE – Annata agraria negativa, aumento dei costi di produzione, volatilità dei prezzi, contrazione dei redditi degli agricoltori.

Lo sottolinea la Cia Agricoltori Italiani della Toscana, insoddisfatta dei provvedimenti ed interventi per l’agricoltura adottati anche negli ultimi mesi, da Europa, governo nazionale e Regione Toscana, e ritenuti insufficienti per contrastare lo stato di difficoltà e le molte emergenze: su tutte, peste suina africana (psa), predatori e ungulati, filiera e risorsa acqua.

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Ed in questa fase cruciale per l’agricoltura, la Cia Toscana ha convocato per mercoledì 12 febbraio a Firenze, la propria assemblea regionale per presentare proposte concrete per il settore. In vista di questo importante appuntamento, si svolgeranno in tutta la Toscana, con riunioni degli organi confederali, incontri di ascolto con gli associati, rappresentanti della Cia e istituzioni locali.

E’ necessario – evidenzia Cia Toscana – guidare l’agricoltura oltre lo stallo, senza le misure penalizzanti degli ultimi anni ma con risposte efficaci e durature di fronte alle sfide del clima, dei mercati e della transizione. Avendo ben chiaro che non basta solo promuovere il cibo Made in Italy, prima di tutto va difeso chi lo produce, a partire dalle aree interne dove si trova il 56% della superficie coltivabile, come è stato ricordato da Cia Agricoltori Italiani durante l’assemblea nazionale di fine 2024.

“L’agricoltura è a un punto di svolta, occorre imboccare la strada giusta – sottolinea il presidente Cia Toscana Valentino Berni -. Ridare centralità al settore vuol dire smetterla con proclami e chiusure ideologiche, ma agire concretamente su priorità ed emergenze. A livello europeo, nazionale e regionale si è aperta una fase in cui le regole di bilancio segnano un cambio di paradigma, con l’esigenza non più rinviabile degli Stati, in primis dell’Italia, di intraprendere decise politiche di riduzione dei deficit. E questo vale anche per la Toscana. Cia chiede alle istituzioni un utilizzo più mirato, efficace ed efficiente dei fondi, immaginando anche una razionalizzazione dell’attuale platea di beneficiari della Pac per favorire una più equa e giusta redistribuzione delle risorse a disposizione. Serve un cambio di passi netto ed urgente”.

Le priorità di intervento di Cia per permettere all’agricoltura di uscire dal bivio e riprendere la strada dello sviluppo:

ACQUA – Per fronteggiare lo squilibrio climatico, tra alluvioni e siccità, tutelando al contempo risorse idriche, agricoltura e territori. E’ urgente un piano invasi (medio grandi, laghetti ed opere di distribuzione capillari e diffuse).

AREE INTERNE – Investire sulle zone rurali è un’urgenza economica e sociale, che necessita di una strategia unica nazionale che arresti lo spopolamento in queste aree.

VALORE LUNGO LA FILIERA – Il riconoscimento del giusto valore a ogni prodotto agricolo è un ambito strategico per Cia, tanto più che ancora oggi su 100 euro spesi dal consumatore, solo 7 restano in tasca al produttore, contro i circa 19 euro di commercio e trasporto.

RICERCA E INNOVAZIONE – Prioritaria è la definizione di un Piano nazionale per l’impianto di specie più resistenti alle malattie e più tolleranti ai cambiamenti climatici.

FAUNA SELVATICA – È una battaglia che Cia porta avanti da anni, il contenimento di ungulati e predatori non è più rinviabile, resa ancora più pressante dall’emergenza peste suina, che mette a rischio il comparto suinicolo nazionale.

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LAVORO AGRICOLO – La carenza di manodopera ormai è strutturale all’interno del comparto. Una prima risposta per Cia è arrivata dal nuovo Decreto Flussi 2025 ma occorrono interventi per assicurare la stabilità della manodopera e la semplificazione di procedure ed adempimenti.

BILANCIO UE – Il bilancio europeo non può essere rivisto al ribasso, ma va valorizzato ed efficientato, rendendolo adeguato a rispondere alle sfide future.

PAC DEL FUTURO – Bisogna disegnare una Politica agricola comunitaria più flessibile per intervenire subito nelle situazioni di crisi e più attenta a tutelare andamento produttivo e reddito agricolo.

POLITICHE COMMERCIALI – Servono regole comuni sul commercio che tutelino la parte agricola, chi produce. La parola chiave negli accordi deve essere reciprocità, per tutelare il prodotto italiano ed europeo ed evitare sia la concorrenza sleale di Paesi terzi sia nuovi rischi sui mercati, a partire da quelli fitosanitari.

 

 

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