“Ucraina organizza caos proteste”/ “Non lasceremo l’UE ma nessuno imponga agenda Governo”

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CONTINUA LA PROTESTA ANTI-UE IN SLOVACCHIA, MA IL PREMIER FICO ACCUSA ZELENSKY E I RIFUGIATI UCRAINI

Non si fermano le manifestazioni in tutte le principali città della Slovacchia con un “tris” di richieste dei manifestanti che riempiono Bratislava ormai da qualche settimana, ogni weekend: per rinsaldare l’unità tra Slovacchia e Unione Europea, per contestare il Premier (e il Governo) Robert Fico e per spingere su maggiori aiuti all’Ucraina (e contro la Russia di Putin). La replica del Primo Ministro è durissima, dopo aver convocato negli scorsi giorni il Consiglio di Sicurezza temendo le informative dell’intelligence su un possibile “colpo di Stato” in corso per spodestare il Governo Fico (vittima di un attentato lo scorso 15 maggio dove ha rischiato seriamente la vita) e riportare una politica più mite con l’Unione Europea.



Fico nelle scorse ore ha accusato ufficialmente l’Ucraina del Presidente Zelensky di avere in qualche modo “orchestrato” le manifestazioni pro-UE, sostenendo addirittura che un terzo dei dimostranti in piazza che protestava contro le autorità slovacche, «sono ucraini, molti rifugiati dalla guerra». Le dimostrazioni in piazza a Bratislava, denominate e riassunte dallo slogan “La Slovacchia è Europa”, miravano secondo Fico a sfidare le politiche del Governo che non sarebbero gradite a Bruxelles e né a Kiev. Le manifestazioni in Slovacchia durano in realtà da quando il Premier è volato a Mosca prima di Natale per un incontro di politica estera con il Presidente russo Vladimir Putin, seguendo la dura opposizione alle pressioni NATO per gli aiuti su armi e aiuti che Bratislava sta negando all’Ucraina. 100mila persone in 20 città – solo 60mila nella capitale – raccontano di un movimento molto ampio di protesta, secondo il Governo però “orientato” da agitatori ucraini che vorrebbero replicare il “golpe bianco” in stile Piazza Maidan.

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LE MANIFESTAZIONI CONTRO FICO E LA RICHIESTA DI “SOVRANITÀ”

Ai cartelli che continuano a ricordare al Governo che la Slovacchia non deve avere alcuna collaborazione né cooperazione con la Russia, il Premier Fico replica che nessuno deve imporre al Paese la propria sovranità e agenda governativa. Non solo, secondo quanto raccolto dai media slovacchi, in piazza erano presenti alcune associazioni (come la ong “Pace per l’Ucraina”) che puntano a modificare le politiche del Governo Fico. Sui social il Presidente Zelensky ha anche ricordato che ieri come oggi, «Bratislava non è Mosca, la Slovacchia è l’Europa».



Come ha spiegato ancora il Primo Ministro alla tv nazionale STVR, nessuno in Slovacchia del suo Governo intende lasciare l’UE e impedire il processo di adesione: il vero problema è invece, sostiene Fico, «la mia posizione sovrana sulle questioni di politica estera». L’autorità statale di Bratislava accusa l’UE e l’Ucraina di voler cambiare le politiche della Repubblica libera di Slovacchia, per il solo fatto che non piacciono le opinioni di questo esecutivo sulla guerra iniziata dalla Russia e proseguita dall’Ucraina.

A chi chiede le dimissioni di Fico – le opposizioni, ma anche i partiti più europeisti della Commissione UE – il Premier e leader del partito SMER smentisce su tutta la linea, «non saremo rovesciato da ONG e attivisti». Su armi, energia e aiuti NATO la posizione della Slovacchia è negli ultimi mesi diametralmente opposta agli altri alleati europei, e su questo parte degli elettori intendono protestare contro la posizione considerata troppo “filo-Mosca” del Governo Fico: non solo, secondo Bratislava, se veramente l’Ucraina dovesse un giorno entrare nella NATO ecco che il mondo dovrebbe difendersi da un inevitabile «terza guerra mondiale garantita». Secondo Marián Kulich, responsabile della ONG per la pace in Ucraina, la piazza slovacca chiede “solamente” di non impegnarsi in alcuna cooperazione con Putiin, «vogliamo appartenere all’Europa in termini di valori». Le opposizioni accusano Fico di usare l’intelligente per “motivare” le ipotesi di un golpe a breve nei prossimi mesi per riportare a Bratislava un governo più filo-UE e, nello specifico, filo-Kiev.



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