Da anni avevo l’intenzione di provare Trattoria Da Lucio, probabilmente uno dei ristoranti più interessanti ed effervescenti del panorama culinario italiano. Sicuramente uno di quelli di cui si sentono dire le cose più interessanti, specialmente grazie al lavoro che Jacopo Ticchi (chef che abbiamo inserito tra quelli da tenere d’occhio nel 2025) e il suo staff negli ultimi anni hanno fatto, e continuano a fare, sullo studio, la ricerca e la lavorazione del pesce frollato. Un qualcosa che, personalmente, ho iniziato a sentir parlare proprio grazie a loro.
La lavorazione del pesce frollato in cucina, Trattoria Da Lucio a Rimini
Trattoria Da Lucio, un locale in mezzo al mare di Rimini
Partiamo dal locale, esteticamente a dir poco notevole, visibilmente frutto di un importante investimento. Letteralmente in mezzo al mare, su di una passerella che si getta nell’Adriatico, con un’ampia cucina a vista (e un grosso braciere) e vetrate che circondano la sala e offrono, di giorno, una vista a 180 gradi che dalla costa si perde all’orizzonte. Provato il menu degustazione da 130€, quasi interamente a base di pesce frollato. In alcuni passaggi davvero notevole.
Jacopo Ticchi, chef di Trattoria Da Lucio
L’effetto wow non è necessariamente limitato ai sapori e alla resa gustativa ma in primis per lo studio, la ricerca, la tecnica e il lavoro minuzioso di questi ragazzi, tutti giovanissimi. Mi aspettavo un concerto rock invece è stata più una ballata swing, ritmata, dall’anima piena e totalizzante nella sua condivisione, con sapori lisci, lavorazioni e in alcuni casi interventi minimi sulla materia prima per rispettarla al pieno e restituire al palato il sapore più autentico e naturale del pesce frollato. In particolar modo all’inizio del percorso degustazione. Lungo, abbondante, soddisfacente.
La sala con vista sulla cucina, Trattoria Da Lucio a Rimini
Cosa si mangia da Trattoria Da Lucio a Rimini?
La stessa impostazione di condivisione delle portate iniziali a centro tavola accentua il senso di convivialità esplicitamente cercato tanto dalla cucina quanto dalla sala. Il fatto anche di “sporcarsi” le dita, mangiando con le mani una deliziosa testa di rombo alla brace, completa quell’aria di casa, informalità, che ben riempie un locale sì curato ed elegante, ma privo di inutili e poco consone (per il contesto e la giovane età dell’intero staff) ingessature. Giusto un paio di cose mi hanno convinto meno, ma indubbiamente Da Lucio (mi sbilancio sin da ora) sarà a fine 2025 una delle scoperte più interessanti fatte quest’anno.
Trattoria Da Lucio a Rimini, un tempio del pesce frolalto
Ma cosa si mangia Da Lucio? Mettiamo in chiaro le cose, a dispetto del nome questo locale oggi ha ben poco di “trattoria”. Perlomeno condivide poco con ciò che nell’immaginario collettivo il termine “trattoria”, seppur nell’accezione contemporanea, richiama. Lo stile, l’impostazione, il servizio a 360 gradi sono da ristorante fine dining.
Si inizia dai crudi fino ad arrivare al pesce cotto alla brace (grande il camino in cucina, tutto a vista). Il benvenuto è affidato a una ricciola con tuorlo d’uovo affumicato e grattato. La consistenza del pesce è un burro; un morso, tanto basta per rimanere già impressionati. Si prosegue con il ricco antipasto, sistemato a centro tavola in condivisione con gli altri commensali, che si sviluppa ancora sulle onde del pesce crudo nobilitato da azzeccati tocchi aromatici. Ecco che la spigola è accompagnata dalla fava tonka, la cernia assume toni agrumati grazie al pompelmo e il finger lime, l’ombrina praticamente al naturale si sapidifica grazie alla presenza di deliziose mazzancolle e alghe. Davvero gradevoli i fasolari con cachi e enula di mare, originale e sorprendente più per concetto che al palato una terrina composta da pelli miste di pesce.
Arriva quindi una razza in crosta di pepe con salsa ai pinoli e alloro, personalmente il piatto che meno ha convinto di tutto il percorso, accompagnata da una misticanza con vinaigrette al fegato di seppia. Notevole il filetto alla brace di rombo, tenero e dalla pelle croccante, così come la testa del rombo stesso. Poca polpa ma ricca di gusto, amplificato dal mangiare tutto con le mani. Intorno una serie di simil “tapas” come una deliziosa trippa di pesci misti e un sorprendente roll di frattaglie. Tradizione a tavola con il brodetto di pesce alla riminese cotto nel forno a legna, probabilmente dall’aglio troppo accentuato ma comunque da farne il bis (e anche qualcosa oltre) con doverosa scarpetta. Si chiude in mondo inedito con un primo: la conclusione del percorso degustazione (i dolci, eventualmente, si scelgono a parte) con un cappelletto vuoto con un’avvolgente sughetto alla panna e fegato di rana pescatrice. Pieno di gusto, nonostante vuoto di farcia, soddisfacente così come tutto il menu, abbondante e ben fatto.
Cappelletti vuoti, panna e fegato di rana pescatrice, Trattoria Da Lucio a Rimini
Trattoria Da Lucio, a Rimini un ristorante diverso
Da Lucio si mangia bene, si mangia soprattutto diverso. È un tipo di locale che esula da ciò a cui forse si è abituati, è un format sicuramente originale, imitabile ma non così replicabile, il che gli permette di essere quasi un unicum nel panorama ristorativo italiano. E il fatto che praticamente sia conosciuto ben oltre i confini romagnoli la dice lunga sul bel lavoro che questi ragazzi stanno portando avanti. Per chi in zona, sicuramente un indirizzo da sperimentare.
Tel +3905411612020
Sabato 12:30 – 14:30, 19:30 – 23:00 | Domenica 12:30 – 14:30 | Lunedì, Martedì, Venerdì 12:30 – 14:00, 19:30 – 23:00 | Mercoledì, Giovedì Chiuso
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