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PERUGIA – Chiedere l’elemosina, offrirsi come lavavetri ai semafori o “spingitori di carrelli” nei parcheggi dei supermercati in città non è più vietato. Resta ovviamente il reato dell’accattonaggio molesto, ma la polizia locale non potrà più fare multe ai questuanti, per cui non è più previsto l’illecito amministrativo. Lo ha deciso la commissione consiliare Affari istituzionali che ha approvato a maggioranza la proposta di abrogazione dell’articolo 32 del regolamento di polizia urbana che, dal 2014 con la prima giunta Romizi, vietava «l’accattonaggio davanti agli esercizi pubblici e attività come quelle dei lavavetri e del “mestiere di accompagnatore di carrelli della spesa”, prevedendo una sanzione amministrativa per i trasgressori».

L’abrogazione è stata proposta dalla capogruppo di Orchestra per la Vittoria Lucia Maddoli in nome del «contrasto alla povertà, non ai poveri». Come evidenziato nel corso della discussione a nome di tuti i gruppi di maggioranza, la consigliera ha spiegato come siano «gli eventuali comportamenti molesti o violenti di chi chiede elemosina a dover essere giustamente segnalati e sanzionati», con strumenti giuridici esistenti che «di fatto rendono questo articolo del regolamento comunale superato e superfluo: dal 2018 infatti, i comportamenti molesti o aggressivi legati all’accattonaggio sono perseguiti penalmente come reato ai sensi dell’articolo 669-bis del codice penale. Questa norma non solo prevede sanzioni più gravi rispetto all’articolo 32, ma ha anche un’effettiva forza deterrente, rendendo del tutto ridondante mantenere una disposizione amministrativa locale». Che tra l’altro sanzionava il cosiddetto “accattonaggio semplice”, quindi la sola richiesta di elemosina o l’offerta di aiuto per il carrello o il lavaggio dei vetri, mentre per quello molesto resta ovviamente la possibilità di intervento della Municipale in quanto agenti di polizia giudiziaria. Una norma, inoltre, che in oltre dieci anni – secondo quanto riportato dalla comandante della polizia locale Nicoletta Caponi – ha portato alla contestazione di «pochissime violazioni nel tempo solo per i casi dell’accattonaggio molesto ed una per l’attività di lavavetri», oltre a soli quattro provvedimenti di Daspo urbano e quindi di allontanamento dal luogo della condotta molesta.

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Ora la proposta di abrogazione dovrà superare il vaglio del consiglio comunale, ma comunque la sua approvazione ha ottenuto subito la soddisfazione della maggioranza, a partire dal gruppo Pd. Che ha sottolineato quanto ritenga «fondamentale, contrariamente alla precedente consiliatura, impegnarci nell’aggiornamento dei Regolamenti comunali, ritenendolo doveroso quando non siano state recepite, come nel caso di specie, le modifiche introdotte dalla normativa nazionale. Invece di criminalizzare chi si trova in difficoltà, dobbiamo lavorare per costruire una società più giusta e solidale, dove nessuno venga lasciato indietro». Soddisfazione anche di Riccardo Vescovi, capogruppo di Anima Perugia in consiglio comunale, di Cesare Carini (Pensa Perugia) e di Francesca Pasquino (Pd) che ha spiegato come il centrosinistra voglia «una città dei diritti e dell’accoglienza, con una visione rivolta al futuro».

L’OPPOSIZIONE

Nel corso della discussione, invece, Nilo Arcudi (Perugia Civica) ha espresso «perplessità» parlando di «arretramento rispetto al tema della sicurezza», mentre Leonardo Varasano (Progetto Perugia) l’ha definita «non scandalosa», ma precisando come «con questo ed altri atti nessuno del centrodestra ha mai inteso condannare la povertà bensì solo le molestie». Per Edoardo Gentili (Fi) la «sovrapposizione amministrativa/penale tra fattispecie non crea problemi applicativi» mentre Clara Pastorelli (FdI) ha insistito sul fatto che l’abrogazione sia «sbagliata perché impedisce a chi conosce bene il territorio, ossia la polizia locale, di poter collaborare con le altre forze dell’ordine».
«Alcuni cittadini mi hanno chiamato per chiedermi adesso cosa succederà. La gente è preoccupata, perché a nessuno fa piacere essere avvicinata nei parcheggi da chi chiede con insistenza soldi, diventando talvolta molesti, tra l’auto e l’ingresso delle attività commerciali», ha commentato Margherita Scoccia, consigliera comunale di Fdi e portavoce dell’opposizione. «Io credo che l’abrogazione di questo articolo del regolamento spunti ancora di più le armi in possesso della polizia locale e, nei fatti, di tutte le forze dell’ordine che ora dovranno intervenire nel caso di segnalazioni di atteggiamenti molesti. Mentre invece, come abbiamo voluto dimostrare con la nostra raccolta firme a Fontivegge, c’è la necessità di un supporto al loro lavoro, anche con la proposta di legge volta all’inasprimento delle pene per i reati di resistenza, violenza, minaccia e lesioni al pubblico ufficiale».

LA SINDACA FERDINANDI

Parla invece di un «un’iniziativa apprezzabile nata per volontà dalle forze di maggioranza» la sindaca Vittoria Ferdinandi che sottolinea come con l’abrogazione «non viene in alcun modo impedito ai cittadini di rivolgersi alle forze di polizia in caso di accattonaggio molesto e violento, perché questi tipi di comportamenti giustamente vanno segnalati e sanzionati. Nessun passo indietro dunque rispetto al tema della sicurezza e del decoro, né tantomeno sullo sfruttamento o la tratta di esseri umani: temi sui quali terremo sempre alta la guardia. Si tratta però di non criminalizzare fenomeni di marginalità che non si configurano di per sé come reati: essere in condizioni di indigenza e chiedere un sostegno non può essere un illecito. L’applicazione di questa norma inoltre si è rivelata nella pratica di difficilissima e praticamente impossibile attuazione, diventando in alcuni casi addirittura dannosa per le casse comunali: in 10 anni sono state comminate rarissime sanzioni pecuniarie a chi, per altro, non era nelle condizioni di pagarle, con l’esito finale di andare ad accrescere la lista dei crediti non esigibili». «Spiace che anche in questo caso – ha concluso la sindaca – la destra provi a dipingere l‘iniziativa come ideologica quando si tratta di un dovuto adeguamento alle norme dettate dal legislatore nazionale abrogando, sì, il tratto ideologico contenuto nel regolamento approvato nel 2014. Invito dunque la minoranza a guardare la luna e non il dito a a collaborare alla costruzione di politiche contro la povertà e non contro i poveri. La sicurezza passa dalla cura e dalla gestione delle marginalità e non dalla loro criminalizzazione».

LE VOCI DEI CITTADINI

«Ecco, ora tornano gli accattoni per strada e fuori dai supermercati. Anche il clown del centro adesso può tornare a lavorare senza paura». «Eh sì, perché invece negli ultimi 10 anni non li avete visti in giro». Il dibattito sull’abrogazione – in commissione – della norma anti accattonaggio infiamma la città, dai bar ai social. Tra chi contesta la proposta della maggioranza e chi sottolinea come dai tempi della sua introduzione, nel 2014, con la prima giunta di Andrea Romizi, poco sia cambiato. «Fuori dai supermercati, dalle chiese e pure dall’ospedale ci sono sempre stati. Tanto le multe non le pagano, che gliele facevano a fare? Era stata una modifica ideologica quella, dieci anni fa, e lo è adesso la sua cancellazione», ragiona Daniele C., residente a San Sisto.
«Macché, qui si ragiona come i gamberi. Si torna indietro invece di andare avanti – attacca Giulietto Albioni di Progetto Fontivegge -. La città ha bisogno di interventi diversi per il miglioramento della situazione, non sono queste le cose basilari». Un problema molto sentito a Fontivegge, quello dei questuanti tra stazione e i vicini supermercati, dove anche negli ultimi anni erano stati segnalati clochard a dormire sulle griglie di aerazione per avere un po’ di caldo e a sperare nell’elemosina dei passanti e dei clienti. «Ora sarà tollerato anche il famoso bivacco che tanto penalizzava i clienti all’ingresso della Coop Perugia, disagio che è durato mesi e si è riusciti a risolvere solo grazie ad azioni repressive e mirate – commenta Lorenzo Brunetti, noto vigilante e tra i più attenti residenti di Fontivegge -. È stato grazie anche a questa norma che si è data una linea repressiva a quella problematica. E grazie all’interesse mirato del Comune che si è raggiunto un’accordo con la Coop per impiegare il servizio di portierato privato».
«Noi abbiamo messo in campo un’azione preventiva nei confronti del fenomeno, sia direttamente noi che anche avvalendoci di un servizio di portierato finalizzato proprio a evitare che qualcuno all’esterno del locale possa disturbare i nostri clienti. Servizio che i commercianti pagano di tasca loro e pure salato per avere più sicurezza – sottolinea poi Federico Minciarelli della Tabaccheria 18 -. Posso dire che nella parte alta di via Mario Angeloni la problematica esiste ma penso sia decisamente meno sentita che nella zona più intorno alla stazione, tra esercizi commerciali e supermercati, dove il numero di persone che chiedono l’elemosina e possono diventare molesti è sicuramente maggiore».
Da Fontivegge a San Marco fino all’ospedale, dove oltre ai questuanti all’ingresso sono stati spesso segnalati i parcheggiatori abusivi che chiedono soldi per aiutare a trovare un posto libero al Gambuli o al Menghini, i commenti non cambiano. Sono in effetti pochi i cittadini che accolgono con entusiasmo e piacere la novità, escluso appunto chi segnala come la norma in via di cancellazione non abbia di fatto allontanato certe presenze. Presenze magari non tutte moleste ma vissute comunque «come simbolo di degrado, che non fa bene alla città».
«La legge non era applicata, ma serviva. Perché chiamavi i vigili e intervenivano. Le “cattive” non le usava nessuno ma aveva una funzione deterrente, prima che punitiva», ragiona poi Paolo Mariotti, presidente del Consorzio Perugia in centro. «Il punto non è se fosse discriminatorio o meno – insiste -, la verità è che non è piacevole vedersi intorno persone che chiedono spicci, in mezzo ai cittadini e ai turisti. Capisco che la situazione non si regola con un regolamento comunale, però c’era. Era buon senso mantenerlo. I soliti che vediamo in centro non se ne sono mai andati, saranno sempre gli stessi. Il mimo, il clown… Li conosciamo da anni, sono molesti, sono insistenti con i bambini per vendere i loro palloncini, ma credo che questa abrogazione e soprattutto tutto questo clamore per comunicarla non fossero necessari. Pensiamo piuttosto a qualcosa di più concreto, per la sicurezza, per il centro storico, per il commercio o l’illuminazione».
E proprio “il clown”, personaggio noto su corso Vannucci, membro di una famiglia rom da anni in città, solo pochi giorni fa è stato protagonista di una segnalazione di Andrea G. finita sulla pagina Facebook dell’ex assessore Luca Merli: «Ha preso per mano una ragazza, non l’ha lasciata fino a che non gli ha dato monete. Io gli ho detto “Falla finita, lasciala fare”. Lui mi ha guardato e mi ha mandato affan… Buona avventura». E la parola intanto adesso passa al consiglio comunale.

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