Lo Stato Iberico continua a versare in un preoccupante stato di crisi immobiliare. Ecco quali procedimenti sono stati introdotti dal Governo per tentare di risanare la situazione
La crisi abitativa della Spagna continua a dilagare, trascinando con se problematiche sempre maggiormente difficili da contrastare ed arginare. Considerando poi la recente tragedia che ha colpito la Comunità Valenciana, casa di quasi 5 milioni di persone, è facile comprendere come il peso che grava sulle spalle della Nazione risulti essere ancora maggiorato.
Per questo il Governo spagnolo, rappresentato nella persona del premier iberico Pedro Sanchez, ha disposto un piano che prevede 12 misure da applicare per cercare di risollevare lo Stato spagnolo da tale disagio. I provvedimenti sono stati illustrati dallo stesso Sanchez, che ha immediatamente sottolineato come la mancanza di appartamenti e la contraria presenza eccessiva di AirBnb nel territorio spagnolo rappresenti una concreta dimostrazione del problema in ambito abitativo ed immobiliare.
Arrivando al punto, il Governo ha predisposto l’esenzione fiscale fino al 100%, che verrà garantita ai proprietari di immobili che procederanno all’affitto delle abitazioni a prezzi ribassati o uguali rispetto all’Indice dei prezzi, nonché un aumento dell’imposizione fiscale, con il fine principale di dissuadere gli affitti stagionali.
Per quanto concerne, invece, l’acquisto di immobili da parte di cittadini extra UE, ossia possessori di cittadinanza di uno Stato non appartenente all’Unione, la tassazione prevista raggiungerà il 100%, in modo, come sottolineato dallo stesso Presidente del Governo, da ‘frenare la speculazione‘ derivante da questo tipo di compravendite. La misura dovrebbe permettere ai residenti di accedere alle case sul mercato.
Perché l’acquisto da parte degli extracomunitari rappresenta un problema?
Mentre cittadini britannici e statunitensi sono alla continua ricerca di proprietà da acquistare nelle più esclusive mete turistiche dell’intera Nazione, a partire dai quartieri più alla moda di Barcellona, fino a giungere a Ibiza e Marbella, i cittadini restano impossibilitati nell’accesso ad un’ampia fascia di alloggi, ancora contraddistinti da prezzi eccessivamente elevati, inaccessibili per buona parte della residenza locale.
La problematica è stata posta al centro del dibattito dallo stesso Sanchez, che ha rivelato l’acquisto di oltre 27.000 immobili siti in territorio spagnolo nel corso del 2023, tutte acquisizioni riconducibili a cittadini che non appartengono all’Unione Europea, accusati dal premier di averli comprati unicamente ‘per speculare‘, dunque non per soddisfare una reale necessità abitativa per se stessi o per le proprie famiglie. Le misure adottate dal PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo) di cui Pedro Sanchez è segretario, hanno ricevuto forti critiche da parte delle forze politiche all’opposizione, ovverosia il Partito Popolare di Borja Semper, rappresentante del centro-destra, che è arrivato a definire le disposizioni ‘interventiste‘ ed in grado di portare unicamente ad una soluzione ancora maggiormente complessa, generando ‘prezzi più alti e un inevitabile calo dell’offerta’.
Il malcontento dei cittadini e le ulteriori misure
La popolazione è letteralmente esausta rispetto a tale situazione e i vari movimenti di protesta che si stanno propagando in tutto il Paese negli ultimi tempi ne sono una chiara espressione. Nel frattempo, i canoni e le quotazioni risultano essere in forte aumento, mentre l’offerta edilizia resta ancora profondamente insufficiente per soddisfare la domanda, causando inevitabili difficoltà nell’individuazione di alloggi comodi, senza la necessità di sostenere spese dilapidanti. Il centro-sinistra ribatte, rimarcando le proprie posizioni, nonché ribadendo l’efficacia delle misure applicate, affermando di voler sventare in ogni modo possibile il rischio di spaccatura nella società in due classi: da una parte i ricchi proprietari, dall’altra gli affittuari in miseria.
Tra le ulteriori iniziative ipotizzate dal Governo, rientra anche la possibilità di sfruttare oltre 3.300 alloggi, mediante il riutilizzo di case inoccupate possedute da un’azienda edilizia residenziale pubblica, che potrebbero essere destinate proprio agli affitti, garantendo una soluzione comoda ad un prezzo contenuto e provocando una netta miglioria nell’offerta pubblica. Un passo importante sarà, inoltre, rappresentato dal piano PERTE (Progetto Strategico per la Ripresa e la Trasformazione Economica), che prevede la costruzione di numerosi appartamenti a basso costo usufruendo dei fondi europei.
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