rissa sfiorata fra l’allenatore e il capitano alla fine di Milan-Parma

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Milano, 26 gennaio 2025 –  E meno male che solo pochi giorni fa, alla vigilia della partita di Champions League contro il Barcellona, Sergio Conceiçao aveva voluto lanciare un messaggio ben chiaro all’ambiente rossonero: “Tutti uniti per il Milan, vedo troppe divisioni”. A veder quel che è accaduto alla fine del match vinto in maniera rocambolesca col Parma vien da dire che l’allenatore non si sbaglia per nulla. Ma il fatto che sia stato il tecnico portoghese, immortalato dalle telecamere, a dare il cattivo esempio, rincorrendo Davide Calabria con atteggiamento minaccioso al punto che altri calciatori e lo staff sono dovuti intervenire per far sì che si evitasse lo scontro fisico fra i due, non è accettabile. Vero, nella storia rossonera si ricorda dello scontro Gattuso-Bakayoko, ma anche Leonardo contro Seedorf non pronto a entrare nel derby perché ancora in ciabatte, ma qui si è andati decisamente oltre. 

Scene imbarazzanti

“Sì, va bene, c’è stata una parola di troppo, sono cose che succedono», la spiegazione poco convincente di Conceiçao quando il match è terminato da un’ora e mezza. E invece no, non va bene. Non può andare bene che sia il tecnico a rincorrere un suo giocatore con cui avrebbe potuto chiarirsi fra le quattro mura dello spogliatoio solo qualche minuto dopo. Se sei un allenatore, e soprattutto se sei allenatore del Milan, non puoi comportarti così, arrivando quasi alle mani col tuo (ex) capitano in mezzo al campo. Scena imbarazzante e che non può essere giustificata per nessun motivo, perché atteggiamenti così “isterici“ fanno male a tutti, e non sono un’immagine edificante per lo spogliatoio con cui poi devi confrontarti. Certo, la vittoria è stata ottenuta proprio sul filo dei nervi, ma bisognava evitare che esplodessero al triplice fischio, dove l’unica cosa da fare era festeggiare e nonn regolare i conti in sospeso.

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Samuel Chukwueze esulta dopo il 3 a 2 contro il Parma che suggella la vittoria rossonera

Spiegazioni

Conceiçao preferisce non darci troppo peso: “Vero, non è stato bello da vedere, ma ci sta, non siamo mica in chiesa. Io sono tutti i giorni nervoso (ride, ndr). Delle volte con questa adrenalina, si vive con passione questo sport. Sono cose che vanno bene per me, parlavo con Davide di una situazione di gioco e niente, è andata così. Come con i figli, quando andiamo al ristorante e c’è un comportamento non corretto dobbiamo dire qualcosa: e allora io sono così, diretto e frontale. Non c’è ipocrisia. Ci siamo detti una parola di troppo: non è un problema, anzi i miei giocatori sono protetti da me e si è visto oggi, abbiamo vinto con lo spirito”. E ancora: “Se ci siamo chiariti? Ci mancherebbe. Avete aspettato un’oretta perché ero già dentro a programmare il lavoro di domani perché abbiamo questa partita importantissima contro la Dinamo Zagabria, ma non vado a dire cosa ho fatto negli spogliatoi”. 

Questioni di adrenalina

Prima dell’allenatore anche Calabria aveva dato la sua versione. Senza aggiungere benzina sul fuoco. In linea con ciò che avrebbe detto dopo il tecnico. “Sinceramente sono cose da campo: un malinteso tra noi due, ci tenevamo a questa partita. L’adrenalina era bella alta e ci siamo chiariti, non abbiamo capito una cosa a vicenda. Abbiamo sistemato tutto: non sarà la prima né l’ultima volta che si vede. È una cosa comune nel calcio”. Poi il “mea culpa“: “Chiedo anche scusa perché non è una cosa bella. Non è un’annata positiva come sono state altre. Ci sono situazioni non semplici, anche private e personali che non sa nessuno. Non mi va neanche troppo di parlarne. Voglio concludere nel migliore dei modi questa stagione per il bene della squadra che è la cosa a cui tengo di più, anche più di me stesso a volte. Ora desidero solo restare concentrato, essendo cresciuto con questa maglia. Poi ci sono situazioni come oggi che possono capitare ma fanno parte del percorso. Non è stata semplice ma mi auguro che finisca meglio”. 

Fra i retroscena che potrebbero esserci alla base dello scontro fra Conçeicao e Calabria, la partecipazione di quest'ultimo al concerto di Lazza 36 ore prima della partita a San Siro

Fra i retroscena che potrebbero esserci alla base dello scontro fra Conçeicao e Calabria, la partecipazione di quest’ultimo al concerto di Lazza 36 ore prima della partita a San Siro

Il retroscena

Ma cosa può aver scatenato il parapiglia finale? Non certo la sostituzione di Calabria con Jovic (minuto settantotto) dopo un cross sbagliato del difensore e i fischi di disapprovazione dei tifosi. Il giocatore non poteva certo essere felice del ritorno da titolare ma senza la fascia di capitano che gli è stata tolta e forse è stata definitivamente consegnata a Maignan. Ci sta un po’ di tensione (e forte delusione) per questo motivo, dopo mesi complicati, tante panchine, e un rinnovo del contratto che non arriva. Ma è anche possibile che l’allenatore (costretto a far giocare Calabria vista l’indisponibilità di Emerson Royal e anche quella di Walker che potrà debuttare solo nel derby di domenica) non abbia gradito la partecipazione di Calabria al concerto di Lazza, venerdì sera a Milano, a trentasei ore dalla partita. All’evento c’erano anche Theo (ieri fra i peggiori e sostituito alla fine del primo tempo), il giovane Camarda (rimasto in panchina) e Loftus-Cheek (indisponibile). Tutte cose, però, che sarebbe stato opportuno chiarire negli spogliatoi. Magari alla presenza della società. Ancora una volta assente.



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