Portogallo, il Blocco di sinistra licenzia lavoratrici neo mamme

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Un brutto scandalo per il partito della sinistra che, in Portogallo, ha al primo posto nel suo statuto la difesa dei lavoratori, soprattutto donne. E proprio a due donne il Bloco de Esquerda ha affidato gli ultimi mandati da segretario, prima Catarina Martins e poi, dal 2023, Mariana Mortagua.

A cavallo di queste due segreterie, in un momento di crisi elettorale, con la perdita di seggi sia nel Parlamento nazionale sia in quello europeo che ha portato a un finanziamento pubblico passato, dopo le elezioni legislative del 2022, da 1,5 milioni di euro a 723mila, un’inchiesta del settimanale Sabado ha rivelato il licenziamento di cinque lavoratrici, tutte neo mamme, alcune delle quali ancora in periodo di allattamento.

Il partito avrebbe eseguito i licenziamenti fra il 2022 e il 2024 ricorrendo anche alla stipula di contratti a tempo determinato senza mansioni specifiche per aggirare la legge. La direzione del Blocco ha dapprima reagito minacciando querela nei confronti della testata. Poi, pur continuando a negare parte delle notizie messe in circolazione, Mortagua, in una lettera inviata giovedì pomeriggio ai militanti, ha dovuto riconoscere che sono stati commessi degli errori.

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In almeno due casi il licenziamento, contrariamente a quanto stabilito dalla legge, non è stato sottoposto al vaglio della Commissione per l’uguaglianza sul lavoro che si occupa anche dei rapporti con donne incinte, puerpere e allattanti. In molti casi, continua il testo della lettera, certe scelte dolorose sono dipese dai risultati più magri ottenuti alle elezioni.

In realtà nei due anni il Bloco ha messo a casa circa trenta persone, salvaguardando chi “svolgeva specifiche funzioni tecniche: informatica, grafica, canali dei gruppi parlamentari”. Le dipendenti escluse erano invece consulenti giuridiche che lavoravano al Parlamento europeo o social media manager. Proprio la sconfitta alle Europee del 9 giugno 2024 (in Portogallo si è votato solo la domenica), con la perdita di uno dei due seggi, ha portato ai più recenti licenziamenti.

Il primo – racconta Sabado – di una segretaria che lavorava a Bruxelles fino dalla elezione di Miguel Portas nel 2004 ed era in questo caso in licenza di maternità. Impossibilitata a raggiungere il Belgio con il neonato al seguito, il partito le avrebbe impedito il telelavoro e non le avrebbe rinnovato il contratto. La seconda, impiegata dal 2012, ha lavorato durante la licenza di maternità, ma poi il suo contratto non è stato rinnovato.

I licenziamenti del 2022 che non sono passati dalla Commissione, invece, riguardano una donna con un bimbo di due mesi e una con il figlio di 9 mesi. Secondo Sabado, che si riferisce a una fonte interna al partito, si era cercato di “comprare il silenzio delle lavoratrici con un indennizzo” e offrendo poi gli incarichi “a persone senza figli e senza legami familiari” che sarebbero, secondo il settimanale, un uomo e la fidanzata di un ex deputato. Sempre riferito al 2022 e alla sconfitta alle elezioni legislative che si tennero il 30 gennaio, si sarebbe concordato “che i licenziamenti scattassero dal successivo mese di dicembre, in modo che le due funzionarie avessero più tempo per preparare la fase seguente della loro vita”.

“L’uscita di queste due lavoratrici – spiega ora Mariana Mortagua –, come quella di tutti gli altri dipendenti del Bloco, non è dovuta a una valutazione negativa del loro rendimento, anzi. Ringraziamo tutti per il contributo e l’impegno dimostrato nello svolgimento dei compiti svolti, fondamentali per l’attività del partito. In un processo doloroso come quello che stiamo vivendo dal 2022, quando abbiamo dovuto interrompere i legami professionali con metà delle persone che impiegavamo, non tutto è stato privo di difetti. Abbiamo commesso degli errori di cui ci pentiamo e che oggi avremmo evitato. Le difficoltà che abbiamo vissuto – conclude la segretaria – non avevano precedenti, ma le abbiamo superate rispettando i nostri impegni politici e abbiamo imparato. Ecco perché rispondiamo con sicurezza sia a notizie inesatte sia alle domande pertinenti che ci vengono poste”.

La notizia ha suscitato riprovazione in Portogallo proprio per le intransigenti posizioni spesso assunte dal Bloco de Esquerda, che era rimasto all’opposizione anche nel governo socialista di Antonio Costa. Un inciampo parallelo alla caduta dei consensi.



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