Le inchieste di Report scottano, ma ora rischiano di essere imbavagliate: la trasmissione di Sigfrido Ranucci, sotto attacco per le rivelazioni su Santanchè e Visibilia, affronta l’ombra del commissariamento imposto dalla Rai. È la fine dell’informazione libera o un necessario riassetto? E cosa accadrà ai programmi che ancora osano fare domande scomode?
Mentre Report si occupa di Daniela Santanchè e della vendita di Visibilia alla società svizzera Wip Finance con l’inchiesta “Il santo patron” di Giorgio Mottola arriva una “bomba” sulla stessa trasmissione di Sigfrido Ranucci su Rai 3, con l’ombra del commissariamento. In tv il programma svela chi potrebbe nascondersi dietro l’operazione Visibilia, facendo emergere una rete di società fantasma e una presunta frode da 40 milioni di euro: le indagini approfondiscono i flussi di denaro provenienti dalla Svizzera per creare aziende inattive in Italia e analizzano il ruolo di un’altra società, Negma, accusata di aver distrutto il valore di diverse aziende italiane. Ma dietro le quinte si muoverebbe la “censura”: “Potrebbe essere la fine – si legge su La Repubblica – della ‘libera repubblica di Report’, la trasmissione d’inchiesta che la destra prova da tempo a imbavagliare. Stavolta riuscendoci pure, grazie a una circolare che di fatto mette sotto tutela la squadra di Sigfrido Ranucci, sottraendole quell’autonomia e indipendenza su temi, scaletta e budget, di cui finora ha sempre goduto. Tutto nasce da una disposizione del nuovo ad. Quando a ottobre il meloniano Gianpaolo Rossi si insedia al vertice, chiede alla direzione Internal Audit – la struttura preposta ai controlli interni – di effettuare una ricognizione su quella che in gergo burocratico viene chiamata ‘segregazione dei poteri’. Deve cioè verificare che tutti i programmi in onda sui canali Rai siano sottoposti alla “vigilanza” di una figura esterna alla produzione, in modo da garantire un tipo di informazione e di intrattenimento in linea con i canoni del servizio pubblico. Di solito, a svolgere questo incarico sono i capistruttura o, in alternativa, dipendenti comunque graduati. La ragione è semplice: il controllore non può coincidere con il controllato. Come invece – secondo l’Internal Audit – avverrebbe a Report, dal momento che Ranucci è sia vicedirettore degli Approfondimenti (il genere che sovrintende ai format giornalistici) sia il conduttore della trasmissione investigativa”.
“Da qui la circolare – inviata venerdì, secondo La Repubblica – con cui Rossi stabilisce che «tutti i programmi devono essere assegnati a una “struttura editoriale” formalmente istituita nell’ambito di una direzione di genere ed avente un responsabile di struttura». Il quale eserciterà «la gestione editoriale di ogni programma», in nessun caso «affidabile al conduttore». Una riorganizzazione di sistema, spiegano a Viale Mazzini, che tuttavia somiglia molto a un intervento contra personam”.
“Nella Rai senza presidente arrivano i commissari sui programmi giornalistici”, l’accusa del sindacato interno Usigrai. “Perché ora? Per fermare i pochi programmi che ancora fanno informazione? Per rispondere alle richieste di chi non tollera i giornalisti che fanno domande, messi alle dipendenze di un coordinatore amministrativo? È un attacco alla professione giornalistica, un modo per mettere sotto controllo l’informazione pubblica”, conclude l’Usigrai. Questioni, sottolinea La Repubblica posti anche da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs: “È di tutta evidenza che l’obiettivo principale è Report. La Rai dovrebbe essere grata al lavoro che sta facendo non solo in termini di ascolti ma anche perché, a partire dall’ultima inchiesta sulla società Visibilia della ministra Santanchè, ha consentito di far luce su un aspetto importante, ripreso da tutti i media nazionali. È un atto contro la libertà d’informazione e l’autonomia dei giornalisti”.
Nel mirino di Report del 26 gennaio anche il ponte sullo Stretto di Messina, con l’approfondimento “Il ponte delle ombre” a cura di Danilo Procaccianti. Si indaga sul presunto coinvolgimento dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nella valutazione dei rischi sismici dell’area destinata a ospitare i piloni, mettendo in risalto interrogativi sulla sicurezza dell’opera.
Nell’inchiesta “L’eletto”, Giulia Presutti racconta poi la vicenda di Andrea Gentile, candidato di Forza Italia che entrerà ufficialmente alla Camera a seguito della decisione della Giunta delle Elezioni di accogliere il suo ricorso. Questo porterà all’esclusione di Elisa Scutellà del Movimento 5 Stelle, che aveva chiesto ulteriori verifiche sulle schede elettorali, ma senza successo.
Chiusura di puntata poi con “Lab Report: sanità all’abruzzese”, in cui si parla delle problematiche del sistema sanitario in Abruzzo. Si indaga sulle lunghe liste d’attesa al pronto soccorso di Pescara e sulla controversa distribuzione dei fondi regionali, tra cui quella dove lavora l’assessore al bilancio Mario Quaglieri, che sarebbe attualmente indagato.
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