Genova. Aula magna di palazzo di Giustizia strapiena come non si vedeva da anni a Genova per la protesta dei magistrati nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Oltre 100 i magistrati che hanno partecipato alla manifestazione indetta dall’Anm con toga, coccarda tricolore e Costituzione in mano. Anche i sostituti procuratori generali hanno indossato la coccarda quando sono entrati solennemente nella sala alla presenza di tutti i vertici istituzionali della Regione.
E quando è arrivato il momento dell’intervento del rappresentante del governo giudici e pm si sono alzati e si sono allontanati dall’aula riunendosi poi sulle scale del tribunale. “Viva la Costituzione” l’urlo condiviso a chiudere la protesta nel cortile del tribunale.
“Giudici e pubblici ministeri indipendenti per garantire la tutela effettiva della giustizia” è stato il monito che ha lanciato all’inizio della cerimonia la presidente della corte d’appello di Genova Elisabetta Vidali nel suo intervento. Ed è per questo “che la magistratura tutta cerca di sensibilizzare addetti ai lavori e utenti sulla necessità di salvaguardare il modello costituzionale idealmente orientato alla fine cultura della giurisdizione: un pubblico ministero che ha elaborato il difficilissimo compito del giudicare sarà indubbiamente più consapevole, così come affidare ad una corte esterna al Csm il potere disciplinare ne sminuisce la capacità di diffondere e salvaguardare un modello di giudice imparziale”.
“L’emergere di nuovi fatti – ha proseguito Vidali – di nuovi bisogni e diritti in una società in continuo divenire impone di ricercare soluzioni ancorate al diritto positivo nel rispetto dell’equilibrio e della collaborazione dei poteri”. “Si è sempre detto che il giudice deve essere ed ancor prima apparire indipendentemente, ebbene il giudice dovrebbe paradossalmente risultare indipendente anche da se stesso, mantenendo sempre costantemente accesso una dimensione di terzietà. Possono sempre formularsi critiche al suo pensiero, non già alla sua persona, soprattutto attraverso ingerenze indebite nel privato”.
Anche il procuratore generale Mario Pinelli nel suo intervento ha toccato il tema al centro della protesta della separazione delle carriere: “PM e polizia giudiziaria costituiscono, nell’attuale assetto normativo un binomio inscindibile caratterizzato da un rapporto osmotico e costruttivo ma rispetto al quale, tuttavia, ci si augura che le due figure debbano continuare a mantenere i loro rispettivi caratteri distintivi e non sovrapponibili, cosa che, fatalmente verrebbe meno in caso di separazione delle carriere – ha detto – che seppur nei fatti autodeterminatasi già da tempo sul piano statistico, con irrisori passaggi dal giudicante al requirente e viceversa finirebbe, se sancita formalmente, col recidere quella comune cultura della giurisdizione, fatta di obiettività, studio, analisi e riserbo che da sempre lega impronta e accomuna pubblici ministeri e magistratura giudicante e accelererebbe lo scivolamento irreversibile verso una figura di pubblico accusatore assai distonica col modello costituzionale”.
“Questa riforma costituzionale è pesantemente oltraggiosa” sostiene Domenico Pellegrini, giudice e presidente della giunta ligure della Anm. “Una riforma che servirà a far sì che i giudici decidano secondo le aspettative del governo e che non porta nulla a favore della giustizia: serve solo a costruire una autostrada per preparare il controllo dell’esecutivo sul pubblico ministero”. Anche l’introduzione del sorteggio per la composizione del Csm “è una cosa che non si può sentire. Sembra che si giochi a dadi”. I magistrati di Anm criticano questa riforma perché è un ritorno al passato e “citando Churchill protestiamo per fare sentire la nostra voce perché per la giustizia italiana questa è l‘ora più buia“.
Favorevoli alla riforma sono invece gli avvocati. “Le preoccupazioni della magistratura associata” in merito alla riforma costituzionale “sono del tutto infondate” ha detto la presidente della Camera penale ligure Fabia Cilio nel suo intervento durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “E’ legittimo che magistratura – prosegue Cilio – porti avanti le proprie idee ma deve basarle su presupposti esatti. La terzietà del giudice è un principio costituzionale e la separazione delle carriere è l’ineludibile riforma perché venga naturalmente e pienamente attuato. Non la separazione delle funzioni, effettivamente già in atto, ma separazione nell’esercizio di quei poteri (valutazione professionale, nomine e disciplina) che attualmente accomunano, in maniera inammissibile, i giudici e i pubblici ministeri all’interno di un’unica indistinta organizzazione”. “Nessuno vuole mettere sotto l’esecutivo il pm. Ma gli avvocati penalisti vogliono che il cittadino che si trova sottoposto a un procedimento penale si trovi di fronte a un giudice che sia terzo e imparziale”. La presidente sottolinea come siano altre le questioni da risolvere. Dal nuovo portale per il processo telematico e “il suo malfunzionamento” no alla “situazione vergognosa delle carceri, del numero dei suicidi che nel 2024 ha raggiunto la cifra record di 91 e che non si placherà neppure quest’anno e dell’altro record vergognoso che abbiamo toccato lo scorso anno, il numero dei minori in cella”.
Dall’aula, come aveva anticipato ieri, al momento della protesta non è uscito il procuratore capo di Genova Nicola Piacente, così come il procuratore generale Mario Pinelli e la stessa presidente Vidali per il ruolo istituzionale che ricoprivano nella giornata. “Ritengo doveroso precisare che se avessi avuto un ruolo diverso da quello che ricopro attualmente avrei partecipato anch’io a questa manifestazione simbolica – ha spiegato Piacente – ma per me è doveroso restare in aula sia per il ruolo istituzionale che ricopro ma anche perché anche la mia permanenza nell’aula ha un valore simbolico: è una forma di rispetto nei confronti di tutte le istituzioni presenti ma soprattutto un messaggio nei confronti di tutte le istituzioni perché rimanga comunque un canale di dialogo e di comunicazione tra magistratura, governo e parlamento”.
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