“Fratelli e sorelle, il male ha i giorni contati: il futuro è di Dio”, ma “la salvezza che ci dona non è ancora attuata pienamente”, anche se “guerre, ingiustizie, dolore, morte non avranno l’ultima parola: il Vangelo è parola viva e certa che non delude mai”. Lo dice Papa Francesco che stamattina ha presieduto la Celebrazione Eucaristica nella Basilica di San Pietro, in occasione della Domenica della Parola di Dio e del Giubileo del Mondo della Comunicazione.
Un appello, rivolto ai giornalisti, anche all’Angelus di mezzogiorno in Piazza San Pietro, quando ha esortato gli operatori della comunicazione a essere “narratori di speranza”. “Saluto i giornalisti e gli operatori della comunicazione che hanno vissuto in questi giorni il loro Giubileo. Li esorto a essere sempre narratori di speranza e di verità” ha detto infatti il Papa al termine della preghiera di mezzogiorno.
I media di tutto il mondo attraversano la Porta Santa di San Pietro: in quasi diecimila si sono radunati ieri per il primo dei grandi eventi del Giubileo della speranza, che si è aperto la sera precedente a San Giovanni in Laterano con la celebrazione del vicario del Papa, il cardinale Baldassarre Reina, che, come il Pontefice, ha invitato a disarmare l’informazione comunicando speranza.
“Il vostro lavoro costruisce tutto, ma siate veri”
“Ho un discorso di nove pagine. E leggere a quest’ora nove pagine, con lo stomaco che si muove, sarebbe una tortura” aveva scherzato a braccio ieri Papa Francesco, ai media da tutto il mondo presenti nell’Aula Paolo VI. Il Pontefice ha quindi consegnato il discorso e ha rivolto qualche parola ai giornalisti e ai comunicatori e, a braccio, ha espresso un concetto essenziale: “Comunicare è uscire un po’ da se stessi per dare un po’ del mio all’altro… Incontro con l’altro. Il vostro lavoro è un lavoro che costruisce, fa andare avanti tutti…”.
Ma affinché la comunicazione funzioni, è necessario restare ancorati alla verità. La domanda che fa il Papa ai giornalisti che dichiarano di raccontare la verità è: “Ma tu sei vero? Non solo le cose che tu dici, ma tu nel tuo interiore, nella tua vita, sei vero?… Comunicare è una cosa divina. Grazie per quello che fate”.
“Abbiamo bisogno di un’alfabetizzazione mediatica. La dipendenza social media provoca ‘putrefazione cerebrale”
“La libertà è il coraggio di scegliere. Cogliamo l’occasione del Giubileo per rinnovare, per ritrovare questo coraggio. Il coraggio di liberare il cuore da ciò che lo corrompe”. Ha detto ieri il papa. “Rimettiamo il rispetto per la parte più alta e nobile della nostra umanità al centro del cuore, evitiamo di riempirlo di ciò che marcisce e lo fa marcire – ha proseguito -. Le scelte di ognuno di noi contano ad esempio per espellere quella ‘putrefazione cerebrale’ causata dalla dipendenza dal continuo scrolling, ‘scorrimento’, sui social media, definita dal Dizionario di Oxford come parola dell’anno”. “Dove trovare la cura per questa malattia se non nel lavorare, tutti insieme, alla formazione, soprattutto dei giovani?”, ha chiesto il Pontefice, secondo cui “abbiamo bisogno di un’alfabetizzazione mediatica, per educarci ed educare al pensiero critico, alla pazienza del discernimento necessario alla conoscenza; e per promuovere la crescita personale e la partecipazione attiva di ognuno al futuro delle proprie comunità”. “Abbiamo bisogno di imprenditori coraggiosi, di ingegneri informatici coraggiosi, perché non sia corrotta la bellezza della comunicazione – ha aggiunto Francesco -. I grandi cambiamenti non possono essere il risultato di una moltitudine di menti addormentate, ma prendono inizio piuttosto dalla comunione dei cuori illuminati”.
Papa lancia hashtag #hopetelling: “Cercate le briciole nascoste di bene”
Nel giorno del Giubileo della Comunicazione, con un post su X, Bergoglio ha scritto: “Faccio un appello ai comunicatori di tutto il mondo: raccontate anche storie di speranza. Il vostro storytelling sia anche #Hopetelling. Cercate le briciole nascoste di bene anche quando tutto sembra perduto, permettete di sperare contro ogni speranza”.
“Il giornalismo è una vocazione”
“Quella del giornalista è più che una professione. È una vocazione e una missione. Voi comunicatori avete un ruolo fondamentale per la società oggi, nel raccontare i fatti e nel modo in cui li raccontate”. Lo ha detto papa Francesco nel discorso di ieri con i giornalisti e i comunicatori partecipanti al Giubileo del Mondo della Comunicazione. “Lo sappiamo – ha proseguito -: il linguaggio, l’atteggiamento, i toni, possono essere determinanti e fare la differenza tra una comunicazione che riaccende la speranza, crea ponti, apre porte, e una comunicazione che invece accresce le divisioni, le polarizzazioni, le semplificazioni della realtà”.
Il Pontefice ha poi sottolineato che “la vostra è una responsabilità peculiare. Il vostro è un compito prezioso. I vostri strumenti di lavoro sono le parole e le immagini. Ma prima di esse lo studio e la riflessione, la capacità di vedere e di ascoltare; di mettervi dalla parte di chi è emarginato, dichi non è visto né ascoltato e anche di far rinascere – nel cuore di chi vi legge, vi ascolta, vi guarda – il senso del bene e del male e una nostalgia per il bene che raccontate e che, raccontando, testimoniate”.
Papa Francesco: Giubileo della comunicazione (RaiNews.it)
All’incontro con il Pontefice anche una delegazione di Rainews24
Un incontro informale, quello di Papa Francesco con la stampa: il Pontefice ha anche rinunciato a leggere il discorso preparato per andare a braccio. Ai giornalisti ha detto di essere sempre autentici quando raccontano. Che la comunicazione è un momento di incontro. Presente alla cerimonia anche una delegazione di Rainews24.
Comunicazione di speranza: i testimoni
L’incontro con il Pontefice è stato preceduto, ieri dalle 10, dalle riflessioni di due grandi testimoni di una comunicazione di speranza: Maria Ressa, giornalista, premio Nobel per la pace, direttrice della piattaforma Rappler e Colum McCann, scrittore, autore di Apeirogon e Great World Spin, co-fondatore della rete Narrative 4. Al termine l’esibizione musicale del Maestro Uto Ughi, con l’Orchestra, promossa dalla Fondazione Uto Ughi.
Maria Ressa, giornalista, premio Nobel per la pace, direttrice della piattaforma Rappler (ANSA)
La Nobel Maria Ressa: “Viviamo Hiroshima dell’informazione”
Il pensiero lento contro il pensiero rapido. Il “restare umani” contro la manipolazione di Big Tech. Il coraggio della trasparenza e della responsabilità contro chi progetta di costruire macchine che pretendono di sostituirsi a Dio senza averne la saggezza. C’è tutto questo nelle parole di Maria Ressa, giornalista filippino-americana, vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 2021 insieme a Dmitrij Muratov, direttore del periodico indipendente russo Novaja Gazeta, “per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è un prerequisito per la democrazia e la pace duratura”.
Maria Ressa è la prima a prendere la parola al Giubileo del mondo della comunicazione, nell’Aula Nervi del Vaticano. La reporter, che nelle Filippine nel 2012 ha fondato il sito di giornalismo investigativo online Rappler ed è stata sottoposta a pretestuose accuse che l’hanno portata ripetutamente in carcere per le sue inchieste sui metodi di governo del presidente Rodrigo Duterte, in questa intervista racconta di sé, della battaglia ingaggiata contro il potere manipolatorio dei social network, in grado di minacciare la pace nel mondo, ma anche di speranza, di fede, della bellezza di un giornalismo che si ostina a cercare la verità.
“Stiamo attraversando un periodo di profonda trasformazione nel mondo. Come a Hiroshima è scoppiata una bomba atomica nell’informazione, è iniziata una manipolazione. Siamo oggetto di campagne di manipolazione che hanno avuto come effetto un’epidemia di solitudine. Sono stati attaccati tutti i giornalisti, io lo so perché più volte sono stata arrestata. Il mio governo ha rilasciato 10 mandati di arresto contro di me. Le Filippine prima erano un inferno, ora sono un purgatorio. Ma quello che ho visto nelle Filippine lo vedo anche in Paesi più sviluppati”. Così il Premio Nobel per la Pace, Maria Ressa, intervenendo nel corso del Giubileo della Comunicazione in Vaticano.
“Gli algoritmi ci hanno manipolato. La tecnologia ha violato la nostra biologia, ha rotto qualcosa”
Ressa ha poi sottolineato il rapporto tra bugie e social: “Una bugia detta più volte diventa un fatto. Gli algoritmi ci hanno manipolato. La tecnologia ha violato la nostra biologia, ha rotto qualcosa”. Infine, Ressa ha sottolineato come il contesto attuale abbia creato “un problema di sicurezza perché la violenza online si traduce in violenza nel mondo reale. La guerra non è più combattuta con i missili, ma con gli algoritmi, con la militarizzazione dell’informazione”
“Grazie a chi mette a rischio la propria vita”
A proposito di coraggio il Papa ha dedicato parole per i giornalisti nelle zone di guerra. “Il Giubileo si celebra in un momento difficile della storia dell’umanità, con il mondo ancora ferito da guerre e violenze, dallo spargimento di tanto sangue innocente”. “Per questo voglio prima di tutto dire grazie a tutti gli operatori della comunicazione che mettono a rischio la propria vita per cercare la verità e raccontare gli orrori della guerra. Desidero ricordare nella preghiera tutti coloro che hanno sacrificato la vita in quest’ultimo anno, uno dei più letali per i giornalisti”.
Papa Francesco incontra i giornalisti 25 gennaio 2025 (Vatican News)
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link