Cina. A dicembre €1,52 mld di tagli fiscali nel settore immobiliare, aumentano agevolazioni per imprese

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(ASI) A pochi giorni dal Capodanno cinese, che in questo 2025 cadrà il prossimo 29 gennaio dando il via all’Anno del Serpente di Legno, arrivano notizie positive per il mercato immobiliare, messo a dura prova negli ultimi tre anni dal fallimento del colosso Evergrande.

Stando ai dati pubblicati sabato dall’Amministrazione Fiscale dello Stato, riportati da Xinhua, nel solo primo mese di applicazione, le nuove politiche fiscali finalizzate a stabilizzare il settore hanno generato 11,69 miliardi di yuan di riduzioni ed esenzioni, pari a circa 1,52 miliardi di euro.

Le misure, che sono entrate in vigore il primo dicembre scorso, coinvolgono tre ambiti: estensione dei benefici fiscali sui rogiti, incentivi all’acquisto della seconda casa ed esenzione dell’IVA. La soglia di superficie abitativa ammissibile all’aliquota fiscale più bassa, pari all’1%, è stata aumentata da 90 a 140 metri quadri, producendo tagli fiscali per 6,5 miliardi di yuan, a beneficio di 1,4 milioni di famiglie, cioè l’89,4% di tutti i nuclei familiari ad aver beneficiato delle agevolazioni fiscali sulle imposte notarili ed il 14,4% in più rispetto al periodo precedente l’entrata in vigore delle nuove politiche.

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La normativa ha dato impulso anzitutto al mercato immobiliare delle grandi città, come Pechino, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen, dove le autorità hanno calcolato benefici fiscali complessivi per 2,58 miliardi di yuan. Nelle quattro città prese in esame, come riporta Xinhua, ad avvantaggiarsi delle misure sono state 35.974 famiglie, a partire da Shanghai, con 15.572 famiglie che hanno beneficiato di tagli per un totale di 940 milioni di yuan.

Per le persone fisiche che, nelle quattro città, trasferiscono abitazioni di cui sono stati proprietari per almeno due anni, non ci sono più distinzioni tra residenze ordinare e non-ordinarie: l’IVA è esentata in entrambi i casi. Anche in questo caso, i numeri tratteggiano un quadro confortante. A dicembre, le nuove esenzioni fiscali hanno totalizzato un ammontare pari a 2,61 miliardi di yuan a favore delle residenze in precedenza non-ordinarie, per un aumento ragguardevole (+71%) del numero di trasferimenti di abitazioni rispetto al mese precedente.  

Queste novità non sono un caso isolato né una “misura spot” ma rientrano in un più ampio quadro di intervento in materia di politiche fiscali, che ormai da dieci anni vede la leadership cinese impegnata ad incentivare il settore privato, sull’onda lunga della riforma strutturale dell’offerta lanciata da Xi Jinping nel 2015.

Secondo quanto comunicato lo scorso 16 gennaio dall’Ufficio Generale dell’Amministrazione Fiscale dello Stato, nei primi undici mesi del 2024, le imprese private cinesi hanno beneficiato di tagli su tasse e imposte per 1.000 miliardi di yuan (ca. €131,4 mld), di cui quasi 700 miliardi in deduzioni aggiuntive per spese in ricerca e sviluppo ed altre due deduzioni dell’IVA per le imprese attive nella manifattura avanzata, nonché altri 270 miliardi per il rimborso del credito IVA. Nello stesso periodo, le politiche di agevolazione fiscale hanno riguardato 400 milioni di contribuenti mirati.

Principale obiettivo del governo cinese è ormai da tempo quello di favorire le “nuove forze produttive di qualità”, come più volte le ha definite Xi Jinping per racchiudere in un’unica espressione i numerosi settori ed ambiti prioritari per il Paese, in primis l’innovazione scientifico-tecnologica e la manifattura avanzata. In questo conteggio più generale, i tagli fiscali hanno raggiunto quota 2.297,9 miliardi di yuan (ca. €302 mld).

Nello specifico, 803,6 miliardi sono stati messi in campo per sostenere gli investimenti nella trasformazione competitiva nei settori tecnologici e nell’area “ricerca e sviluppo”, mentre 108,7 miliardi sono andati a sostegno dell’innovazione nelle cosiddette tecnologie “soffocate” nonché nell’inserimento e nella formazione dei talenti. Altri 337,3 miliardi di tagli fiscali sono serviti a supportare le imprese di nuova e alta tecnologia ed i settori emergenti, mentre 80 miliardi hanno invece incentivato il rinnovo delle attrezzature e la trasformazione tecnologica.

Nel 2024, malgrado gli ingenti tagli fiscali, il gettito per le casse pubbliche è aumentato dell’1,3% rispetto all’anno precedente, grazie al traino delle entrate non fiscali (+25,4%), raggiungendo un volume di 21.970 miliardi di yuan (ca. €2.890 mld): 10.040 miliardi nelle casse del governo centrale e 11.930 miliardi in quelle dei governi locali.

Le entrate dei governi locali crescono (+1,7%) più velocemente di quelle del governo centrale (+0,9%), evidenziando alcuni effetti, tutt’altro che marginali, delle politiche di decentramento amministrativo promosse da Pechino: una tendenza opposta a quanto denunciato da diversi analisti in merito ad una presunta ricentralizzazione del potere nel Paese.

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Andrea Fais – Agenzia Stampa Italia

 

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